VITTORIA SOFFERTA, SODDISFAZIONE DOPPIA

Ora si può dire forte e chiaro, l’Italbasket ha ufficialmente passato il turno a gironi, facendo alzare in piedi un paese intero, e non solo. Dopo le prime due gare, dove la sofferenza e i mille dubbi legati al gioco la stavano facendo da padroni, ora sembra essere cambiato qualcosa, in primis dal punto di vista mentale. Detto in parole povere, gli azzurri adesso fanno davvero paura a tutti. La vittoria sulla Spagna ha segnato una svolta, dimostrando che il talento dei singoli, al servizio della squadra, vale molto di più.

La leadership di Danilo Gallinari è ormai evidente, nonostante nel match contro l’Islanda abbia vissuto il momento più difficile dall’inizio della competizione. È stato l’unico indizio che fa pensare al mondo che si tratta pur sempre di un umano, all’occorrenza alieno in grado di attaccare, difendere e dominare mentalmente la gara come nessuno sta facendo, probabilmente, in questo Europeo. Solo Pau Gasol ha segnato più di lui (23 punti di media contro i 22.8 del Gallo), ma le percentuali dal campo danno ragione all’azzurro, con il 62.2% contro il 59.2% del lungo dei Bulls. Cattura 8 rimbalzi a partita ed è stato in grado di improvvisarsi da numero 5 quando Bargnani è uscito per falli, ma ha una capacità di distribuire palloni con una qualità che fa invidia alla metà dei playmaker presenti ad Eurobasket. All’interno dell’area ha un’abilità disarmante nel saper giocare sia spalle a canestro che attaccando frontalmente l’uomo, guadagnandosi anche la prima posizione nella percentuale da 2 punti, con il 75%. Questi dati, però, non sono sufficienti a spiegare l’influenza in campo dell’ala dei Nuggets. Contro la Germania ha deciso, a tutti gli effetti, di prendersi i tiri più difficili, quando la palla pesava e il canestro si faceva piccolo. Tutte queste conclusioni hanno avuto lo stesso esito: solo cotone.


Pensare di essere arrivati a questo punto solo ed esclusivamente per merito di Danilo nostro sarebbe onestamente una follia. Si è vista, finalmente, una squadra con i fiocchi. Un Marco Belinelli sceso in campo contro la Spagna a mezzo servizio, in grado però di mandare a referto 7 bombe come se si trattasse di lay-up, e visibilmente in difficoltà anche contro la nazionale tedesca, ma riuscendo ad essere decisivo nei momenti più difficili nonostante una partenza tutt’altro che perfetta e percentuali al tiro poco incoraggianti. Un Pietro Aradori di importanza capitale che sta inanellando prestazioni di un peso specifico mostruoso, in relazione soprattutto ai minuti di impiego. Un attaccante purissimo che si è improvvisato rimbalzista, catturandone 9, e centellinando gli errori possibili e immaginabili. Un Alessandro Gentile con attributi e motivazioni comuni a pochissimi giocatori, senza alcun timore nel prendersi responsabilità di una certa portata e difendendo senza sosta, anche quando il cliente è scomodissimo come accaduto oggi con Dennis Schroder (29 punti e 7 assist per la guardia degli Hawks). Un Andrea Bargnani ritrovato, e questa è forse la notizia più bella di questo Europeo azzurro: cambio di ritmo, cambio di approccio difensivo, cambio di mentalità nel saper prendere scelte importanti in attacco. C’è un motivo se è stato presentato al mondo NBA con il soprannome di Mago. Un Marco Cusin che rappresenta la vittoria della classe lavoratrice, la vittoria di un giocatore che è consapevole di saper far bene in alcuni aspetti del gioco e che i risultati si raggiungono solo con applicazione e dedizione. Il centro azzurro sta incontrando grosse difficoltà, ma per ambire a traguardi di una certa rilevanza tutta la squadra è convinta che la sua presenza risulterà fondamentale.

Un Nicolò Melli e un Achille Polonara che cercheranno di ritagliarsi minuti di qualità e sostanza, sempre con tutte le complicazioni del caso, ma con una voglia che dovrebbe e potrebbe fare la differenza. Un Andrea Cinciarini che sta lavorando per trovare la sua dimensione in questa nazionale, partito per distribuire palloni e mandare a canestro giocatori che di talento ne hanno molto più di lui, ma ammirevole per come si sia messo al servizio della squadra con un’umiltà ammirevole. Un Daniel Hackett che di fatica ne sta facendo tanta, forse troppa, ma che comprenderà l’importanza di rendersi utile nelle partite che verranno. Il prossimo anno giocherà nella squadra che è arrivata in finale di Eurolega a maggio e che l’ha portata a casa due anni di fila nella scorse edizioni, quindi le motivazioni non dovrebbero mancare se vorrà presentarsi con un biglietto da visita quanto meno accattivante. Un Gigi Datome e un Amedeo Della Valle partiti con ruoli agli antipodi, ma che si sono ritrovati a dover starsene seduti per 40 minuti sostenendo i compagni soffrendo e gioendo senza riserva alcuna. Il capitano e il giovanotto del gruppo.
Ci sono ancora diversi elementi e fattori da sistemare, la strada è ancora lunga e non bisognerà abbassare il livello di attenzione se non si vuole finire fuori dalla competizione da un momento all’altro. La stanchezza sta già facendo la sua parte e i tempi di recupero vanno gestiti in maniera oculata, ma questa sfida ha un fascino veramente unico. Dimentichiamo le etichette di nazionale più forte di sempre o di nazionale che probabilmente lo era ma che ha sprecato una splendida opportunità. Bisogna pensare ad affrontare ogni impegno per far sì che questa Italbasket possa essere definita come “la nazionale che più di tutti voleva vincere Eurobasket”.

ULTIMA DEL GIRONE, CONTRO LA PIÙ FORTE

Pietro Aradori, 9 rimbalzi per lui, di cui 2 decisivi (foto A. Musolino 2013)

Pietro Aradori, 9 rimbalzi per lui, di cui 2 decisivi (foto A. Musolino 2013)

Che la Serbia rappresenti l’avversaria più temibile ce lo siamo detto e ridetto fin troppe volte. Organico di livello assoluto, allenato con criterio e spirito vincente, arrivato in finale nello scorso Mondiale contro Team USA. Hanno due giocatori che potrebbero essere l’incubo di ogni difensore, come Milos Teodosic e Nemanja Bjelica, oltre ad un talento purissimo come Bogdan Bogdanovic e un lungo temibile come Miroslav Raduljica. Anche Kalinic sta disputando un ottimo Europeo e i gregari sono in grado di colpire ed affrondae in diverse situazioni. Se la difesa andrà crescendo e l’attacco alternerà buone esecuzioni a giocate dei singoli, allora ci aspetta una partita di rara bellezza. Le aspettative sono cresciute, inutile nasconderlo, ma ci vuole ben poco per far emergere tutti i problemi riscontrati nelle prime partite, Germania compresa.
Sfida accattivante, per confrontarsi con una seria candidata al trionfo finale. E sarà proprio questa la sfida più importante, con lo scopo di dimostrare di essere anche noi tra i candidati al titolo europeo. Ed è tutto tranne che un’utopia.