Una parola buona per tutti, un sorriso a trentadue denti e lo sguardo vigile da lavoratore indefesso ma allo stesso tempo rivolto al futuro come il più incallito dei sognatori.

Massimiliano Del Conte,  Max per gli amici e gli addetti ai lavori, è l’uomo della rinascita del basket teatino.

Raggiunto dai nostri microfoni, con la timidezza che lo contraddistingue ma anche con un pizzico di meritata soddisfazione nella voce, ci racconta il ritorno di Chieti nella terza serie nazionale di basket.

Il punto di partenza di questo progetto è senza ombra di dubbio da ravvisare in quel 21 Maggio 2017, giorno della fatale sconfitta teatina in gara 4 in quel di Forlì, con il team abruzzese che è costretto ad abbandonare la seconda serie nazionale. Quali sono state le emozioni provate in quei tragici istanti?

Non posso assolutamente negare che la delusione è stata davvero tanta ma, come ho già riferito anche in altri ambiti, la voglia di ricominciare era tantissima. Abbiamo tentato di ripartire da un campionato importante già l’anno scorso, senza riuscire però nei nostri intenti. Quest’anno siamo stati impegnati in un entusiasmante campionato di serie D e in questo senso ho lavorato dal primo giorno per riuscire a compiere qualcosa di importante e sono piacevolmente stupito dall’interesse e dalla soddisfazione che si respira qui oggi. Nonostante l’anno passato stessimo disputando un campionato di serie D abbiamo continuato a lavorare come se non fosse successo nulla, a prescindere dalla categoria che stavamo affrontando abbiamo sempre fatto del nostro meglio. Questo importantissimo lavoro ci ha permesso di rimanere vigili e di continuare ad intraprendere un percorso ultimato a Maggio. Siamo stati molto veloci e in un certo senso anche fortunati ad accordarci con una società seria e disponibile come quella di Recanati, sono tutte bravissime persone e non posso negare che sin dalle prime trattative c’è stato un certo feeling. 

Dopo i vari tentativi dello scorso anno, finalmente Chieti è riuscita a riconquistare un tanto agognato titolo sportivo che le permetterà di ripartire da dove sarebbe dovuta essere…

Come precedentemente affermato, non nego che i tentativi di acquisire un titolo ci siano stati anche l’anno scorso. Il problema principale, però, è da ravvisare nel fatto che ci siamo mossi con ritardo perché nelle nostre intenzioni vi era la volontà di proseguire con il titolo sportivo che avevamo e, nel momento in cui abbiamo deciso di virare su altro, i tempi erano troppo brevi per riuscire a chiudere trattative così importanti e complicate. Sarò ripetitivo ma ritengo che il lavoro effettuato quest’anno sia stato determinante per avere gli stimoli giusti affinché le trattative andassero in porto. Ringrazio tutti gli sponsor che ci hanno dato fiducia in questo scorso campionato e che ci hanno dato la possibilità di non ripartire da zero. 

Quali sono stati i tuoi stimoli per ripartire dopo un’annata storta come quella che ha visto Chieti retrocedere nonostante il doppio fattore campo nei playout?

Sicuramente nell’ambiente si respirava una legittima sfiducia, certamente figlia delle innumerevoli partite perse all’ultimo minuto e dalla difficoltà di analisi a caldo che ne conseguiva. Abbiamo deciso di ripartire proprio da questi errori, pensando che proprio in quel campo sarebbe stato necessario compiere qualcosa di diverso. Dal punto di vista personale posso sicuramente dirti che l’abnegazione al lavoro e gli stimoli per riportare Chieti dove merita non mi sono mai mancate. Tutto ciò ha permesso a me e a tutte le persone che mi sono state di compiere questo importantissimo passo. Se posso raccontarti un breve aneddoto, Sorgentone (ufficializzato proprio quest’oggi head coach dei teatini ndt.) mi ha burlescamente definito “serial killer”, in grado di covare e programmare quello che era nella mia testa e in grado di colpire nel momento necessario, nonostante molti tra gli addetti ai lavori non ci accreditassero come compagine capace di acquisire un titolo sportivo. 

Come hai precedentemente detto, la conquista di questo campionato di serie D è stato un utile trampolino di lancio!

Condivido appieno quanto da te affermato. Partire come favoriti è sempre difficile, essere costretti a vincere ti condiziona nel dover fare sempre bene e nel dover essere sempre sul pezzo per portare a casa un risultato utile. Ci siamo riusciti con qualche difficoltà ma facendo di necessità virtù, riuscendo a coinvolgere così tanto il pubblico teatino che in gara 1 contro Lanciano a gremire gli spalti del nostro palazzetto c’erano più di 660 persone, non poco per la categoria. 

Qual è il tuo lavoro e come lo definiresti?

Al momento ricopro il ruolo di amministratore unico e responsabile societario anche se ho scelto di affidare il ruolo di presidente operativo a Gabriele Marchesani mentre Michele Paoletti, graditissimo ritorno, andrà a ricoprire il ruolo di general manager. Riguardo al mio lavoro, non posso non affermare che sia fortunato ad occuparmi di uno dei più belli al mondo. Provo davvero passione per quello che faccio quotidianamente e maggiori sono le sfide, maggiore è la mia voglia di confrontarmici. 

Riguardo alle notizie che più da vicino interessano i supporters biancorossi, quali sono le prime notizie di mercato?

Sicuramente, dal primo giorno di questo progetto la nostra idea era quella di andare a costruire una squadra dalla fortissima matrice abruzzese e teatina, andando ad operare quindi un’importante strategia di territorial marketing. Di ufficiale c’è la firma di Sorgentone come head coach mentre, come confermato anche da diverse testate locali, vicinissime sono le firme di giocatori importanti per la categoria come Gialloreto, Di Carmine e Di Emidio. Prometto comunque che i colpi di mercato non finiscono qui e nei prossimi giorni ne sentirete delle belle, ci teniamo a costruire una squadra più che competitiva. Ci tengo a precisare però, che anche se avessimo affrontato una categoria ancora più importante come la serie A2, quella della territorialità sarebbe stata comunque la matrice principale e avremmo fatto importanti sforzi per portare a casa i talenti della nostra città e della nostra regione che calcano i parquet dei più importanti palazzetti d’Italia. 

Quali sono gli obiettivi tuoi e della nascente società?

Sicuramente l’obiettivo principale è quello di costruire un importante piano triennale che ci dia l’opportunità di tornare in serie A2. I miei progetti sono ovviamente legati a quest’idea e collimano con quelli della neonata società. Abbiamo tutte le carte in regola per fare bene e daremo sempre il massimo.

 

I progetti sono di sicuro importanti e ai più disfattisti potranno sembrare velleitari ma, come dimostrato a Chieti, il mondo è senza ombra di dubbio di chi sogna.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati