CAMBIA L’AVVERSARIO, MA LA MUSICA RIMANE LA STESSA

Ci eravamo lasciati sottolineando quanto fosse importante dare una svolta, a livello di approccio, a livello di intensità difensiva e organizzazione in attacco, a livello di volontà nel far capire alle avversarie che gli azzurri hanno intenzione di rispondere presenti a questo Europeo. Non è arrivato niente di tutto questo. Non è mai bello criticare, soprattutto quando si è tutti uniti nella speranza che le cose cambino e che la cresta possano alzarla altri elementi oltre a Gallinari. Anche perché, questa volta, anche il Gallo si è trovato molto ridimensionato rispetto ai suoi standard o, semplicemente, alla prestazione contro la Turchia di Ataman.

Partiti con lo stesso quintetto scelto nella gara del giorno precedente, la priorità stava nel non commettere falli avventati ed inutili nei primi minuti di gioco, quanto meno per mantenere intatto l’asse play-pivot che tanto è mancato contro i turchi. Attenzione subito catturata dal carattere messo in mostra da Gentile nei primi 10 secondi, bravo ad ottenere un gioco da 3 punti guadagnato giocando spalle a canestro, grazie anche e soprattutto alla sua stazza superiore. I limiti fisici rappresentavano uno dei punti deboli, se non il punto debole per eccellenza, della nazionale islandese, eppure la squadra di Pianigiani non si è rivelata in grado di sfruttare questo vantaggio. Sarà interessante vedere come si comporteranno i lunghi azzurri quando gli avversari si chiameranno Gasol, Bjelica, Raduljica, Reyes, Nowitzki, Pleiss: sulla carta, se confrontiamo valori e gioco mostrato in queste prime due partite, non c’è minimamente storia. Andrea Bargnani ha fatto fatica, di nuovo, sia in attacco che in difesa e non saranno le due stoppate (saranno 3 alla fine) rifilate in 5 minuti a spaventare la batteria di lunghi appena citata. Sono stati 14 i minuti giocati da Cusin, con un 2/2 dal campo e 2/2 dalla lunetta, a cui ha aggiunto due rimbalzi e poco altro. Gli altri lunghi, o mezzi lunghi, hanno convinto poco, se si escludono i 10 rimbalzi presi da Gallinari in meno di 20 minuti (fuori per 5 falli quando mancano 6:20 alla conclusione del match) e i 6 di Melli, che però ha fornito un’altra prestazione che non raggiunge la sufficienza. Pianigiani si dimostra ancora allergico all’impiego di Polonara (solo 2 minuti in campo), ma almeno questa volta il confronto a rimbalzo è stato nettamente a favore della nazionale italiana, minimo indispensabile vista la differenza fisica.

Anche la sfortuna ha avuto il suo ruolo, ma solo per ciò che riguarda l’infortunio rimediato da capitan Datome (7 punti in 11 minuti) e per un paio di falli fischiati a Gallinari, onestamente un po’ troppo generosi.
Rimangono ancora tanti, troppi interrogativi. Il play designato, Andrea Cinciarini, è rimasto in campo per 21 minuti senza essere utilizzato nel suo ruolo: partenza in punta per Belinelli, meno efficace rispetto alla gara contro la Turchia, e il nuovo play di Milano in angolo, ricevendo il pallone ben poche volte. 15 palle perse e 13 assist in totale, contro le 10 palle perse e i 15 assist dell’Islanda, altro elemento che dovrebbe far riflettere. Qualche lampo di Hackett, accompagnato da disattenzioni varie ed errori piuttosto grossolani, non basta a risollevare il reparto play/guardie, se non fosse che nei minuti finali Pietro Aradori manda a referto 5 punti dal peso specifico elevatissimo.

Vincere soffrendo aiuta sempre una squadra a temprarsi e ad aumentare l’unione ma, purtroppo, sembra che il cambio di marcia di questa nazionale sia un rebus estremamente difficile da risolvere. Si è vista una prova convincente di Alessandro Gentile, probabilmente l’unico che si salva per voglia, punti messi a segno e costanza in difesa (21 punti, 5 rimbalzi e 4 assist), ma questo non è il punto. L’assenza totale di idee in attacco è davvero preoccupante e comincia a non essere chiaro quanto sia responsabilità dei giocatori e quanta dell’allenatore. Anche i continui errori piuttosto grossolani, di certo non da giocatori che partecipano all’Eurolega o, addirittura, al campionato NBA.
Sono arrivati i 2 punti e una vittoria per 71-64, il cammino è in salita e ci auguriamo che Datome ritorni dopo l’infortunio che ha colpito ancora il suo inguine. Nessun pronostico, solo la consapevolezza di scendere in campo per vincere ogni singola gara anche perché, e la storia lo dimostra, in questi tipi di competizione a scontri ravvicinati può succedere di tutto.

COME AFFRONTARE LA SPAGNA

sergio scariolo foto di e.zito 2013

Sergio Scariolo, il nostro prossimo avversario (foto E. Zito 2013)

La nazionale di Scariolo viene da una vittoria di 27 punti contro la Turchia, dopo aver perso il match di apertura contro la capolista Serbia. Sono tanti i giocatori da arginare, anche perché sono tanti i modi in cui sono in grado di arrivare a canestro con una certa disinvoltura. È una Spagna che ha un numero minore di nomi altisonanti, ma ciò non significa una qualità inferiore nel gioco proposto. Basti pensare alla sconfitta rimediata dalla Turchia, quella squadra che ci ha messi sotto per tutta la partita, di quasi 30 punti. Non dovrà essere necessariamente una partita in cui l’Italia dovrà preoccuparsi di segnare un punto in più degli avversari, bensì di prenderne uno in meno. La frase usata più e più volte, qui torna di grande attualità: “Gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono le partite”. Il fascino della partita si rivelerà unico, un probabile duello tra Gallinari e Gasol dal sapore d’oltreoceano potrebbe farla da padrone. Ma, se davvero si vorrà dare la svolta, questa è l’occasione buona per confrontarsi con una nazionale che il trofeo potrebbe portarlo a casa sul serio. Si è parlato di Gallinari contro la Turchia, di Gentile contro l’Islanda e di qualche buona individualità che si è messa in evidenza a fasi alterne. Sarebbe bello se nella prossima analisi si arriverà a parlare molto poco dei singoli e decisamente di più di buone esecuzioni di squadra, meglio ancora se nella metà campo difensiva.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati