Šarić proverà a portare la Croazia a una medaglia (foto M.Cogliati)

SPAGNA

Llull, Fernández, Claver, Mirotic, Ibaka. Non è il quintetto della Spagna per l’Eurobasket 2017, né un potenziale quintetto NBA tutto iberico, bensì un quintetto di assenti illustri con cui Sergio Scariolo deve fare i conti per la spedizione di Cluj e Istanbul. Il blasone della squadra e la presenza dei fratelli Gasol fanno della Spagna comunque una seria candidata al titolo, ma fare a meno dei sopraccitati (in particolare Llull, che ha fatto buona parte della preparazione con il gruppo) costringerà Juan Carlos Navarro, Fernando San Emeterio e gli altri veterani agli straordinari, a meno che qualcuno dei giovani non si dimostri più pronto del previsto. La qualificazione è una formalità (anche se il primo posto non è scontato, soprattutto considerando le partenze spesso “diesel” della squadra di Scariolo), ma nei turni successivi i nodi potrebbero venire al pettine.

ATTENZIONE A: per arrivare a medaglia, stavolta, non basteranno i “big” conclamati. Ma se i fratelli Hernangómez saranno fin da subito all’altezza delle pressanti aspettative (i “nuovi Gasol”), dimostrando di non avere disimparato a giocare nella stagione da rookie in NBA, i “veri” Gasol e gli altri veterani potranno arrivare al dunque freschi abbastanza da regalare alle Furie Rosse l’ennesimo trionfo.

CROAZIA

È ormai da un po’ di anni che si dice che per la Croazia potrebbe essere la volta buona, e in effetti il 5° posto agli ultimi Giochi Olimpici lascia presagire che i presupposti per togliersi finalmente qualche grossa soddisfazione ci siano. Con capitan Bojan Bogdanović nel pieno della maturità, Dario Šarić ormai pronto a svolgere un ruolo da leader indiscusso e un supporting cast di tutto rispetto (da Marko Popović a Dragan Bender passando per Kruno Simon), coach Aco Petrović ha poche scuse, indipendentemente dalle condizioni fisiche di Roko Ukić. I croati dovranno fare un sol boccone del girone rumeno, magari posizionandosi anche davanti alla Spagna, e poi andare spediti verso la zona medaglie. Dove sarà questione di dettagli e freddezza, punto in cui spesso, per la Croazia, casca il proverbiale asino. Stavolta però, anche in virtù delle assenze delle altre big (da Teodosić ad Antetokounmpo), l’occasione è ghiotta.

ATTENZIONE A… I pezzi da novanta attesi al varco sono noti, ma in caso di infortuni o appannamento dei sopraccitati la concretezza dell’ex canturino Ivan Buva e l’energia di Filip Krušlin, uno dei pupilli di Pozzecco al Cedevita, potrebbero tornare molto utili.

 

MONTENEGRO

Boscia Tanjevic, come finirà con Rice?

Anche la squadra di Boscia Tanjevic dovrà fare i conti con qualche assenza (pur se la principale recriminazione rimane l’alto numero di giocatori montenegrini che scelgono la nazionalità sportiva serba, come ha fatto notare – piccato – coach Tanjevic a Sasha Djordjevic che criticava la scelta di naturalizzare un americano), ma con la stazza imponente in tutti i ruoli e il talento di alcuni singoli, in particolare Nikola Vučević, Tyrese Rice e Bojan Dubljević, potrebbe essere la mina vagante del girone. Qualche motivazione in più potrebbe averla proprio Boscia, forse all’ultima chance da head coach ad alto livello. Ma il plateale screzio con Rice nell’ultima amichevole, che ha coinvolto anche Nikola Ivanović (vedi video sotto), non depone a favore di un clima sereno nello spogliatoio montenegrino.

ATTENZIONE A… Il 18enne Dino Radončić sembra disporre della proverbiale sfrontatezza balcanica – e di una velenosa mano mancina – che ne potrebbero fare un protagonista a dispetto dell’inesperienza.

REPUBBLICA CECA

Quando hai l’abbondanza della Spagna o delle nazionali balcaniche, un paio di assenze non ti fanno paura. Ma se sei Neno Ginzburg, CT della Repubblica Ceca, e ricevi un due di picche dal tuo veterano naturalizzato, Blake Schilb, dalla tua punta di diamante e fresco campione di Eurolega, Jan Veselý, e dal giocatore su cui contavi per sostituirlo, Ondřej Balvín (che ha rinunciato dopo il parere negativo del Gran Canaria, contestato dallo staff ceco), è comprensibile che ti prenda un certo sconforto. Se non altro il tecnico israeliano potrà contare sui suoi pretoriani del ČEZ Nymburk (Hruban, Peterka, Kriz, l’intramontabile Jiří Welsch più Jaromír Bohačík, arrivato dall’USK Praga), ispirati dal talento di Tomaš Satoransky e sostenuti da qualche altro mestierante tra cui l’ex Virtus e Reggiana Adam Pecháček, reduce dalla rottura dei legamenti della caviglia sinistra; ma con questo organico avvicinare il 7° posto dell’Eurobasket 2015 avrebbe del miracoloso.

ATTENZIONE A… In una squadra corta, praticamente senza centri, che vivrà e morirà della precisione balistica, potrebbero essere decisivi gli exploit dalla panchina di giocatori come Lukaš Palyza, bombardiere vicecampione in patria con il BK Děčín.

 

Ungheria “appesa” ad Adam Hanga (foto bb1.hu)

UNGHERIA

È stata una preparazione a dir poco accidentata, quella dei magiari all’Eurobasket. Qualificatisi 18 anni dopo l’ultima volta sostanzialmente grazie ad Adam Hanga, a causa della travagliata estate di mercato dell’ex Laboral (sembrava dovesse andare agli Spurs, poi ingaggiato dal Barcelona) coach Stojan Ivkovic ne ha potuto disporre solo nell’ultima settimana di preparazione, mentre non ha potuto disporre affatto del naturalizzato DeAndre Kane, il quale si è presentato al ritiro… del Maccabi Tel Aviv dando un (pare) immotivato due di picche alla furente federazione magiara. I risultati delle amichevoli, con e senza Hanga, sono stati quasi sempre da mani nei capelli nonostante gli sforzi di David Vojvoda e Rosco Allen, e a dispetto delle dichiarazioni di rito la squadra sembra sfiduciata. Il roster è migliore di quello rumeno e non molto inferiore a quello ceco, ma il tempo per trovare le giuste alchimie ormai stringe. Se non altro l’Ungheria può permettersi di prendere l’esordio contro la Croazia come un’amichevole in più, puntando invece al risultato dalla seconda sfida in poi (Montenegro e Repubblica Ceca).

ATTENZIONE A… L’ex “trevigiano” Zoltán Perl è forse l’unica valida arma dalla panchina di quest’Ungheria, oltre ad essere l’unico con un po’ di vera esperienza internazionale alle spalle.

ROMANIA

Se non fosse padrona di casa, obiettivamente, questa Romania non farebbe paura a nessuno. Ma come si dice, se mia nonna avesse le ruote… La Romania, infatti, è padrona di casa, e poco importa che il suo roster sia piuttosto modesto e l’esperienza internazionale della squadra sia pressoché nulla (l’ultimo Europeo disputato risale a 30 anni fa): i 7000 e oltre della Sala Polivalentă di Cluj non mancheranno di farsi sentire e, se non contro Spagna e Croazia, almeno contro le altre i ragazzi di Marcel Tenter (peraltro coach campione di Romania in carica proprio con il CS U-Cluj) proveranno a giocarsela. Chili e centimetri sotto le plance non mancano ma, al di là dell’ex trevigiano Vlad Moldoveanu e di qualche altro discreto realizzatore come l’ala Radu Paliciuc, appare lampante la penuria di talento offensivo. E anche l’”americano di coppa” della Romania, il 32enne Giordan Lee Watson, è più un folletto creatore di gioco che un bomber da 20 a partita. Decisivo potrebbe essere l’esordio contro la Repubblica Ceca: una vittoria contro i cechi spalancherebbe le porte di una qualificazione (basterebbe poi battere l’Ungheria) che sarebbe già un trionfo.

ATTENZIONE A… Toccherà ad Alexandru Olah, giovane centro titolare con esperienza in NCAA e in Belgio, sgravare Moldoveanu di alcuni oneri (in particolare difensivi) e mettere a frutto le scorribande dei piccoli con qualche canestro facile.

PRONOSTICO DAILYBASKET: I problemi della Croazia, si sa, iniziano di norma quando conta, dunque è probabile che nel girone riesca a imporre talento e profondità del roster persino sulla Spagna. Il Montenegro, a meno di colpi gobbi (c’è di mezzo anche un derby balcanico…), è la terza designata, mentre la battaglia più avvincente potrebbe essere per il quarto posto: in condizioni normali la Repubblica Ceca avrebbe già prenotato il quarto posto e potrebbe addirittura competere per il terzo, ma alla luce delle assenze i padroni di casa della Romania potrebbero sfruttare il fattore campo per tentare l’impresa. E – a patto che almeno uno tra Hanga e Kane sia arruolabile – anche l’Ungheria potrebbe dire la sua.

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