Grande ed ovvio entusiasmo in Francia per il primo titolo europeo conquistato dalla squadra di Vincent Collet. Per comprendere ancora meglio ragioni ed eco di questa impresa dei transalpini abbiamo intervistato l’ex grande campione Richard Dacoury, ora commentatore televisivo per il canale Orange Sport che ringraziamo per gentilezza e disponibilità.
Dacoury, guardia dagli straripanti mezzi fisici e campione di Francia ben 9 volte tra gli anni ’80 e ’90, ha vinto tutte le coppe europee con la maglia di Limoges, compreso l’indimenticabile trionfo di Atene del 1993 in Eurolega ai danni della Benetton Treviso di Toni Kukoc.
DB: Lei è stato uno dei primi grandi campioni della storia recente del basket transalpino prima che “Les Bleus” diventassero la straordinaria squadra di oggi. Cosa significa per i giocatori francesi della sua generazione, che è coincisa con il trionfo in Eurolega del 1993 con Limoges, questo successo.
DACOURY:” Verso la seconda metà degli anni ’80 la Francia era un paese che stava scalando le vette del basket europeo soprattutto a livello di club ma eravamo sicuramente indietro rispetto ai team italiani, spagnoli, greci ed jugoslavi. Il successo con Limoges fu straordinario ed importante ma restò un fatto eccezionale, limitato a livello di club. Era un movimento in crescita ma che ancora doveva giovarsi di tanti campioni che sarebbero arrivati da li a poco. Questo europeo significa tantissimo per i giocatori di oggi, per Tony Parker e Boris Diaw in particolare che volevano a tutti i costi questa vittoria”.
DB: Proprio la sincera commozione e l’entusiasmo di Parker hanno colpito sia i tifosi che gli addetti ai lavori. Una consacrazione per un campione che aveva già conseguito tutto il possibile in ambito NBA.
DACOURY:” Tony è un campione ed un ragazzo straordinario, quando lo incontravo a volte durante l’estate mi parlava sempre della Nazionale, che dal 2003 aspettava un grande successo. Lui e Boris Diaw, i due grandi veterani, erano i più motivati nel cercare di vincere in questo europeo. Tony voleva un trofeo con la maglia della Francia, gli mancava la legittimazione anche in patria, era quasi un’ossessione. La commozione e la gioia di oggi sono un premio più che meritato per tutto quello che ha dato, in termini di carisma, leadership e di guida anche per i compagni più giovani. Un esempio sempre, anche in allenamento, il titolo di MVP del torneo credo sia più che legittimo”.
DB: Si attendeva una finale con la Lituania così a senso unico? Una Francia straripante sin dal secondo periodo, con Batum finalmente incontenibile anche in attacco. Senza dimenticare la splendida serata di Boris Diaw.
DACOURY:” Penso che molto di quello che è accaduto in finale dipenda dal successo contro la Spagna. In quel momento il gruppo ha capito che forse il peggio era davvero alle spalle. E’ stata la rimonta nella ripresa contro Gasol e compagni che ha fatto comprendere che ormai tutto era possibile, finalmente era stato sconfitto il grande avversario che li aveva battuti nella finale di Kaunas di due anni fa. C’era un po’ di scetticismo in Francia prima dell’inizio della competizione, fiducia sul talento e sulla guida tecnica ma venivamo da tanti anni di attesa e, complici alcune assenze importanti, pochi credevano con convinzione nel successo finale. Contro la Lituania tutto ha funzionato in modo armonico, quasi perfetto. E’ stato fondamentale l’approccio di Batum, è partito con una grande stoppata che gli ha dato fiducia anche in attacco dove ha preso subito ritmo. Da li non si è praticamente più fermato, è stato il nostro martello. Parker ovviamente straordinario come sempre ma il vero MVP della finale è stato Boris Diaw. Ha dato ritmo, tempi all’attacco coinvolgendo tutti i compagni con passaggi splendidi, ed è stato un punto di riferimento anche offensivo aggredendo spesso il canestro. Ma tutti davvero hanno dato il massimo ed ottenuto un risultato che credo sia frutto di un grande lavoro di gruppo, c’era molta armonia nella squadra nonostante alcune partite onestamente giocate molto al di sotto delle loro possibilità, compresa la prima sfida contro la Lituania”.
DB: Cosa significa questo Europeo in generale per tutto il basket transalpino e come vede il futuro delle due squadre francesi, Nanterre e Strasburgo, impegnate nella prossima Eurolega.
DACOURY:” Sicuramente sarà una grande spinta, sia emotiva ma spero anche sostanziale. Il nostro movimento, nonostante abbiamo grandi campioni che giocano nella NBA, è comunque ancora piccolo in proporzione agli altri sport di squadra come il calcio ed il rugby per esempio. Questa vittoria ci darà spero ancora maggiore spazio ed entusiasmo, per rafforzare globalmente il basket francese anche a livello di interesse per i campionati nazionali. Nanterre è stata una sorpresa incredibile lo scorso anno, nessuno si aspettava che potesse da matricola nei playoff battere tutte le favorite e vincere un titolo, credo davvero sia stato un piccolo miracolo sportivo.
Strasburgo è una squadra più solida e costruita nel tempo, in campionato sicuramente avrà ancora ottime chance per il titolo. In Eurolega è tutto molto diverso, conta tantissimo l’esperienza, la fisicità. I contatti sono davvero molto duri e diversi rispetto al campionato, come anche l’europeo degli scorsi giorni ha dimostrato. Per adattarti hai bisogno di tempo, giocare tante partite ti aiuta per imparare ma i risultati nel breve periodo sono molto difficili da conseguire. Nanterre rischia di pagare in particolare questa inesperienza, Strasburgo (nel girone di Milano in Eurolega) ha un roster più profondo e di qualità, la coppia Diot (che a mio parere ha giocato un ottimo europeo) Leloup (reduce da un bel campionato con Digione) è davvero molto interessante, ma credo che anche per loro sarà molto complesso poter accedere al secondo turno”.