(Foto di Savino PAOLELLA 2015)

(Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Khimki Mosca-Panathinaikos Atene 78-61

Vittoria importante che permette al Khimki di agguantare il Panathinaikos in classifica ed avvicinare i playoff. Pascual, alla quarta sconfitta consecutiva in trasferta, paga una serata negativa di Calathes e le difficoltà dei suoi giocatori a leggere la difesa del Khimki, tirando con il 34% e collezionando 11 palle perse. Alexey Shved, a caccia del record di punti in regular season, guida con 8 punti e 3 assist in 12′ il primo allungo del Khimki (28-18) in una gara caratterizzata dalle troppe palle perse da entrambi i lati del campo. Il Pana tira complessivamente intorno al 30% ma ha la capacità di restare nel match aggrappandosi soprattutto ai tanti giri in lunetta (ben 16  nei primi 20′), ma in difesa fatica tantissimo nelle letture e nelle rotazioni, permettendo al Khimki di punire da dietro l’arco. E sono proprio due bombe in fila di Jenkins che permettono l’allungo alla squadra di Bartzokas prima dell’intervallo lungo (46-31). Si abbassano i ritmi ma il Panathinaikos continua a faticare producendo la miseria di 4 punti in oltre 7′ nel terzo quarto. Il Khimki fa poco di più ma basta per allungare sul +20. In contumacia di un Calathes da 2 punti ed 1/8 al tiro in 30′, è Mike James che prova a caricarsi la squadra sulle spalle e provare a dare la scossa, ma la tripla da metà campo di Gill sulla terza sirena spezza gambe e speranze al Pana, che non riesce più a rientrare in un ultimo quarto che serve solo a Shved per superare i 500 punti in 23 partite giocate in stagione.

(credits EuroLeague Basketball)

Anadolu Efes Istanbul-Zalgiris Kaunas 70-86

Tiene il passo del Khimki lo Zalgiris Kaunas che passa di autorità ad Istanbul, contro un Efes che ormai non ha più nulla da chiedere a questa EuroLeague. la squadra di Jasikevicius, parte piano poi prende lentamente il controllo del match, spaccando definitivamente la partita a cavallo dell’ultima pausa, trovando una serata da protagonisti di Micic e White. Si segna tanto in avvio ed è il 3/3 da fuori di Toney Douglas che tiene in piedi l’ Efes che in difesa fatica tantissimo sul pick&roll dello Zalgiris, che crea sempre vantaggi e tiri ben costruiti (saranno 22 gli assist a fine partita). La squadra turca fatica anche in attacco dopo i primi 14′ in cui gli uomini di Ataman tirano 13/21, messi in difficoltà dalle difese adattate di Jasikevicius che permettono allo Zalgiris di produrre il primo allungo del match dopo 15′ di sostanziale equilibrio, scappando sul +8. La squadra turca prova a reagire ma le 5 palle perse pesano come un macigno e permettono allo Zalgiris di andare al riposo lungo sul +9. L’Anadolu continua a sbattere contro la difesa dello Zalgiris e pur provandoci non riesce mai ad avvicinarsi, anzi a cavallo dell’ultima pausa è proprio la squadra lituana a produrre l’allungo decisivo, con un break di 19-7, grazie ancora una volta alla difesa (che forza 22 palle perse) ed alla transizione ma anche ad una circolazione di palla su cui le rotazioni difensive dell’Efes sono sempre in ritardo.

(credits EuroLeague Basketball)

Brose Bamberg-Stella Rossa Belgrado 86-62

Il cambio del coach (Kantzouiris al posto del “nostro” Trinchieri) porta bene ai tedeschi che trovano una serata magica dalla lunga distanza (14/23 da 3 punti) scavando un fosso importante nei due periodi centrali fatti di energia ma sopratutto tanta difesa che porta ad un parziale di 48-21 che relega l’ultimo quarto a poco più che un allenamento. Wright (21 punti e 9 rimbalzi per 29 di valutazione) e’ il mattatore per i suoi che raggiungono la stessa Stella Rossa a 9 vittorie mantenendo con ancora sette match una flebile speranza di agguantare i play off. Nella “prima” in EuroLeague senza Trichieri e’ un Brose che tira tantissimo dalla lunga distanza e con buoni risultati (5/7) anche se soffre sin troppo Lazic dalla parte opposta nei primi minuti. Wright (8 punti e 3 rimbalzi) insieme ad uno scatenato Hackett (5 punti con 3 falli subiti) mettono il turbo ai padroni di casa che dietro imbrigliano con frequenti raddoppi gli attacchi della squadra serba. Partita combattuta con tanto equilibrio e tatticismi prima del 10-1 negli ultimi 150″ griffato Bamberg prima dell’intervallo lungo che chiude la difesa costringendo a tiri impiccati allo scadere dei 24” ed a bassa percentuale Feldeine e compagni. Lessort (11 punti) risponde ai colpi di Rubit (11 punti con 4/5 da due) con la formazione tedesca che pero’ appena alza i ritmi vola al massimo vantaggio al 27’ (58-42). Troppe sono le perse degli ospiti che subiscono anche a rimbalzo (27-17) sprofondando a meno 20 in un amen che diventano 24 al termine di un ultimo periodo di pura accademia.

FC Barcelona Lassa-Real Madrid 74-101

Oltre 100 punti al Palau stanno ad una manita al Camp Nou. La sostanza di questo classico è che si è trattato di una non-partita sin dalla palla a due. Nel primo tempo il punteggio (35-52) già vale più di mille parole. Il Real è una bestia ferita dalla scoppola rimediata a Gran Canaria cinque giorni fa e sfoga tutta la sua furia facendo a pezzi i catalani sia dalla lunga distanza, con Carrol e Fernandez, che sotto le plance, dove Reyes e Ayon banchettano. Ma l’uomo copertina di questo Clasico è sicuramente Facundo Campazzo che fa uno sfoggio quasi imbarazzante della sua sapienza cestistica portandosi per un tempo a scuola Heurtel e le guardie blaugrana con il vecchio satiro Navarro a cantare e portare la croce con autonomia limitata. Un Messi in blanco con visioni celestiali che fa scorrere copioso il sangue di un Barcelona troppo brutto per essere vero. Lo specchio del disastro totale è il body language di Pesic durante il secondo tempo che vede il Real flirtare coi 30 punti di vantaggio. Mani in tasca, qualche accenno di rotazioni frenetiche, mentre il suo dirimpettaio pescava a piene mani da una panchina sterminata potendosi permettere, forse, uno dei peggiori Doncic della stagione. E non sono una scusante i ko di Ribas ed Oriola in casa Barça. Sarà stata la sbornia della Copa del Rey, sarà stata la mancanza di motivazioni per una pessima EuroLeague da concludere per onor di firma ma, almeno, bisognerebbe salvare la dignità: era pur sempre un Clasico europeo! Ma la sostanza è che al Palau Blaugrana risuona un solo grido: Hala Madrid!

(a cura di Fabrizio Quattrini, Alessandro Salvini e Jacopo Romeo)


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