ITALIA-GERMANIA 55-61

Ariel Filloy il migliore degli azzurri (foto Pasquale Cotugno)

Qualcuno avrebbe detto “vittoria brutta, sporca e cattiva”, in realtà sarebbe stata una vittoria alla fine di una partita inguardabile, perché come ha detto Davide Pessina in telecronaca “questo sport si chiama palla a canestro perché per vincere devi metterla dentro” e l’Italia non solo non lo ha fatto ma, a parte una buona partenza, non si è neanche mai creata le possibilità per provare a fare canestro. Arriva una sconfitta brutta, contro una Germania altrettanto in difficoltà in attacco, ma che ha una vera star NBA come Dennis Schröder che si mette al servizio dei compagni e non pensa solo al suo tabellino, e poi un paio di discreti giocatori come Voigtmann e Barthel che sanno sempre fare la cosa giusta al momento giusto. Della giornata salviamo solo il finale, cioè la vittoria all’overtime della Georgia che ci regala il passaggio del turno con la sfida a Pachulia e compagni che vale il terzo posto

LA PARTITA – Partiamo e finiamo bene, ma in mezzo è un disastro e solo una grande applicazione difensiva ci tiene attaccati al match fino a 5′ dalla sirena finale quando Schröder e Voigtmann decidono di vincerla. Belinelli apre con 6 punti e siamo 8-3 in un primo quarto in cui teniamo botta e gli ingressi di Filloy e Aradori (gli unici a salvarsi tra i nostri) ci permettono il piccolo strappo per il +1 Italia alla prima sirena. Quando però si iscrive al match il folletto degli Hawks la musica cambia, perchè anche i lunghi tedeschi iniziano ad entrare in partita e 4 punti di Theis danno il primo vantaggio alla Germania. Datome e Belinelli provano a far reagire una squadra che sembra già sulle ginocchia, chiude il secondo quarto con un misero 3/13 al tiro e va negli spogliatoi con uno sguardo che non annuncia nulla di buono. Ed infatti il terzo quarto è il momento peggiore per un Italia che forza troppo in attacco e troppo da dietro l’arco (3/14 al tiro, 0/6 da 3) e resta attaccata con i denti ad una partita che la Germania piano piano prende in mano quasi per inerzia ma soprattutto perché ogni tanto Lo e Schröder partoriscono qualche idea offensiva che porta ad un canestro. Si segna con il contagocce anche ad inizio ultimo quarto, con Aradori e Filloy, ancora loro, che ci tengono a -2, ma dopo una serie di oscenità in attacco è ancora Schröder ad armare il braccio di Barthel e poi a servire Theis che con un paio di giochi scava un solco di 12 punti da cui l’Italia non si rialza più, nonostante le due triple finali di Filloy che rendono meno amare la sconfitta e meno drammatiche le percentuali.

COSA VA – L’impressione visiva di una squadra completamente svuotata di energie fisiche e nervose, nella seconda metà di gara, è così brutta da rendere difficile trovare qualcosa di buono in una sconfitta che fa male nel morale ma che a conti fatti non compromette il cammino. Se l’Italia è rimasta in partita tirando con il 31% (si avete letto bene…) lo si deve ad una difesa eroica, che riesce a limitare Schröder e subire poco dai lunghi atipici tedeschi, subendo ancora meno a rimbalzo e concedendo solo 7 rimbalzi in attacco ai tedeschi.

Ovviamente l’altra cosa positiva è il passaggio del turno, minimo sindacale per questa spedizione. Vedremo se senza troppe pressioni la sfida di domani con la Georgia ci regalerà qualcosa di positivo, quanto meno una reazione ad una giornata pessima

Tanti, troppi tiri forzati per Belinelli (foto Pasquale Cotugno)

COSA NON VAL’elenco è lungo, probabilmente lunghissimo, e va a toccare anche e soprattutto le reali capacità di una generazione di giocatori che quasi sicuramente non riuscirà a produrre in risultati un talento chiaramente sotto gli occhi di tutti. Il tempo per le analisi arriverà alla fine di questo EuroBasket, qui ci limitiamo ad un’analisi tecnica di una partita in cui offensivamente è andato tutto per il verso sbagliato ma in cui anche la gestione dalla panchina non è stata cristallina. La buona circolazione di palla nel compulsivo tentativo di cercare il miglior tiro, nella filosofia Spurs del “good to great”, si è infranta contro le prime difficoltà nel produrre gioco offensivo e nel muovere la difesa tedesca ad inizio secondo quarto. Da lì in poi è stato un supplizio, ogni attacco italiano era una preghiera nella speranza che succedesse qualcosa con il terzo quarto che è stato la cartina di tornasole di una squadra senza idee offensive, incapace di costruire uno straccio di attacco, anche solo un blocco lontano dalla palla per liberare un tiro piedi a terra di Belinelli. Il risultato è stato un misero 18/59 totale, con un parziale di 11/43 se togliamo il primo quarto, figlio soprattutto del gelido 7/29 da 3 punti, migliorato dalle ultime due triple di Filloy. E’ il paradosso di una squadra che gioca a bassi ritmi in attacco cercando di far lavorare la difesa avversaria ma poi prende il 50% dei tiri da dietro l’arco, quasi tutti contestati.

Sono anni ormai che ci lamentiamo di una generazione che ha prodotti solo esterni ed ali ma nessun centro di peso. Vero, verissimo, ma quelli che hai, per quanto di poca qualità, dovresti quanto meno usarli. Vedere Cusin, Biligha e Baldi Rossi chiudere con tre soli tiri ed un assist (in totale, si intende) non può essere accettato, perchè vuol dire che tutti e tre sono stati poco coinvolti nell’attacco, a parte i mille blocchi su chi ha la palla, non si sono mai visti i movimenti dentro fuori della palla e la ricerca del 1vs1 in post basso (a parte Melli) che crea spesso e volentieri un tiro sul lato debole. Forse siamo una generazione di esterni e di ali moderne, ma a questo gioco i centri servono anche per giocare di sponda e noi non li stiamo usando. Ci fermiamo qui, per stasera, per le analisi più approfondite, soprattutto sulla mentalità di questo gruppo, aspettiamo la fine di EuroBasket ma i segnali, nella prima partita contro un avversario del nostro livello ed in cui bisognava prima pensare che agire, non sono stati per niente incoraggianti.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati