(foto S. Paolella 2013)

Alessandro Gentile (foto S. Paolella 2013)

Serbia, Spagna, Lituania, Italia, Francia, Slovenia, Croazia e, dulcis in fundo, l’Ucraina di Mike Fratello. Questo il lotto delle magnifiche otto d’Europa che si giocheranno il titolo continentale e verosimilmente i 7 posti disponibili al prossimo mondiale di Spagna 2014.

 Come in ogni competizione l’arrivo alla dirittura finale porta con sé intrinsecamente la necessità di fare i primi bilanci, in particolar modo per le nazionali che hanno già lasciato la competizione. In primis la Finlandia di Henrik Dettman, che ritorna ad Helsinki con l’onore delle armi, bissando il successo della campagna del 2011, dove gli scandinavi erano arrivati ad una sconfitta dai quarti di finale. Se due indizi fanno una prova il movimento finlandese ed in generale quello nordico sono in grande ascesa, con un sempre maggior numero di prospetti a calcare i parquet europei di massimo livello oltre che quelli oltreoceano di NCAA e NBA.  In questo senso da tenere d’occhio il giovanissimo Lauri Markkanen, ala del 1997 di sicuro avvenire.

Trinchieri (foto A. Bignami 2013)

Trinchieri (foto A. Bignami 2013)

Di tutt’altro tenore invece il ritorno a casa della Grecia di Andrea Trinchieri, che ha pagato in maniera salata la sconfitta contro la Finlandia nella prima fase, uscendo comunque solo dopo una partita al cardiopalma e decisa dopo due supplementari da episodi casuali. Fino alla partita con l’Italia gli ellenici sembravano una macchina oliata alla perfezione, meccanismi da orologio svizzero e la miglior pallacanestro dell’Europeo. Nella sfida con gli azzurri qualcosa nella testa del gruppo sembra però essere cambiato, e non sono nemmeno da ignorare le responsabilità del tecnico italiano. Trinchieri infatti sembra aver peccato di presunzione tattica a partire dal match con l’Italia, sentito probabilmente in maniera particolare per la malcelata rivalità con l’altro rampollo d’oro delle panchine italiane.

Da quella sconfitta si  è aperta una crepa via via sempre più ampia nelle certezze mentali e tattiche del coach milanese, che ha messo quasi ai margini della rotazione due dei protagonisti delle prime vittorie come Printezis e Perperoglou. L’energia e il killer instinct del duo dell’Olympiakos sarebbe infatti potuto servire in alcuni momenti chiave delle sfide perse con Croazia e Slovenia, risultate determinanti per l’eliminazione. Tra addetti ai lavori ed insider sembrano farsi sempre più assordanti le voci che vedono un passo indietro da parte di Trinchieri, con lo spettro di Katsikaris, tra l’altro presente in Slovenia in veste di commentatore, a farsi sempre più vicino.

In tutto questo gli azzurri continuano il loro cammino preparandosi al quarto di finale contro la Lituania, risultato visto come improponibile fino a solo un mese fa. Per i ragazzi di Pianigiani è ancora presto per i bilanci, ma di certo questo europeo sarà ricordato sicuramente come quello della consacrazione di Alessandro Gentile, finalmente capace di mettere il suo enorme talento e faccia tosta al servizio del gruppo, dimostrando di essere sulla rampa di lancio per diventare una stella di dimensione continentale. Ma questo Eurobasket in Slovenia sarà anche quello delle rivincite, di Datome sull’Europa che conta prima di partire per Detroit, di Cusin che sta giocando alla pari con i migliori lunghi della competizione ed in generale di tutto il movimento cestistico azzurro, che corona con questo risultato un’estate trionfale per le proprie nazionali.

Sarà quindi fondamentale che federazione e leghe sfruttino il risultato come volano, promuovendo il prodotto basket con iniziative collaterali che cavalchino l’onda mediatica azzurra. In un paese che vive di pancia praticamente qualsiasi evento o situazione, si tratti di sport, politica, cronaca, risulta fondamentale veicolare emozioni presenti verso il futuro. L’occasione è da non perdere, perché potrebbe permettere anche di lavare l’onta di anni di frustrazioni dopo il trionfo di Atene 2004, infatti citando 1984 del mitico George Orwell “Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato.”