SERBIA – SPAGNA 60-90 (5-21, 18-27; 16-25, 21-17)

Inizia la fase ad eliminazione diretta di questi Europei di basket in Slovenia, con i campioni in carica della Spagna che affrontano la nazionale serba allenata da Ivkovic. Spagna che insegue la nona qualificazione consecutiva ad una semifinale continentale, e che deve una risposta convinta dopo la sconfitta, bruciante, all’overtime, contro l’Italia.

Partenza assolutamente determinata da parte degli uomini di Orenga, guidati da Rudy Fernandez, chirurgico da 3 (3/3) e miglior realizzatore dei suoi con 13 punti nei primi 10 minuti.

Bloccata, impacciata ed imprecisa (1/11 dal campo), la Serbia subisce inerme l’inizio spagnolo, con un Bogdanovic irriconoscibile, presente però a rimbalzo (5 i palloni catturati nei minuti iniziali), e Nenad Krstic che è la brutta copia di quello visto sino ad ora nel torneo. Soliti problemi di falli per la Spagna, che nonostante il margine di vantaggio acquisito, rinuncia negli ultimi due minuti del quarto d’apertura a Calderon e Marc Gasol, entrambi già con due falli commessi. Il primo quarto dice 21:5 per la Spagna, con una Serbia assolutamente inguardabile, capace di perdere 5 palloni.

Nel secondo periodo, Andjusic con cinque punti, prova a scuotere i suoi compagni di squadra approfittando anche dei 3 soli punti, con tripla di Sergio Rodriguez, segnati dagli iberici nei primi due minuti. Sempre il playmaker del Real Madrid, con un assist per Gasol, e una penetrazione con arresto a prova del miglior Nash su una gamba, caccia indietro i sogni di immediata rimonta serba. Prosegue in maniera equilibrata il secondo periodo; gli uomini di Ivkovic tentano di ripartire e creare tiri aperti, o appoggiando la palla in post a Krstic, cercando tiri facili. Dall’altra parte però, dopo i 18 punti segnati contro l’Italia, Sergio Rodriguez segna e fornisce assist per i propri compagni; a beneficiarne i vari Gasol e Aguilar, in campo dopo le due panchine contro Italia e Finlandia, capace della tripla allo scadere prima della sirena dell’intervallo lungo. 23:48 Spagna.

Allunga la Spagna, per la soddisfazione dei non numerosi tifosi alla Stozice Arena. Si va all’intervallo con “la Roja” in vantaggio di 25 punti e la Serbia che continua a tirare malissimo (26%) soprattutto con quelli che erano i suoi uomini più attesi (Bogdanovic e Bjelica, con 2 punti a testa tutti dalla lunetta, e Krstic con 4 punti e 1/4 dal campo).

Riprende da dove aveva lasciato alla ripresa dei giochi la Spagna, con Rubio in cabina di regia, in netta ripresa rispetto a quello visto nelle ultime uscite; sul 23:58 si tocca il massimo vantaggio con il più trentacinque spagnolo, che manda i titoli di coda con 16 minuti e 34 secondi ancora da giocare. Nota a margine: nel timeout chiamato da Ivkovic subito dopo aver raggiunto il -35, mentre il coach serbo sottolinea come un maestro (e non lo si potrebbe definire altrimenti) gli errori commessi dai suoi, Orenga continua a chiedere concentrazione, impegno ed intensità ai suoi.

Se possibile, la Spagna incrementa il margine di vantaggio e la Serbia peggiora la propria qualità di gioco, con il pubblico pagante che, sul rimbalzo con assist in un solo movimento per l’appoggio del più 40 di Sergio Llull, si lascia andare in fischi e rumorosa contestazione nei confronti degli inermi Serbi. Un vero peccato dover assistere ad una resa incondizionata tale, in un quarto di finale che alla vigilia sembrava poter e dover essere assolutamente equilibrato e combattuto. Terzo periodo che si chiude sul 39:73.

Ultimi dieci minuti di normale amministrazione per la Spagna, che in realtà controllava gli uomini in maglia bianca dall’otto a zero di parziale con cui aveva aperto le ostilità. Orenga lascia in campo Gabriel e Mumbru assieme a San Emeterio ed il doppio playmaker Rubio (sino al quinto fallo) e Rodriguez per buona parte del quarto periodo, in modo da permettere a Gasol e Fernandez un meritato riposo. Spazio agli under-22 serbi invece per Ivkovic, ormai domo e rassegnato all’eliminazione, non fallimentare, se non per la prestazione odierna, comunque contro i campioni in carica. Mai in ripresa, mai vogliosa o capace di rimettere in gioco il match, la Serbia ha di certo nel futuro la migliore delle speranze; al momento però il paragone contro i “santoni iberici” è impietoso ed impari.

Spagna che vola in semifinale ed attende l’esito di Slovenia-Francia (in campo alle 21) per conoscere il nome della sfidante; intanto, però, con la vittoria degli spagnoli, saranno certamente sette le squadre europee qualificate al prossimo mondiale proprio in terra iberica, con una sola tra le 8 qualificate ai quarti che non accederà alla competizione iridata del prossimo anno.

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Serbia: Andjusic 11, Katic 11, Micic 8; Rimb (33): Bogdanovic 7; Assist (12) Micic 3.

Spagna: S. Rodriguez 22, Rudy Fernandez 19, Claver 9; Rimb (42): Rubio 6; Assist (20) Gasol e Rubio 6.