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Brown appoggia a canestro contrastato da La Torre. Treviso-Roma è stato uno dei momenti più intensi della tre giorni bolognese (Foto – Matteo Cogliati)

IL BASKET – Non possiamo che unirci alle considerazioni di Stefano Valenti, responsabile Area Comunicazione di LNP, e dello stesso presidente Basciano, quando parlano di un livello tecnico altissimo visto nella tre giorni bolognese, probabilmente quello più alto visto finora nelle edizioni di Coppa Italia della nuova LNP. Il vero vincitore è proprio il basket, quello giocato, con 10 partite belle ed intense che non fanno che certificare l’accresciuto livello del campionato, due quarti di finale decisi in volata, due combattuti per venti minuti solo perché Legnano e Agrigento sono arrivate a Bologna in condizioni fisiche non perfette. Poi due semifinali stupende, che hanno mostrato solo il bello di questa categoria, per chiudere in bellezza con una finale giocata punto a punto dal primo all’ultimo secondo, fino al canestro decisivo di Rosselli a 20″ dalla sirena. E come se non bastasse sabato e domenica anche la Serie B ha fatto vedere quale sia il livello del campionato, con tre partite tiratissime ed una finale dai toni quasi epici nel suo svolgimento. Una tre giorni bolognese che non fa che aumentare l’interesse per questi campionati a due mesi dal via dei playoff, che mai come quest’anno si annunciano spettacolari.


(Gli HL delle due semifinali – credits Lega Nazionale Pallacanestro canale Youtube)

La Virtus Bologna solleva un trofeo a distanza di 8 anni (foto di Matteo Cogliati)

SEGAFREDO BOLOGNA – La Virtus riapre la bacheca dopo 8 anni. Nel 2009 alzava l’Eurochallange, mentre oggi può festeggiare la Coppa Italia di A2, un trofeo meno nobile rispetto ad altri conquistati in passato ma che rappresenta un importante riconoscimento del buon lavoro svolto finora dalla truppa di Ramagli. Il coach bianconero bissa il successo del 2015, quando sedeva sulla panchina di Verona. L’altra finalista della competizione, Biella, ha messo in grande difficoltà Bologna sfruttando l’atletismo e il talento di Mike Hall e i padroni di casa hanno dovuto spremere tutto il roster per piegare le resistenze dei piemontesi. Una delle note più liete, in casa Virtus, del lungo weekend della Coppa Italia è il ritorno in campo di Kenny Lawson e di Klaudio Ndoja dopo l’infortunio alla caviglia, oltre al ottimo fine settima di Marco Spissu, premiato non sollo come miglior Under della manifestazione ma anche come MVP della finale. Il roster della Segafredo, al completo, appare profondo e ben allestito per provare, fra qualche settimana, l’assalto alla Serie A, facendo i dovuti scongiuri visto che in epoca LNP nessuna squadra ha saputo realizzare la doppietta Coppa-promozione.

MIke Hall, vincitore morale del titolo di MVP, simbolo di una Biella da impazzire (Foto – Matteo Cogliati)

EUROTREND BIELLA – Ad un passo dalla vittoria della Coppa. Questa è l’Angelico che perde la finale di un solo punto alla Unipol Arena di Bologna disputando tre partite praticamente perfette pur senza il capitano De Vico. Dopo aver sconfitto Mantova nel match inaugurale, nella semifinale è Treviso la vittima di un Ferguson ancora al limite della perfezione. Per l’Usa oltre 25 di media in 3 match e tantissima personalità. Attributi che non mancano anche a Mike Hall col giocatore lo scorso anno infortunatosi gravemente che ha disputato una finale stoica con 24 punti, 19 rimbalzi, 4 assist e ben 42 di valutazione, la sua faccia stremata a fine gara la dice tutta sulla sua voglia interiore di alzare un trofeo dopo tanta sofferenza per ritornare a giocare. Formazione piemontese plasmata da coach Carrea, ironia del destino lo scorso anno vicino anche all’esonero, che dopo la prima piazza del girone Ovest ha fatto applaudire tutti i presenti con il suo team che ha portato almeno 500 tifosi in trasferta nella speranza di alzare di nuovo la Coppa dopo la prima di LNP disputata a Rimini.

Javonte Green ha giocato due gare di livello assoluto (Foto – Matteo Cogliati)

ALMA TRIESTE – Prosegue il momento magico della formazione di coach Dalmasson che perde in semifinale di Coppa solo dai padroni di casa della Virtus e dopo una gara avvincente dove Bologna tira quasi perfettamente dalla lunga distanza. Secondo tempo coi fiocchi contro Legnano con allungo decisivo e semifinale meritatissima per suggellare una parte di stagione da standing ovation. poche ore dopo contro i bolognesi vendono carissima la pelle con un Green extra lusso che segna a ripetizione (37) timbrando una media di trenta nella due giorni bolognese, a cui aggiunge 6 recuperi e 43 di valutazione finale confermandosi insieme a Jordan Parks una delle coppie migliori dell’intera A2. Coppa che certifica la crescita in personalità di Bossi e la “garra” di Baldasso che contro Legnano segna 4/8 da tre punti.

La gioia del Cuore Basket Napoli (foto di Matteo Cogliati)

STEFAN NIKOLIC / ROBERTO MAGGIO (GLS Cuore Basket Napoli) – Sono il simbolo dell’impresa del Cuore Basket Napoli, che da possibile sorpresa torna a casa con la Coppa, sperando sia solo l’inizio di una bella avventura per l’ennesimo tentativo di portare il grande basket nel capoluogo campano. Il giovane giocatore serbo è una delle piacevoli sorprese del campionato della squadra di Ciccio Ponticello, con i suoi 13 punti e 6 rimbalzi in poco più di 20 minuti di utilizzo a partita, ed a Bologna soprattutto in finale ha dimostrato tutto il suo talento, caricandosi sulle spalle la squadra in una gara difficile in cui i soliti terminali offensivi erano in difficoltà per diversi motivi. Ha chiuso la finale con 23 punti con il 90% al tiro ed i canestri fondamentali nel finale, dove la zampata decisiva l’ha però messa il simbolo di questa squadra, quel Roberto Maggio che già dodici mesi fa aveva alzato la coppa con la maglia di Forlì e che in estate è tornato nella sua città per aiutare la creatura del presidente Ruggiero e del DS Corvo. Una tre giorni da grande protagonista, poi una finale iniziata con una brutta scavigliata e poi un ritorno sul parquet zoppicante, ma stringendo i denti è arrivato fino in fondo quando, da vero leader, si è preso la responsabilità di attaccare il canestro e mettere il floater che vale la Coppa.


(Gli HL delle finale di serie A2 – credits Lega Nazionale Pallacanestro canale Youtube)

DOWNS

Per essere in Italia una connessione WiFi anche decente, peccato che in molti fossero abituati alla fibra ottica di Rimini…

ORGANIZZAZIONE – Il punto è capire quale fosse l’obiettivo dell’organizzazione. Se era un torneo di basket, in cui il campo fosse l’unico protagonista, allora l’obiettivo è stato centrato in pieno (vedi sopra). Però il confronto con le edizioni riminesi è stato naturale per chi aveva frequentato la Riviera gli anni scorsi. E da questo punto di vista la tre giorni di Casalecchio ne esce ridimensionata, con tante cose rivedibili ma soprattutto la mancanza di un vero coinvolgimento del pubblico aldilà di quello che accadeva sul parquet. Per prima cosa la politica dei prezzi (anche i 20 euro per le gare della serie B sono troppi per gli standard del campionato) e la decisione di dividere le giornate di venerdi e sabato in sessioni pomeridiana e serale, ha contribuito ad allontanare il pubblico non interessato ma soprattutto ha finito per non creare alcuna partecipazione dei presenti ai, seppur pochi, eventi collaterali. Clinic degli allenatori ed incontro Basciano-Petrucci con le tifoserie a parte, non c’era nulla che potesse coinvolgere il pubblico e la stessa Fan-zone era uno spazio creato alle spalle di una tribuna, nascosto agli occhi e di difficile individuazione, dove erano stati allestiti due canestri che hanno richiamato ben poche persone, ed in pochi si sono accorti del torneo minibasket 3×3 andato in scena sabato e domenica pomeriggio.

Tanti seggiolini vuoti alla Unipol Arena (foto di Matteo Cogliati)

Sono mancati gli stand delle società che creavano aggregazione e partecipazione, la possibilità di incontrare giocatori ed allenatori in giro per l’Arena, anche solo per una foto od un autografo, un’area hospitality tenuta nascosta e non al centro della scena, come era avvenuto a Rimini, e dove i giornalisti hanno avuto accesso solo nella giornata di domenica. Le stesse tribune della Unipol Arena aldilà dei comunicati stampa di ordinanza (a proposito di giovani valdostani neanche l’ombra, tanto meno 15.000 come annunciato alla vigilia), soprattutto nella giornata di venerdi erano desolatamente vuote, tanto da sentire distintamente le voci dei protagonisti in campo e solo nella seconda parte della giornata di sabato e poi domenica si è finalmente vista un pò di gente. Lo stesso palco concerti non ha suscitato grande interesse, a parte il ricordo di Lucio Dalla molto applaudito dal pubblico, non solo di fede virtussina, nella serata di venerdi. Tutto questo senza citare i cancelli aperti solo con 20 minuti di anticipo rispetto alla prima palla a due di venerdi;  i giornalisti di fatto “prigionieri” della Unipol Arena nella prima giornata, nonostante accredito e braccialetto segnaletico; la stessa ridicola dimensione della tribuna stampa per una manifestazione di questo tipo, con solo 35 posti a sedere con tavolino e circa una decina di sedie senza tavolo e visuale nulla del campo, che ha creato qualche battibecco di troppo nelle giornate di sabato e domenica tra i giornalisti presenti, nonostante l’encomiabile lavoro degli addetti di LNP che hanno provato a gestire una situazione difficile per lo spazio ridotto a disposizione; oppure la gestione degli accrediti stessi con società del campionato non presenti a Bologna praticamente tagliate fuori e nella giornata di venerdi il caos della doppia sede, con accrediti che non davano accesso ad entrambi i siti di gare. Nel complesso, quindi, una organizzazione del Gruppo Sabatini più che rivedibile a nostro parere, con la speranza che LNP ritorni a interfacciarsi con soggetti che portino idee nuove come quella di Rimini Fiera, che aveva portato un pò di freschezza nell’ingessato mondo del basket italiano, che purtroppo abbiamo rivisto nella tre giorni di Casalecchio.

a cura di Alessandro Salvini, Fabrizio Quattrini e Marco Bogoni


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