Italia-Serbia 64-76

Dal nostro inviato

Nemanja Nedovic (foto FIBA Europe)

Nemanja Nedovic (foto FIBA Europe)

LUBIANA – Finisce come peggio non poteva l’Europeo dell’Italia, sconfitta nettamente dalla Serbia nella “finalina” 7°/8° posto che valeva i Mondiali di Spagna. Finisce con i nodi che vengono al pettine dopo una prima fase fin troppo positiva, che ha finito per illudere il popolo tricolore e forse giustificare eccessivamente le successive sconfitte (tra la seconda fase e quella a eliminazione diretta, sei su sette gare giocate). Ci sarà tempo per le analisi a freddo sulla guida tecnica, sulla preparazione fisica, sul rendimento complessivo dei singoli e su altri aspetti che indubbiamente hanno influito, dagli infortuni al poco “chilometraggio” del gruppo azzurro così come si è presentato alla manifestazione slovena. Di certo c’è l’assenza dell’Italia da un altro Mondiale, peraltro giocato in Europa (proibitivo ottenere una wild card con concorrenti come Brasile, Cina, Turchia, Russia e Grecia), enorme smacco per il nostro movimento e ulteriore ostacolo alla crescita di questa Nazionale.

QUINTETTI
Italia: Cinciarini, Belinelli, Aradori, Datome, Cusin
Serbia: Markovic, Nedovic, Bogdanovic, Bjelica, Krstic

Gli Azzurri piombano nell’incubo fin dal primo quarto: che siano buoni tiri che arrivano a malapena al primo ferro o isolamenti mal costruiti, i nostri giocatori fanno canestro con una difficoltà estrema, mentre la Serbia è lontana parente di quel terrificante ammasso di individualità visto contro Spagna e Slovenia e ci travolge con il talento di Bjelica e Nedovic e il dominio incontrastato di Krstic, il quale però non si limita a “mangiare” sulla testa dei nostri lunghi ma si concede anche azzeccate conclusioni da fuori. Un’Italia sfiduciata più che spompa trova qualche risposta in Datome e Cinciarini, ma Belinelli inizia il suo “tiro al ferro” (0/5) e alla prima sirena la tripla di Bogdanovic ci fa sprofondare già al -16 (27-11).

Se l’Italia ha finito la benzina, la Serbia, almeno con qualche giocatore, non sembra conciata molto meglio, ma poche efficaci iniziative offensive dei balcanici bastano a tenere gli Azzurri a distanza di sicurezza. Mentre i nostri continuano a non costruire nulla, un buon Micic ci spedisce al -19 e poi nuovamente al -14 quando gli sforzi di Gentile, unico a crederci davvero e ad avere le forze per dimostrarlo, ci avevano riportato sotto la doppia cifra di svantaggio. A fine quarto rientra Beli, ma il leader “illuminato” della prima fase è ormai un ricordo e, dopo il suo sesto errore su altrettante conclusioni, la prima metà di gara si chiude sul 27-41.

Nel terzo quarto alcune fiammate proprio di Belinelli, unite a quelle dei sempre encomiabili Datome e Cincia, riaccendono a tratti la speranza portandoci alla cifra singola di distacco, ma quello della guardia emiliana è un fuoco di paglia e l’Italia (14/44 di squadra alla terza sirena) continua a trovare più ferri che retine, assistendo dall’altra parte alla consacrazione del talento di Nedovic. Anche Cusin fa quel che può, rischiando addirittura di farsi farsi male al ginocchio sul finire del quarto, ma l’ultimo attacco vede ancora un Belinelli volenteroso ma tutt’altro che lucido sfondare su Nedovic, che per fortuna fallisce la tripla del +14 serbo allo scadere, lasciandoci comunque 11 lunghezze da colmare in 10 minuti.

Per questa squadra e in queste condizioni, però, recuperare 11 punti è impresa titanica, anche perché per gli Azzurri, alcuni in particolare, ogni scatto, tiro o scivolamento equivale a sollevare una montagna. Nel pitturato soffriamo, che sia Krstic o il meno “raffinato” Stimac, ma uno stoico Datome cerca di bilanciare le loro giocate con alcune buone iniziative offensive che ci tengono aggrappati alla partita. Neanche la fortuna, però, è schierata dalla nostra parte, e alcune carambole a rimbalzo, così come alcuni tiri dentro-fuori, premiano la caparbietà dei serbi. I titoli di coda iniziano a scorrere sulle triple di Kalinic e Markovic che, a 3′ dalla fine, ci fanno rimpiombare al -16, con il time-out di Pianigiani e i tentativi disperati di Gentile e Cinciarini che non fanno altro che prolungare l’agonia.

Finisce 64-76, con gli Azzurri a testa bassa dopo una seconda parte di Europeo da dimenticare, che non cancella quanto di buono fatto nella prima fase ma compromette parzialmente il giudizio finale su questa campagna slovena e, quel che più conta, la crescita futura del talentuoso gruppo a disposizione del C.T. Pianigiani che, molto probabilmente, non potrà passare per il Mondiale di Spagna.

MVP: oltre al prevedibile strapotere di Krstic, è giusto premiare la maturità del 22enne Nemanja Nedovic, che in una partita senza domani si rende protagonista in entrambe le metà campo con una continuità all’interno della gara che nemmeno l’altro Nemanja, Bjelica, ha saputo garantire.

Italia-Serbia 64-76
Italia:
L. Datome 19, A. Gentile 14, A. Cinciarini 11. Rim (26): A. Cinciarini 5. Ass (12): A. Cinciarini 6.
Serbia:
N. Krstic 17, N. Bjelica, N. Nedovic e S. Markovic 12. Rim (42): N. Bjelica 10. Ass (15): N. Bjelica e N. Nedovic 4.