Allora, da dove partiamo?

Dal brivido degli ultimi minuti, anzi, degli ultimi secondi. Attimi che hanno scritto nero su bianco la terza vittoria sui cinque match disputati dagli azzurri nel Gruppo B. Tutto bene, quindi? No, assolutamente.
Perché la partenza dei ragazzi di Messina è stato molto buono, con percentuali al tiro di primo livello e una difesa, principalmente nelle battute iniziali, all’altezza della situazione.
Nel primo quarto, la Georgia ha mostrato una certa stanchezza fisica e mentale, derivante molto probabilmente dal match concluso solo dopo l’overtime contro Israele, ma ci ha messo ben poco nella seconda frazione a tornare ampiamente in partita e ad azzerare un vantaggio importante.

I problemi sono sempre gli stessi. Non basta aver vinto e, ovviamente non è merito nostro, aver trovato la Finlandia al turno successivo piuttosto che un’altra nazionale dal tasso tecnico più elevato. Nelle rotazioni dei lunghi, Christian Burns è stato tagliato da un paio di partite ed è complesso pensare ad un suo impiego nella gara che segnerà il prosieguo o meno dell’avventura azzurra ad Eurobasket.
Sulla panchina abbiamo forse il candidato numero uno sulla lista di quelli che potrebbero guidare Italbasket, eppure sembra non bastare per fare il salto di qualità. Viene utilizzato spesso e volentieri l’hashtag #siamoquesti, un termine che rispecchia al meglio la sostanza. Siamo questi e dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo. Nessun vero playmaker di ruolo, un centro che non attacca il canestro e che sale fino  ai 10 metri per consegnare la palla tra le mani dei compagni, una dipendenza dal tiro da 3 punti come si è visto in poche occasioni. Che l’idea sia quella di prendersi tutti i buoni tiri possibili è un dato di fatto.
Gli interpreti ci sono, perché Datome, Belinelli e Aradori, oltre a Filloy e Melli, il tiro da oltre l’arco lo possiedono, ma la sconfitta rimediata con la Germania ha evidenziato in modo fin troppo chiaro che se le percentuali non risultano esaltanti, allora questa nazionale compie una grande fatica ad andare sopra i 50 punti segnati.

L’occasione con la Finlandia, però, è a dir poco ghiotta. All’interno di un Europeo in cui abbiamo fatto vedere tanti, forse troppi, alti e bassi, sarebbe il caso di mostrare una prova di una certa solidità difensiva alla quale aggiungere un attacco ordinato. Ciò non significa non sfruttare i punti di forza come il tiro da oltre l’arco, bensì non operare scelte scriteriate contro un organico sulla carta decisamente inferiore a quello azzurro.