Tutto bello, grande Italia, viva l’Italia. Dopo 3 giorni di tensione e di processi mediatici, più o meno definitivi, l’Italbasket si regala una delle più belle prestazioni della sua storia recente, considerando l’avversario e la posta in palio. Qualcuno ha anche scomodato la semifinale olimpica con la Lituania per dare una misura della prestazione offerta dai ragazzi di Pianigiani, anche se la grande vittoria di ieri rischia di essere fine a se stessa se non finalizzata da una vittoria (comunque arrivi) questo pomeriggio contro la Germania. Ma su questo ci torneremo più avanti.

IL DIO DEL BASKET AVEVA LA MAGLIA AZZURRA ED IL NUMERO 3

Belinelli (foto A. Musolino 2013)

Belinelli (foto A. Musolino 2013)

Adesso godiamoci tutto quello di bello che abbiamo visto ieri sera. Tutti i dubbi e gli interrogativi sollevati fino a qui sono stati in parte cancellati. La partita ha vissuto quasi idealmente a due velocità per la nostra Nazionale, quasi che sapesse che bisognava partire da dietro per costruire il successo la squadra di Pianigiani ha aggredito difensivamente il match cercando per prima cosa di limitare la transizione spagnola che aveva fatto a pezzi la Turchia 48 ore prima, concedendo solo 4 punti in contropiede nel primo tempo. A difesa schierata la scelta è stata estrema, limitare al minimo gli esterni e battezzare Gasol, lasciando a Scariolo il solo catalano come terminale offensivo. Alla fine sono arrivati 34 punti per lui, ma se li è dovuti sudare tutti lavorando spesso e volentieri spalle a canestro. Il risultato è stato duplice, perché Fernandez, Rodriguez e Llull non sono mai entrati in partita (20 punti in 3 e solo 2 tiri liberi la dicono lunga sul lavoro difensivo dell’Italia), dall’altro Gasol si è spremuto oltremodo, arrivando ben oltre la linea della riserva nell’ultimo quarto di gara, quando è sembrato il giocatore indolente che tanto faceva arrabbiare i tifosi Lakers. Il merito, oltre che dall’intensita difensiva di tutti, è soprattutto nell’atteggiamento di Bargnani, finalmente in campo con la faccia giusta ma soprattutto con la voglia di piegare le gambe e “tenere il culo basso”. La sua voglia ha anche contagiato Cusin, anche lui un po’ abulico nelle prime due uscite, apparso a tratti quasi eroico nel contrapporsi a Gasol e che ancora una volta ha lasciato un segno nella mente degli spagnoli, andando a stoppare Rodriguez addiritttura sulla linea dei tre punti.

Concentrata sulla difesa, l’Italia in attacco si è aggrappata al talento di Gallinari, Bargnani e Belinelli (74 punti in totale), giocando a fare un punto in più della Spagna, consapevole di poterlo fare. Nel primo tempo siamo andati a strappi, ci siamo stretti intorno al Gallo e ad un gran primo quarto di Bargnani, limitati da un Belinelli che sembrava fuori dal match, oltre che fuori forma. Ma è stato proprio il ragazzo di San Giovanni in Persiceto che ci ha fatto cambiare marcia, vivendo una ripresa di onnipotenza cestistica, in cui vedeva una vasca da bagno e segnava da qualsiasi posizione ed in qualunque modo: 25 punti, 7/10 al tiro di cui 7/8 da 3, 7 assist e 4 rimbalzi in 18 minuti. Eppure non siamo stati solo questo, perché anche da questo lato del campo si è finalmente visto qualcosa di diverso. Non più pick&roll statici, non più palleggi sul posto o rinculando, tenendo ferma la palla per oltre 10-15 secondi, finalmente le giuste spaziature per aprire il campo e lasciare spazio all’inventiva dal palleggio, canalizzata in tanta aggressività e voglia di attaccare il canestro sempre, creando spesso e volentieri vantaggi che la difesa spagnola ha faticato a contenere (citofonare Scariolo per delucidazioni in merito…). Poi se tiriamo con quasi il 50% da 3….

OGGI È UN ALTRO GIORNO

Simone Pianigiani Nazionale - Foto Savino Paolella 2013

Pianigiani ha battuto ancora Scariolo (Foto Savino Paolella 2013)

Due anni fa a Lubiana la vittoria contro la Spagna segnò la fine della nostro cammino, perché l’Italia restò ferma a quella prestazione, quasi come se avesse fatto il massimo. Oggi questa vittoria potrebbe segnare l’inizio del nostro europeo anche se rischia di essere inutile, perché la sfida veramente importante per il proseguo del nostro Europeo è quella di oggi contro i padroni di casa della Germania. Da un lato è un bene che questa sfida arrivi subito, dall’altro si farà fatica a recuperare le energie nervose ma anche fisiche. E qui veniamo a quello che forse meno ci è piaciuto della sfida di ieri, ma che purtroppo resta un limite del nostro coach. Senza Datome ci aspettavamo qualche minuto in più in campo per Polonara, che fisicamente e tecnicamente poteva essere un arma molto importante su entrambe le metà del campo e invece il coach senese ha allungato il minutaggio del trio NBA, tenendo più del solito in campo Aradori (che ha risposto alla grande, da vero cagnaccio, chiedere a Rudy) e di fatto cavalcando l’onda lunga di giocatori on-fire. Ci può stare, soprattutto se ti stai giocando un Europeo e stai battendo la Spagna, ma quella che era ritenuta una nostra forza, la panchina lunga, non sta incidendo minimamente e sarà difficile avere pronti certi giocatori se verranno chiamati in causa più avanti “a freddo”.

La gara di stasera sarà decisamente diversa, perché la Germania è grossa, tanto grossa, e cercherà di farcelo sapere in tutti i modi, ma soprattutto per noi sarà complicato lavorare su Schroeder, un giocatore per cui non abbiamo alcun difensore e su cui dovremmo lavorare di squadra per evitare che spacchi in due la nostra difesa con le sue accelerazioni, creando vantaggi sia per i lunghi che per gli esterni, bravissimi a trovare le giuste spaziature e a punire dal perimetro. In attacco dovremmo resettare tutto perché le 4-5 triple di ignoranza cestistica di Belinelli non sono la normalità, la palla dovrà girare velocemente e dovremmo cercare di tirare fuori dall’area Pleiss e Nowitzki. Abbiamo più talento distribuito ma come contro la Spagna dovremmo essere bravi ad incanalarlo nella giusta direzione, giocando con aggressività tutti i possessi, sia offensivi che difensivi, unica strada percorribile per una squadra che non ha molto QI cestistico e che quindi fa sempre molta fatica a “leggere” ed adeguarsi. Avremmo anche un minimo di leggerezza mentale, perché la sfida sarà un Win or Go home solo per i tedeschi, mentre noi avremmo la possibilità di andare avanti battendo la Serbia l’ultimo giorno. Ma quello che in realtà chiediamo agli azzurri è una contro-prova, l’esame definitivo che il famoso click è scattato, altrimenti resterà sempre quella sensazione di incompiuta. Come diceva ieri sera un amico e collega di Dailybasket, il rapporto con questa squadra sembra quello con una donna che ti tradisce ma poi fai sesso con lei e sembra che tutto sia tornato perfetto, però il giorno dopo va a letto con il tuo migliore amico e tutto finisce. Speriamo che il godimento sfrenato contro la Spagna rappresenti solo un bellissimo preliminare.


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