Gigi Datome (foto S.Trapezanlidis 2017)

Fenerbahce Dogus Istanbul – Khimki Moscow Region 71-67

Il solito Fenerbahce di questa prima fase di EuroLeague porta a casa una partita dominata per lunghi tratti ma che non riesce mai a chiudere per l’incapacità degli uomini di Obradovic di mantenere alta la concentrazione per tutti i 40′, permettendo ad un Khimki monotematico, che si affida quasi esclusivamente al tiro da fuori, di restare sempre nel match fino ad arrivare a giocarsela in volata. Il Fener parte pancia a terra, prendendo possesso del pitturato con Vesely e trascinato dalle triple di Nunnally (20 punti con 4/5 da 3) e Wanamaker, allungando in fretta fino al 22-11 con un Khimki che fatica ad attaccare il canestro e si affida al solo tiro da fuori, che quando funziona permette agli uomini di Bartzokas di rientrare sul -1 ad inizio secondo quarto con un break di 12-2.  Bastano un paio di buone difese ed un Datome (14 punti e 7 rimbalzi) come sempre chirurgico per confezionare un contro-parziale di 14-0 che porta il Fener sul +12 prima della pausa lunga. Nunnally e Wanamaker allungano il parziale fino al 21-5 che vale il massimo vantaggio sul 45-28 ad inizio terzo quarto. Obradovic regala minuti a tutta la panchina, Duverioglu compreso, ma il Khimki non molla ed è Shved a riportare i suoi sul -4 in meno di 3′ con un contro-break di 16-3. Ancora una volta serve Gigi Datome per ridare tranquillità ad Obradovic, riportando il Fenerbahce sul +10 all’ultima pausa. Non è però sufficiente perché il Khimki, con un quintetto piccolo con Gill da 5 ma soprattutto con il tiro da fuori, riesce a mangiare punto su punto arrivando ad un solo possesso di distanza a 4′ dalla fine, anzi una tripla di Markovic in transizione vale poco dopo il -1 e quella del possibile sorpasso di Jenkins è sputata dal ferro. La squadra russa ha ancora un paio di chance per portare a casa la gara, prima che lo stesso Jenkins regali 3 liberi a Wanamaker che è freddissimo e chiude il match.

(credits EuroLeague basketball)

Panathinaikos Superfoods Atene-Real Madrid 82-80

Il Panathinaikos, dopo aver sofferto nei primi due quarti, riesce a far suo il big match di giornata. Ad OAKA, davanti ad un palazzetto gremito, Gist e compagni partono forte grazie ad un avvio stellare di Lojeski, autore dei primi otto punti dei greens (8-2). Gli ospiti però, trascinati dalla classe del solito Doncic, ben coadiuvato dal tonnellaggio del duo Reyes-Tavares, mettono la freccia e concludono il primo quarto sul 23-28. Il secondo periodo prosegue sulla falsa riga del primo, con i padroni di casa che soffrono sotto le plance (18 rimbalzi in favore dei blancos contro gli 8 della compagine ateniese) e sono penalizzati dalle bassissime percentuali dal tiro oltre l’arco (3/14). Fernandez, Tavares e Thompkins si dimostrano solidi in fase offensiva e, alla pausa lunga, si giunge sul risultato di 40-54. Il Panathinaikos rientra sul parquet con tutt’altro mood, aggredendo l’attacco ospite che vede scendere in maniera drastica le proprie percentuali dal campo. L’asse Calathes-Gist crea punti ed il solito spettacolo e con un KC Rivers stellare i padroni di casa trovano il canestro del 62-62. Gli ospiti dimostrando la propria propensione nel giocare anche nei palazzetti più infuocati, creano sul parquet un basket solido e all’ultimo mini intervallo il tabellone recita 64-69. L’ultimo periodo vede un Panathinaikos ancor più determinato che, grazie alla tripla dell’ex di giornata K.C. Rivers, si riporta in vantaggio. Doncic e Thompkins le provano tutte per portare quanto meno il match all’overtime ma sul 80-80 le solide mani di Gist non tremano, consentendo al Panathinaikos di mantenere ancora una volta l’OAKA imbattuto.

(credits EuroLeague basketball)

Unicaja Malaga-CSKA Mosca 80-89

Il CSKA risponde all’Olympiacos passando anche alla Martin Carpena Arena, al termine di una gara che sembrava già segnata dopo 10′ ma che l’Unicaja Malaga ha avuto il merito di riaprire per poi mollare proprio sul più bello, quando è venuta fuori la maggiore profondità ed il talento del roster di Itoudis. Pronti, via ed il CSKA va 7-0 in meno di 2′ e poi 14-4 in poco più di 3′ con Vorontsevich già a 6 punti. Difesa che forza 3 palle perse e controllo dei tabelloni  (5 rimbalzi in attacco) le armi di un CSKA che è già sul +11 alla fine del primo quarto con un Othello Hunter dominante (8 punti e 5 rimbalzi in 6′). Malaga ha il merito di non abbassare la testa, si appoggia alle giocate di Waczynski (15 punti e 3/3 da 3 punti) e con un 15-5 in avvio di secondo quarto riapre il match. La difesa di Plaza ringhia e toglie fluidità all’attacco del CSKA, forzando anche diverse palle perse (saranno 17 alla fine per il CSKA), così Itoudis deve affidarsi ad un paio di giocate di Vorontsevich e Hines per riuscire a limitare l’emorragia e rientrare negli spogliatoi sul +7. Alcuni fischi dubbi degli arbitri fanno innervosire Malaga, che però trova ancora più energia e con le triple di Suarez, Waczynski e Salin chiude il lungo inseguimento impattando la gara. L’inerzia è tutta per la squadra spagnola che con un McCallum finalmente protagonista allunga il break fino a 17-2 toccando il +6, ma nel momento più difficile il CSKA si aggrappa a Sergio Rodriguez (21 punti e 4 assist) che con un paio di giocate dà il nuovo vantaggio alla squadra russa in apertura di ultimo quarto. Si gioca sul filo dei nervi e dell’equilibrio, con il CSKA che prova a spezzarlo con due triple di Clyburn e De Colo che valgono il +7 a 3′ dalla sirena. Malaga è stanca, McCallum perde un paio di palloni nel traffico e la squadra di Itoudis può controllare fino alla sirena.

(a cura di Fabrizio Quattrini e Federico Ionata)


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