Durante il raduno della nazionale italiana a Roma, abbiamo scambiato due parole con Simone Pianigiani, CT della nazionale italiana, tra Wild Card, programmi per l’estate azzurra e i complimenti a Marco Belinelli.
Come è andata la due giorni di raduno?
Molto bene. Abbiamo deciso, tempo fa, che questo deve diventare un appuntamento fisso. Così come per il primo raduno di qualche settimana fa, anche questa due giorni ha evidenziato l’entusiasmo che i ragazzi mettono sul campo e fuori per far parte di questo Club Italia. Abbiamo ruotato qualche giocatore rispetto all’ultima volta e i nuovi arrivati hanno dimostrato di meritare con l’impegno questa chiamata. La cosa che più ci interessa, adesso, è che più giocatori possibili prendano confidenza con le metodologie di lavoro, con lo staff tecnico e con lo staff medico. Volgiamo creare un database fisico-tecnico di tutti i migliori d’Italia. Molti di questi ragazzi si conoscono grazie a percorsi comuni fatti nei club e con le nazionali giovanili. Adesso, devono imparare a lavorare insieme nelle nazionali maggiori.
Questo è il secondo raduno dall’inizio dell’anno ma è il primo dopo la rinuncia della FIP alla Wild Card. Come cambia il lavoro della nazionale in vista di quest’estate?
Prima di tutto cambia la tempistica. Il mondiale sarebbe iniziato a settembre. Le qualificazioni iniziano il 13 di agosto. La nazionale si radunerà a inizio luglio. Parallelamente, anche la nazionale sperimentale inizierà a lavorare. Il nostro programma è di lavorare con una trentina di giocatori che possano essere disponibili per le qualificazioni.
Il presidente Petrucci, durante la conferenza stampa in cui ha annunciato la rinuncia alla Wild Card, ha voluto spendere due parole sul dispiacere che provava nel sapere che un coach di livello internazionale come lei, non avrebbe potuto misurarsi con i migliori alla Coppa del Mondo. Come ha vissuto, personalmente, questa rinuncia?
Sono stato sempre in totale sintonia con le decisioni del presidente e della Federazione. Sapendo che, la rinuncia alla Wild Card, non significa assolutamente fare un passo indietro nei progetti della nazionale. Quando ho accettato il tempo pieno sapevo perfettamente che si sarebbe trattato di un progetto a lungo termine. Il nostro primo pensiero è programmare il percorso giusto per arrivare ad avere una grande nazionale Senior. L’unico modo per riuscirci è investire tempo ed energie nella formazione dei giovani. Questo può essere fatto, con grande efficacia, anche giocando le qualificazioni per Euro 2015. Mi dispiace solamente non poter giocare molte partite per la qualificazione quest’estate. Per Euro2013, il torneo di qualificazione era a cinque squadre. Ora hanno ristretto la pool a sole 3 squadre. Noi comunque non ci limiteremo a quelle partite. Organizzeremo amichevoli, anche di livello per cercare di dare più minuti e qualità possibile ai giocatori che parteciperanno all’estate azzurra. Dovremo stare attenti a gestire al meglio i giocatori a disposizioni. Insieme alle squadre di provenienza, programmeremo impegni differenziati. E’ chiaro che chi avrà giocato i playoffs, sarà molto più stanco di chi ha finito di giocare con la regular season.
In questi raduni avete lavorato soprattutto con i giovani. Quest’estate ci saranno anche i Big. A questo proposito vuole dire qualcosa a proposito della vittoria di Marco Belinelli nella gara del tiro da 3 all’All Star Game NBA?
A parte che abbiamo tifato tutti per lui? E’ uno spot splendido non solo per il nostro movimento ma soprattutto per i tanti giovani, come questi che abbiamo qui oggi, che iniziano a fare davvero sul serio. Marco ama davvero questo gioco. E questo è il motivo che l’ha portato dall’altra parte dell’oceano a giocare a pallacanestro. Voleva alzare la sua asticella per migliorare il suo modo di giocare a pallacanestro. La sua vittoria deve essere l’occasione per ricordare come Marco è arrivato a questo punto. I nostri quattro ragazzi che sono dall’altra parte dell’oceano sono uno spot fantastico per i nostri ragazzi. Dobbiamo sempre ricordarci come il duro lavoro e la loro passione per il gioco li ha portati in NBA. Complimenti Marco!
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