Trentacinque anni dopo ritorna la stracittadina ad Imola, sin da un’ ora prima della prima palla a due al di fuori dal vecchio Ruggi si respira l’aria delle grandi occasioni con le tifoserie costrette a due ingressi separati e controlli accurati. Una volta dentro il palasport imolese evidenzia tutti i limiti di capienza e scomodità anche se l‘entusiasmo e’ finalmente alle stelle con tifo, bandiere, sciarpe e sfotto’ vari. Per chi nell’87, anno delle ultime sfide tra le due società’ imolesi, e’ stato presente e con meno primavere sulle spalle tanti ricordi che riaffiorano ed un accenno di occhi lucidi. Non manca prima dell’inno di Mameli una targa al sindaco con presenti due ragazzini con canotte delle due franchigie in campo.
“A. Costa Ancora tu..ma non dovevamo vederci più’ “ inizia con una citazione di una famosa canzone di Battisti lo striscione dell’Armata Giallonera. “Fallimenti e fusioni con altre società’, davvero potete sfotterci per queste cose qui “ risponde subito l’Onda D’Urto biancorossa.
All’uscita prima dell’intervallo, con le squadre già’ uscite, sotto la panchina della AC cade un plexiglass che non regge la pressione dei tifosi biancorossi. Per fortuna nessun danno e nessuno si e’ fatto male ma conferma in caso di eventi da sold out come il palasport del santerno sia inadeguato.
I gialloneri tentano la fuga con la doppia cifra di vantaggio di fine terzo periodo grazie da un Morara mortifero alle triple (3/4) ed un bellissimo balletto in campo nei due minuti di stop da parte delle ragazzine della polisportiva Nazzareno di Carpi.
Quando i padroni di casa alzano le percentuali per l’Andrea Costa e’ calata la notte fonda con la zona Virtus a togliere idee agli avversari sotto di venti punti. In questo momento tra i padroni di casa sale il coro “siete al cinema” mentre nella sponda opposta il solito “per amore” cerca di spingere ad una reazione d’orgoglio per i propri beniamini. Regazzi, coach Virtus che nei derby dell’87 era playmaker titolare in campo, svuota la panchina ad un minuto dal termine coi suoi abbondantemente in controllo ed il pubblico festante che per qualche mese potrà sfottere in città i “cugini”.

Il primo in conferenza stampa e’ il coach della Virtus, Marco Regazzi, febbricitante e con poca voce ma molto orgoglioso del lavoro e del suo gruppo. “C’e’ una grande soddisfazione per me. A distanza di 35 anni da quando giocavo. Complimenti ai giocatori, dopo la beffa di Ancona non era facile e vista la settimana non facile. Contorno bellissimo, non penso di aver mai visto un palasport cosi pieno. Abbiamo meritato alternando un po’ di difese e mosso bene la palla giocando di gruppo. Sapevamo che loro volevano giocare a bassi ritmi ma noi oggi eravamo troppo motivati andando sopra alle capacita’ fisiche. Dopo 35 anni io ho detto ai ragazzi che voglio il lieto fine, ero giovane e con le spalle meno coperte al tempo da giocatore ma ora siamo avanti. Ad inizio si diceva squadra fatta con troppi punti interrogativi ma stiamo facendo bene. “

Grandi:” Prima di tutto complimenti alla Virtus per come allestito l’evento e come hanno giocato. Sulla gara siamo stati bravi a reagire alla prima fiammata riprendendo in mano la partita. La chiave della partita? Il quarto fallo e l’antisportivo a Ranuzzi poi Morara ha preso in mano la gara. La Virtus ha preso in mano la partita ma noi non possiamo non reagire e bloccarci. Mi aspetto un comportamento diverso dai leader come Alex e lui sa benissimo. Partita condizionata dai falli a Restelli e Falli all’inizio, dovevamo rimanere lucidi e giocarcela nell’ultimo quarto. Troppo nervosi? Non possiamo permettercelo questo nervosismo e dopo abbiamo fatto fatica. Dobbiamo rimanere sereni e tranquilli senza farci influenzare. Aspetto mentale da lavorare, da domani in palestra per preparare la sfida a . Mi dispiace per i tifosi e per il loro sostegno che ci danno ma devono capire che la squadra s’impegna e lotta e continuino a seguirci. Vogliamo riprenderci e migliorarci ed abbiamo bisogno del loro sostegno, perdere cosi brucia.”