(Foto Savino PAOLELLA 2015)

(Foto Savino PAOLELLA 2015)

Fenerbahce Istanbul-Brose Bamberg 77-69

È un brutto prima quarto quello tra i campioni in carica ed il Bamberg, ancora orfano di Andrea Trinchieri in panchina. Tante imprecisioni, attacchi statici e ritmo fin troppo blando, con il Bamberg che mette nero su bianco solamente 3 punti nei primi sei minuti di gioco. Gli uomini di Obradovic ci mettono del loro e non concretizzano un allungo che sarebbe stato provvidenziale per indirizzare la gara, così Hackett e compagni prendono fiducia e colmano il gap, chiudendo i primi 10 minuti sotto di sole tre lunghezze (16-13). Nel secondo quarto, gli attacchi cominciano a girare e la crescita del Fenerbahce ha un nome ed un cognome: Jan Vesely. L’impatto del ceco risulta evidente fin dal suo ingresso in campo e vicino al ferro la musica cambia. Al termine del match, le sue statistiche parlano chiaro: 26 punti, 11 rimbalzi, 2 stoppate e 7 falli subiti, per un 36 di valutazione che dice molto di quello che è stato il suo impatto. Il +13 con il quale si apre l’ultimo quarto permette ai turchi di rendersi protagonisti di qualche sbavatura di troppo, all’interno di un match in cui lo spettacolo è il grande assente ma che vede ben 11 giocatori del Fenerbahce andare a referto. Pessime percentuali da 3 punti (19% Fenerbahce, 25% Bamberg), a fronte di un’efficienza vicino a canestro davvero notevole, che permette a Dejan Musli di mettere a referto una prova da 18 punti, frutto di un ottimo 7/9 da due punti. Non riesce, nelle battute finali, l’aggancio. Il Fenerbahce torna a vincere, dopo la battuta d’arresto contro l’Olympiacos, e resta in scia al CSKA Mosca, approfittando della sconfitta dei russi contro il Valencia.

 

(credits EuroLeague Basketball)

Zalgiris Kaunas-Khimki Mosca 74-84

Il Khimki sbanca la Zalgirio Arena di fronte ad oltre 15000 spettatori urlanti e raggiunge la formazione lituana stessa a 13 vittorie al sesto posto. Gara a scacchi tra i due coach che alternano difese e tattiche per annientare i giochi degli avversari, ne esce quindi un match duro e poco spettacolare con il Khimki che lo vince nei quarti pari difendendo forte e costringendo Jankunas e compagni a perse e poca lucidità.  Pangos da urlo (12 punti e 15 di valutazione) mette subito la sua impronta in un match dove i lituani muovono bene la palla e difendono forte sugli avversari che tirano male (5/16) dal campo. La difesa su Shved e’ spesso asfissiante col risultato che i recuperi dei padroni di casa si trasformano in contropiede e gioco in velocità’. Gli uomini di Bartzokas sul meno 10 (38-28) ritrovano fiducia e creano gabbie in area con frequenti raddoppi che costringono quelli di Jasikevicius a tiri da tre. Shved mette il turbo e con 3 triple quasi di fila (16 punti con 4/5 da tre) piazza un 12-0 che mette inerzia e punteggio a proprio  favore.  Secondo tempo molto combattuto con gli assist di Markovic (6) ad innescare la precisione di Gill (18 punti con 6/9) mentre tra i lituani e’ Davies (14 punti con 6/6 ai liberi) a creare scompiglio nella difesa ospite. Sono di Honeycutt i punti decisivi in un lunghissimo finale dove i tre arbitri usano insistentemente l’official review.

 

(credits EuroLeague Basketball)

Real Madrid-Olympiacos Atene

La sfida tra uno dei migliori attacchi e una delle migliori difese dell’EuroLeague si risolve negli ultimi secondi in favore dell’Olympiacos, che sbanca Madrid dopo quasi un decennio (l’ultima volta nel 2009) nonostante un poco ispirato Vassilis Spanoulis. I greci iniziano a scavare piccoli solchi nel secondo quarto grazie soprattutto ai siluri di Wiltjer e anche nella ripresa, di fronte alla reazione madrilista propiziata dall’intramontabile Felipe Reyes, trovano sempre i canestri per ricacciare l’urlo in gola agli avversari. Un frizzante Causeur guida il parziale di 9-0 che sembra poter girare la partita all’inizio dell’ultimo quarto, ma lo stesso Reyes fa una grossa “frittata” (fallisce i liberi del potenziale +5 e prende un ingenuo tecnico che causa il contro sorpasso ateniese) permettendo a Strelnieks e soci di rimettere il naso avanti. Negli ultimi minuti si susseguono errori e palle perse e non fa eccezione Luka Doncic, che chiude male una partita eccellente fallendo un tiro libero molto pesante e sprecando quasi tutti i secondi dell’ultimo, disperato attacco merengue.

 (a cura di Carlo Ferrario, Alessandro Salvini e Andrea Rizzi)