TonyParker

Prima che questi europei cominciassero si diceva che le tre squadre attrezzate per giocarsi il titolo fossero Spagna, Francia e Lituania. La partita di questa sera preferirei vederla come una delle tre possibili finali e non come una semifinale. Il tasso tecnico di entrambi i roster credo possa giustificare la mia posizione. La roja di coach Orenga può contare su una batteria di esterni che, sulla carta, non ha rivali nella competizione. Già l’idea di dover scegliere chi mettere a coprire il ruolo di play e quello di guardia tra Calderon, Rubio, Rodriguez e Llull mi metterebbe in grossa difficoltà. Se poi, a seguire, si può fare affidamento su Rudy Fernandez e Marc Gasol non si può che sentirsi alla guida di un’armata in grado di far tremare le gambe a chiunque. Dalla sua la Francia parte con Parker, Gelabale, Batum, Diaw e Ajinca. E parte male. Cerca spesso Ajinca nel pitturato come alternativa alle iniziative personali di monsieur Parker ed il colosso di coach Collet si trova a battagliare con un Gasol in gran serata. Limita bene Ajinca in difesa e lo punisce ancora meglio in fase offensiva. Così, svanita l’alternativa, i francesi si mettono nelle mani di Parker e, ci fosse ancora bisogno di averne una dimostrazione, quelle mani non sono buone, sono stratosferiche. Alla prima sirena il play francese è già in doppia cifra. 10 punti suoi e 14 totali per la Francia. Se la prima linea della suddetta batteria di esterni spagnoli non riesce in alcun modo a dettare il tempo o a trovare punti Ornega pesca dalla panchina un Sergio Rodriguez che prende letteralmente la squadra per mano e la guida in maniera impeccabile fino a chiudere il primo tempo con un netto vantaggio. Spagna 34, Francia 20. Tutti negli spogliatoi. Tony Parker siede in panchina per lunga parte del secondo periodo, quando gli spagnoli prendono il largo. Sarà un caso? Gelabale è praticamente impresentabile, Batum si nasconde e rifiuta ogni tipo di responsabilità, Ajinca ci mette il solito atletismo ma combina poco e Boris Diaw fa quel che può.

Parker torna così a mettersi in proprio per prendere i suoi per mano, mentre dall’altra parte tornano Rubio e Calderon e la luce si spegne di nuovo. Monsieur Tony segna a ripetizione e, cosa se possibile ancora più importante, carica i suoi compagni. Più che suonare la carica suona la sveglia e con lui si mette in società Antoine Diot. Entra in partita Gelabale e Diaw aumenta la pressione difensiva (troppo spesso con i gomiti alti). Sergio Rodriguez alza tre alley-oop per Rudy Fernandez. Uno più spettacolare dell’altro. Il play di Ornega, però, non ha più l’energia che gli ha permesso di indirizzare la gara nella prima parte. Alterna giocate preziose a qualche pasticcio di troppo e la Francia continua a crescere. Ajinca pareggia dalla lunetta a 40″ dal termine, poi arrivano gli errori di Rodriguez, Parker e Calderon e con loro i 5 minuti del supplementare.

Contesa ancora in bilico, energie residue che scarseggiano. Lo stesso Parker fatica a trovare la via del canestro, ma si butta dentro e conquista la lunetta. I francesi raggiungono la finale grazie ai tiri dalla linea nel finale, grazie ad un Tony Parker da 32 punti e ad un contorno di ottimi giocatori che si accendono di rado ma lo fanno nei momenti chiave. La squadra spagnola paga la poca lucidità di alcuni uomini chiave. Tolti Gasol, Rudy e Rodriguez, autori di ottime prestazioni, nessuno riesce davvero ad incidere. Non lo fa Ricky Rubio, non brillano Calderon e Llull.

 

Spagna – Francia 72 – 75 (18-14; 16-6; 15-23; 16-22; 7-10)

Spagna: M.Gasol 19, R.Fernandez 17, S.Rodriguez 11; Reb(36): M.Gasol 9; Ast(16): S.Rodriguez 9
Francia: T.Parker 32, A.Diot 10, B.Diaw 8; Reb(40): B.Diaw, F.Pietrus 8; Ast(11): B.Diaw3