La Nazionale italiana, a livello di talento, più forte di sempre. A detta di molti.
Risuona continuamente questa frase in tutti gli ambienti in cui si parla di pallacanestro, salvo poi ricomporsi e cercare di analizzare più nello specifico quelle che possono essere realmente le prospettive degli uomini allenati da Simone Pianigiani. Una squadra completa, senza dubbio, con la storica presenza dei 4 talenti nostrani che hanno calcato e calcano i parquet dall’altra parte dell’Oceano.
Ci sono alcuni punti di domanda inerenti al gioco espresso e al modo di allenare di Simone Pianigiani, ma di certo non si tratta di un gruppo di sprovveduti e l’esperienza del coach azzurro è un dato oggettivo. Un roster pieno di qualità e di giocatori che possono fare la differenza sia nel collettivo che singolarmente, ma è proprio qui che non deve essere fatto l’errore più grosso. Le giocate dei singoli dovranno rappresentare delle soluzioni di emergenza e non le prime scelte. Mettere in mostra un gioco efficace, avendo a disposizione elementi validi a livello internazionale, potrebbe essere la chiave per arrivare fino in fondo nella competizione.
Il Girone B non è di certo il più abbordabile, in cui la solo Islanda sembra la squadra materasso, mentre Spagna e Serbia sembrano ancora di un livello superiore rispetto agli azzurri. La Germania rappresenta una grande incognita e il vero valore sarà da stimare solo a torneo in corso. La Turchia, invece, sembra sullo stesso livello dell’Italia e ci si aspetta un approccio solido nel tentativo di togliersi di dosso l’etichetta di eterna incompiuta, se si escludono, ovviamente, i Giochi del Mediterraneo.
La Stella
Danilo Gallinari. Senza nulla togliere agli altri grandi talenti che vestiranno l’azzurro, l’ala dei Denver Nuggets rappresenta l’elemento più valido in difesa e quello con più opzioni in attacco. Ha tutti i mezzi per essere il leader della spedizione europea e per dimostrare che il contratto appena stipulato con la franchigia del Colorado è tutto tranne che un azzardo. Giocherà preferibilmente da 4, ma anche nelle posizioni di 3 e di 5 non sfigurerebbe di sicuro, essendo dotato di un ball-handling di primo livello e un’intelligenza cestistica che gli permette di adattarsi in ogni situazione. Nella metà campo difensiva può marcare diversi tipi di giocatori e questo fattore risulterà fondamentale negli scontri contro corazzate come Spagna, Serbia e, nel caso di passaggio del turno, delle altre contendenti al titolo.
Il Capitano
Aspettando che si riprenda dall’infortunio che stava preoccupando i tifosi italiani, Gigi Datome rappresenta la continuità di questo gruppo, oltre che una soluzione offensiva che può garantire un buon numero di punti ad ogni apparizione. Il nuovo giocatore del Fenerbahce è un’arma notevole ogni volta in cui può tirare piedi a terra, sia da 7 metri che dall’interno dell’area e di certo non gli manca lo spirito da trascinatore di razza. Dovrebbe essere in grado di assicurare la doppia cifra di media, come ha già dimostrato in passato, ma non avrà problemi a fare un passo indietro e tralasciare le statistiche in cambio di una vittoria, questo è poco ma sicuro.
Gli Altri “USA”
Marco Belinelli e Andrea Bargnani, entrambi passati da una squadra all’altra in estate, risulteranno fondamentali nel cammino dell’Italia ad Eurobasket 2015. Il primo viene da alcune annate a livelli molto alti, arrivando addirittura al Titolo NBA, mentre il secondo deve cercare di tornare agli standard che hanno contraddistinto le prime annate nella Lega. L’ex Bologna e l’ex Treviso aggiungono altre due armi offensive da tenere in considerazione, sperando che la caviglia del Mago torni stabile il prima possibile, mentre per quello che riguarda la fase difensiva le aspettative sono decisamente differenti per i due. Gli anni agli Spurs sono stati fondamentali per il Beli e stare alla corte di Popovich gli ha permesso di fare dei passi avanti nell’approccio in difesa. Bargnani ha ricevuto sempre molte critiche per ciò che riguarda la presenza a rimbalzo e la protezione del canestro, ma la sua capacità di giocare vicino all’arco dei tre punti, costringendo il difensore a seguirlo, non deve passare in secondo piano. Bargnani ha appena firmato al minimo salariale per i Brooklyn Nets e la priorità consiste nel far ricredere coloro che non hanno puntato su di lui ma, ancora di più, presentarsi nella maniera migliore, disputando un Europeo da protagonista.
Il resto dell’organico
La vera chiave della Nazionale. Troppo scontato e superficiale pensare solo ai quattro giocatori appena citati. Non si tratta di giocatori di contorno, ma membri del quintetto ed elementi dall’alto minutaggio. Basti pensare all’asse Cinciarini-Cusin o, meglio ancora, a quella che in diversi frangenti è stata l’arma offensiva numero uno, ovvero Alessandro Gentile. Il capitano dell’Olimpia Milano ha deciso di rimanere un altro anno in Europa, sotto le direttive del tanto amato coach Repesa, con lo scopo di riconquistare il campionato italiano, disputare una buona Eurolega ed imparare dagli errori commessi in passato. Questo Europeo potrebbe essere il trampolino ideale per il figlio di Nando, che tra un mese abbondante avrà in regia quel Cinciarini che nei playoff ha fatto tanto soffrire i meneghini. Il neo-acquisto di Milano dovrà essere un direttore d’orchestra senza troppe sbavature, in grado di fare il suo compito con diligenza e prendendosi, ogni tanto, qualche libertà al tiro o in penetrazione; per il resto, la priorità consisterà nel muovere la palla con rapidità e precisione, senza tralasciare l’aspetto difensivo. Pietro Aradori, Daniel Hackett e Amedeo Della Valle avranno il compito di concedere minuti per rifiatare ai titolari nel backcourt, contribuendo con tanta sostanza e scelte oculate per rimpiazzare al meglio i vari Cinciarini, Gentile e Belinelli. Per ultima, ma non da ultima, la coppia di ali formata da Niccolò Melli e Achille Polonara. I due dovranno puntare molto sulla loro duttilità nel ricoprire i ruoli di 3 e 4, ma al tempo stesso sarà di primaria importanza non soffrire troppo la fisicità dei pari ruolo. Offensivamente avranno un vantaggio, grazie alla loro capacità nel colpire sia dalla lunga distanza sia in avvicinamento a canestro e, inoltre, l’atletismo di Polonara risulterà fondamentale per contrastare i grandi atleti di cui dispongono sia nazionali che incontreranno nel girone che, eventualmente, nazionali da incontrare nei turni successivi.
Dove può arrivare
È la domanda più difficile a cui poter dare una risposta. Partendo dal presupposto di appartenere ad un girone molto complesso, questa nazionale deve puntare ad ottenere un punteggio simile a quello a cui ambiscono Spagna e Serbia. Accontentarsi di passare il turno significherebbe ragionare al ribasso, e con un organico di questo tipo sarebbe una grande delusione. Superare il primo ostacolo con una serie di buone prestazioni darebbe uno slancio non indifferente nella fase a scontri diretti, a maggior ragione sapendo che negli altri gruppi sono presenti squadre sicuramente di livello inferiore sia all’Italia stessa che alle altre contendenti del nostro gruppo. La sensazione lasciata dagli uomini di Pianigiani durante la preparazione è quella di una squadra in divenire, che ancora non ha trovato il giusto equilibrio tra un attacco capace di segnare come e quando vuole ed una difesa che si accende e si spegne più di un semaforo lampeggiante. La sensazione è che l’Italia possa vincere o perdere contro chiunque ed è per questo che non bisognerà sottovalutare nessuna partita, rischiando di perdere per strada punti importanti. Altro aspetto importante, senza dubbio, è da individuare nella profondità e nella qualità della panchina, perché se le rotazioni riusciranno a mantenere il livello del gioco il più immutato possibile, allora le chance di arrivare in fondo aumenteranno, e non di poco.
Qui però si innesta quello che per molti è stata la nota dolente della preparazione, la gestione del gruppo da parte di Simone Pianigiani, che spesso e volentieri ha ruotato ad 8, massimo 9 giocatori, provando a mischiare le carte ma rischiando spesso di confondere le idee ai suoi stessi giocatori. Il coach senese si trova di fronte ad un’opportunità splendida, da gestire con grande oculatezza ed entusiasmo, probabilmente una delle ultime occasioni per una generazione arrivata integra al grande appuntamento. Starà prima di tutto a lui saper toccare le corde giuste per poter regalare soddisfazioni immense ad un movimento cestistico che desidera tornare grande, dopo i fasti di fine anni ‘90. E visto che non siamo superstiziosi, magari gioverà ricordare che gli unici titoli continentali li abbiamo conquistati in Francia a distanza di 16 anni l’uno dall’altro, anno di grazia 1983 e 1999. Quanto fa 1999+16???
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