Con la mente ancora all’impresa in stile “Davide contro Golia” delle due regine italiane del Tennis, Pennetta e Vinci, probabilmente ci si attendeva qualche particolare colpo di scena anche in questo primo slot di ottavi di finale di EuroBasket. Invece, in barba ai sogni romantici, peraltro legittimi dopo che la prima metà di gara si era mantenuta curiosamente in equilibrio in ogni match, alla fine tutto secondo programma, con Francia, Spagna, Grecia e Lettonia ad avere la meglio, piuttosto nettamente, delle rispettive avversarie.

Nel primo incontro della giornata, la Lettonia ha la meglio sulla Slovenia grazie a una prestazione collettiva di buon spessore, rivelando un’ottima attitudine nella metà campo offensiva. L’esatto contrario di una Slovenia troppo Dragic dipendente (17 alla fine per lui) e costretta dai baltici a un misero 36% dal campo. Eroi di giornata la point guard lettone Janis Strelnieks, vicino alla tripla doppia con 17 punti, 6 rimbalzi e ben 8 assist, e il lungo Berzins, autore di 13 punti.

A seguire, la Grecia annichilisce letteralmente la sorpresa Belgio, dopo che i fiamminghi avevano creduto, per almeno due quarti, di poter restare in partita. Ancor più che le doti balistiche dei singoli, a essere superiore è stato l’impianto di gioco del team di coach Katsikaris, sempre equilibrato e capace di coinvolgere in maniera ordinata le sue stelle. Così, è bastato abbassare leggermente il quintetto al rientro dall’intervallo lungo per avere la meglio di un Belgio generoso, guidato dalle penetrazioni di Van Rossom (protagonista, suo malgrado, di un pessimo 1 su 8 dalla lunga distanza), e dal tiro da fuori di Gillet e Lojeski. Quattro giocatori in doppia cifra per gli ellenici, con il Big Man Koufos a dominare sotto le plance.

L’assoluto MVP della giornata (e fin qui, anche dell’intero europeo) viene fuori invece dal match tra Spagna e Polonia, nel modo più inconsueto che ci si aspetti. Infatti, se è vero che la carriera di Pau Gasol e le partite disputate dall’inizio del torneo ad oggi parlano da sole, il 6 su 7 dalla linea dei tre punti contro i polacchi, per un 2,15 che di mestiere farebbe il centro e che nel pitturato ha pochi eguali al mondo, è semplicemente irreale, fantastico. Il perché di questo exploit? Vittima di un riacutizzarsi dei problemi ai tendini, Pau ha ridotto i suoi “ingressi” in area appellandosi al proprio tiro da fuori, che, evidentemente, starà già mettendo i brividi ai prossimi avversari nei quarti (la Grecia). Eloquente il commento di Marcin Gortat al termine: “Non puoi mai vincere contro un numero “5” che tira in quel modo”. Alla fine, oltre ai 30 di Gasol, la Spagna ne ha 15 da un ottimo Mirotic e 12 dal sempre più convincente Llull, a comporre un trio solido, ma che in questo momento rischia di essere l’unico appiglio di una Spagna molto meno corale degli anni passati. Saluta invece la manifestazione una Polonia positiva e compatta, ma senza quel “quid” in più di talento necessario per competere a questi livelli.

Concludono il sabato degli ottavi i padroni di casa della Francia, che, davanti a un incredibile bagno di folla (26.135 spettatori al Pierre Mauroy Stadium di Lille, record assoluto per un europeo), scherzano con la Turchia infliggendole un pesante “+23”. Chiamati forse all’accoppiamento più complicato tra le “big” del torneo, i bleus in avvio soffrono non poco le accelerazioni di Dixon e il tiro dalla lunga di Ilyasova (14, migliore dei suoi), salvo poi prendere il largo nel terzo periodo grazie alla profondità e produttività della propria panchina (Fournier e Lauvergne su tutti). A impressionare, infatti, sono soprattutto l’intensità difensiva e la capacità dei francesi di dominare l’avversario anche in una giornata in cui Parker e Batum tornano apparentemente normali, a dimostrazione di una mentalità vincente ormai radicata negli uomini di coach Collet.

OTTAVI DI FINALE – RISULTATI DI SABATO 12/09

Lettonia – Slovenia 73 – 66

Grecia – Belgio 75 – 54

Spagna – Polonia 80 – 66

Francia – Turchia 76 – 53

Nessuna sorpresa, dunque, nella giornata di ieri. E oggi? Croazia – Repubblica Ceca appare l’incontro dall’esito più incerto, mentre Serbia – Finlandia e Lituania – Georgia hanno tutte le premesse per essere incontri a senso unico (a favore di serbi e baltici ovviamente). Discorso a parte per gli azzurri, messi dinanzi allo scoglio Israele. Squadra profondamente atipica che predilige il gioco in transizione, avendo esterni rapidi e prettamente penetratori come Mekel e Ohayon, e lunghi dinamici come Eliyahu e Casspi, quest’ultimo leader offensivo capace di attaccare il canestro sia dal post basso che in situazioni di 1 vs 1 partendo dal perimetro. Non certo un avversario semplice, soprattutto considerati i nostri limiti nel difendere l’area, ma nemmeno troppo incompatibile con gli accoppiamenti che Pianigiani potrà proporre, vista la mancanza di lunghi di peso. In ogni caso, la vera differenza la farà l’approccio, come sempre, e la capacità di giocare assieme dando vita a un sistema piuttosto che a un’accozzaglia di iniziative individuali. Quello che la giornata di ieri ha dimostrato, infatti, è che il minimo comune denominatore tra le squadre in grado di passare il turno è l’organizzazione, ossia la forza di trovare sempre il tiro giusto con l’uomo giusto, nella situazione migliore. Capacità che, ad oggi, purtroppo ci manca e che non può sempre essere compensata dal pur smisurato talento del Gallo e del Beli.