Kyle Weems (foto Pasquale Cotugno)

BOLOGNA – Di motivi per battere l’Alba Berlino nella 13° giornata di Eurolega, la Virtus Segafredo ne aveva: rifarsi della sorprendente sconfitta casalinga contro Scafati all’esordio stagionale nella “casa” provvisoria (e francamente inadatta al basket) della Virtus Segafredo Arena in fiera; tornare a vincere in Eurolega dopo quattro KO per staccarsi dal fondo della classifica, allontanando la lungodegente EA7 Milano e avvicinando la zona playoff; e – non meno importante – ritrovare fiducia e condizione in vista dell’intenso periodo natalizio. E i ragazzi di Sergio Scariolo non hanno tradito, superando per 85-76 – non senza qualche patema – i campioni di Germania, giunti così al record di dieci sconfitte consecutive in Europa (peggio anche dell’Olimpia Milano, giunta a nove).

Le Vu Nere hanno tenuto il naso avanti per tutta la partita, trascinate in particolare da Kyle Weems e dai lunghi: l’esterno americano, infatti, dopo essersi distinto in apertura si è preso le responsabilità decisive nel finale, mentre Mam Jaiteh e Ismael Bako (lodati nel post-partita da coach Scariolo per il rapporto qualità-prezzo) hanno fatto impazzire i lunghi berlinesi, solo a tratti in grado di dare pan per focaccia. Chirurgici anche Daniel Hackett e Toko Shengelia, capaci come sempre di alternare solidità difensiva e stoccate offensive al momento giusto.

Nelle file berlinesi, al di là dei lampi del “croato” Jaleen Smith e delle giocate di classe di Luke Sikma (definito da Scariolo uno dei migliori lunghi dell’Eurolega), da rilevare la modesta prestazione dell’ex Fortitudino Gabriele Procida che, dopo un inizio di stagione molto incoraggiante, sembra nelle ultime settimane aver perso fiducia in se stesso e forse, in parte, anche quella di coach Gonzalez.

Infine, un’ulteriore nota a margine: in conferenza stampa, entrambi i coach hanno avuto da ridire sul fitto calendario dell’Eurolega, che non consente di allenarsi a dovere né di recuperare le energie fisiche e mentali necessarie per affrontare gli impegni europei. Una lamentela più volte espressa anche da altri coach, giocatori e dirigenti della massima competizione continentale, anche membri di club con roster di 15 o più elementi. Se i diretti interessati ritengono che questi ritmi siano eccessivamente logoranti e vadano a scapito dello spettacolo offerto in campo (e dunque a scapito degli appassionati), viene da chiedersi a chi servano tre partite a settimana. Se non agli sponsor e ai pochi che con essi guadagnano, ovviamente.