A Milano bastava un punto, per andare in vantaggio nella penultima azione. Al CSKA ne bastavano due per costringere l’Efes al supplementare: eppure le squadre di Itoudis e Messina hanno optato per la stessa soluzione, un inutile e più difficile tiro da tre punti, con Clyburn e Punter. E hanno perso, contro avversari più attrezzati per vincere l’Eurolega.
Non si può fotografare una partita con un solo tiro, però la riflessione sull’ultimo possesso di Milano e CSKA racconta molte cose. Innanzitutto che le squadre che hanno tirato di più dall’arco e puntato di più sugli isolamenti hanno perso: questo tipo di soluzione paga ancora di meno nel momento in cui si decide la partita. E poi che nelle azioni più calde non disponevano del talento dell’avversario che avevano di fronte. I grandi protagonisti di queste semifinali sono stati i campioni annunciati, e non tanto i veterani o i rookie di CSKA e Olimpia: Vasilje Micic ha giocato una partita da MVP dalla stagione quale è stato, anche se nell’ultimo quarto ha perso palloni sanguinosi. Nell’arco dei 40’ ha mostrato una classe ineguagliabile in questa competizione, ha chiuso con 25 punti in 35’ relegando Larkin (11) al ruolo di utile comprimario che parte dalla panchina. Lo hanno aiutato un sorprendente Sanli e un chirurgico Rodrigue Beaubois: le triple che indirizzano il piano gara nel primo quarto sono le sue, i canestri che evitano alla nave di affondare altrettanto. “Non pensiamo alla stagione scorsa, sarebbe sbagliato”, ci ha detto a fine gara. “Il calo di concentrazione nel finale in partite come questa non ha nulla di sorprendente, entra in gioco anche la fatica”. L’Efes ha battuto entrambe le volte in Barça in stagione regolare, e resta il nostro favorito per la vittoria finale.
Oltre a Higgins, tra i blaugrana non ha mancato l’appuntamento il vice-MVP, Nikola Mirotic, che ha chiuso con 21 punti e soprattutto 10/13 ai liberi: impossibile fermarlo per i lunghi di Milano, e alla fine il punto debole della squadra di Messina si è rivelato fatale quando c’era da raggiungere l’obiettivo più importante. Ottima anche la prova di Calathes, che però è uscito per infortunio e potrebbe marcare visita in finale. Il ventunenne argentino Bolmaro ha l’occasione per consacrarsi dopo la buona prova in semifinale. E poi non bisogna dimenticare la straordinaria prima metà di gara del quarantunenne Pau Gasol, autore di 10 punti con due triple frontali che hanno tagliato le gambe a Milano.
Chi ha steccato, invece? Non ce la sentiamo di inserire tra questi nomi Hackett, perché ha avuto un ruolo importante nella rincorsa del CSKA nell’ultimo quarto. Ma Shengelia merita a mani basse il premio di peggior giocatore di queste F4. A Milano hanno steccato LeDay e Delaney, a cui sono tremate le gambe. Ma anche il veterano Kyle Hines, che ha sbagliato la prima partita della sua stagione e infatti il 9-0 di Milano è arrivato quando sedeva in panchina e Tarczewski faceva legna sotto i tabelloni. A questa squadra manca un lungo forte, capace di dominare, e già si parla di Nicolò Melli. Armani sarà pronto a un altro sforzo di questo tipo?
di Nicola Accardo, a Colonia