Gustavo Ayon (Fabrizio Stefanini 2015)

Più o meno come nelle previsioni. La prima settimana di playoff di EuroLeague scorre via come tutti più o meno si aspettavano, con il CSKA Mosca ed il Fenerbahce che vanno in trasferta sul 2-0, mentre le altre due serie sono in parità, con Real e Zalgiris che sono riusciti a strappare un successo in trasferta. In particolare il Real è riuscito a risalire, soprattutto dal punto di vista psicologico, dalla fossa del -30 rimediato in gara-1, ribaltando anche emotivamente la serie. Lo Zalgiris, invece, dopo una gara-1 giocata quasi all’arma bianca, forse ha pensato troppo in gara-2, accettando i ritmi dell’Olympiacos e non riuscendo nell’ultimo quarto a pareggiare l’intensità agonistica di Spanoulis e compagni, ma presentarsi alla Zalgirio Arena con la possibilità di chiudere la serie è senza dubbio un mezzo successo.

Risultati

CSKA Mosca-Khimki Moscow Region 89-84 (serie 2-0)

Panathinaiokos-Real Madrid 82-89 (serie 1-1)

Fenerbahce-Baskonia Vitoria 95-89 (serie 2-0)

Olympiacos-Zalgiris Kaunas 79-68 (serie 1-1)

(credits EuroLeague Basketball)

Game of the Week

Perché è la serie con più titoli in campo. Perché è la serie in cui c’era stato lo scarto maggiore in gara-1. Perché tutti aspettavano la risposta del Real. Per queste e tante altre ragioni gara-2 di OAKA aveva gli occhi di tutta Europa addosso ed il match ed il risultato finale non hanno tradito le attese, rispettando anche la profezia (non ce ne vogliano Pascual ed i suoi giocatori) che avevamo fatto non più tardi di 48 ore fa. Nelle serie playoff ogni partita è a sé stante e spesso e volentieri ad una pesantissima sconfitta segue una risposta altrettanto altisonante. Perché solo così il Real poteva ribaltare, soprattutto mentalmente, la serie con i greens. Pareggiando intensità offensiva ma soprattutto difensiva e correggendo alcuni aspetti tecnici che avevano limitato l’attacco delle merengues in gara-1. E così che è stato con una partita che ha rivoltato come un calzino tutto quello che si era visto in gara-1. Il Pana aveva tirato con il 55% da tre punti e Calathes si era esaltato nello smazzare assist per i compagni? Difesa durissima sugli esterni, rotazioni difensive che hanno impedito spesso e volentieri tiri a terra, risultato un 3/16 nella seconda metà di gara per il Pana, che ha tolto tanto ritmo all’attacco di Pascual. L’altro grosso problema per il Real, in gara-1, era stato il crollo a rimbalzo. Serviva intensità e chi meglio di Don Felipe Reyes poteva darla? Gara vintage da 18 punti, 2 rimbalzi, 3 assist, 6 falli subiti, con la chicca di un 2/2 da 3 punti (in tutta la stagione solo 7 tentativi, così per dire). La sua presenza ha permesso ad Ayon, ma soprattutto agli esterni, di imperversare a rimbalzo, in particolare Thompkins e Doncic, ma anche Tavares e Randolph, nei pochi minuti chiamati in campo, hanno dato tanta energia. La verità è che il Real ha mosso meglio la palla, ha migliorato le proprie spaziature, ha costruito tiri migliori. Una formula che nella pallacanestro equivale quasi sempre ad alte percentuali e/o tanti rimbalzi in attacco. Quando riescono tutte e due (11/20 da 3 punti e 16 rimbalzi offensivi) perdere diventa difficile. Serie chiusa tornando a Madrid? No, anzi. perché nonostante tutto il Pana ha avuto le chance per vincere, pagando la serata difficile di Calathes, ma anche di Gist e Denmon, ed ha avuto nulla in difesa da Rivers. E soprattutto perché il Real rimane molto corto e con poche alternative nel backcourt, mascherata da una gara di grande sacrificio, da leader vero, di Luka Doncic (nessun canestro dal campo, 8/8 ai liberi, 5 rimbalzi e 4 assist). E’ anche vero, però, che si va a Madrid ed il Panathinaikos dovrà cercare una vittoria esterna nei playoff che manca da oltre 5 anni con una striscia aperta di 9 sconfitte consecutive. Ultima gioia nei playoff lontano da OAKA, guarda caso, in Spagna a Barcelona l’ 11 aprile 2013.

 

(credits EuroLeague Basketball)

La legge di Zelimir

Che le squadre di Obradovic cambino faccia in post-season era già assodato da tempo ma come lo fa il Fenerbahce forse nessuna mai. Da quando siede sulla panchina della squadra turca Zelimir ha una striscia aperta di 11 vittorie consecutive nei playoff (escludendo ovviamente i risultati delle Final Four). E la sensazione è che anche questa serie con il Baskonia potrebbe finire all’alba della prossima settimana. Si è vero, la squadra basca ha lottato in entrambe le gare e soprattutto in gara-2 è stata sempre in scia, mettendo anche la testa avanti un paio di volte. E probabilmente Obradovic non sarà troppo contento degli 89 punti subiti (il Fener è la miglior difesa dell’EuroLeague con 75 punti concessi agli avversari), ma anche in questa gara-2 la sensazione è che la squadra turca giochi con il pilota automatico, accelerando e rallentando quando serve, senza sprecare una stilla in più di sudore. A volte questo porta a cali di concentrazione, come le tre palle perse di Sloukas nell’ultimo minuto che concedono al Baskonia di ricucire il divario, ma quando il Fener pigia sull’acceleratore, soprattutto nella metà campo difensiva, produce sempre ottimo basket e break importanti. Come successo a metà ultimo quarto in cui la squadra di Obradovic ha fatto il break, con 4 palle recuperate, scappando sul +10 e non concedendo più nulla alla squadra di Pedro Martinez. Wanamaker e Vesely sono le costanti per il Fenerbahce, con Sloukas che ha faticato a ripetere la prova di 48 ore prima, mentre Melli e Datome hanno giocato una gara di grande solidità. Al Baskonia non sono bastati 6 uomini in doppia cifra, 21 assist ed il 40% da 3 punti. La sensazione per la squadra basca è che semplicemente il Fenerbahce sia più forte e forse neanche la spinta della Fernando Buesa Arena potrà bastare a sbarrare la strada verso Belgrado ai ragazzi di Obradovic.


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