Spagna-Italia 67-60

Contro la peggiore Spagna degli ultimi tredici anni l’Italia non riesce a trovare una vittoria che era perfettamente alla sua portata, e dice addio al sogno quarti di finale. Le statistiche per noi parlano di un 35% dal campo e 20% da tre (4/20). Belinelli gioca più di 31′ e chiude con un disastroso 3/16, con giocate al limite del grottesco.

Daniel Hackett, migliore in campo per gli azzurri. Foto: Fiba

I primi 6′ dell’Italia sono straordinari, per intensità difensiva e scelte offensive, con Gallinari, Belinelli e Biligha perfetti. E’ la reazione psicologica che ci si aspettava dopo l’ultimo time-out di Sacchetti durante la sconfitta con la Serbia: subito 15-5  per noi. Poi entrano le riserve (Tessitori, Gentile, Vitali), cominciamo a sbagliare troppi canestri e Llul e compagni spengono in fretta la fiammata azzurra. Il 18-18, sulla sirena, è frutto dell’ennesima giocata grottesca di Vitali, che si fa soffiare palla dallo stesso Llul durante l’ultimo possesso.

GUARDA LE INTERVISTE VIDEO DI DAILYBASKET: Sacchetti, Hackett, Gallinari e Biligha

Ciononostante il play di Brescia resta in campo anche a inizio del secondo quarto, si fa apprezzare per la difesa su Rubio, ma dall’altra parte contribuisce al black-out, interrotto dai canestri di Gentile ma complicato da una costante insicurezza: la palla scotta, rinunciamo a tiri facili cercando sempre il compagno che trovi il coraggio di tirare. Ci aiuta una tripla di Datome, Marc Gasol ci grazia continuamente sotto canestro, ma la Spagna ci punisce sempre in transizione, dopo le classiche forzature di Belinelli. Quando si sblocca Gallinari dalla lunetta ritroviamo il leader che può tenerci a galla: all’intervallo conduciamo 31-30.

Il terzo quarto ricorda tremendamente quello con la Serbia: l’Italia poteva chiuderla, e invece si chiude in sé stessa, asfissiata dalla difesa degli spagnoli e incapace di trovare soluzioni in attacco. Si arriva spesso alla fine dei 24”, ma l’ultimo uomo (spesso Datome) è sempre ben marcato. Nonostante gli avversari sbaglino tanto, la differenza di concentrazione è evidente. Con 7 punti  Datome ha la palla di fine azione, ma è sempre ben marcato. La differenza di concentrazione tra le due squadre è evidente, Juancho Hernangomez porta a più 4 i suoi con 7 punti in tre azioni, noi reagiamo con le giocate difensive di Hackett e Biligha, ma poi arriva il tempo di Belinelli, quello dei tiri forzati e delle palle perse. Sacchetti inserisce Della Valle, con la speranza di cambiare l’inerzia. Invece Rubio lo attacca subito: canestro più fallo e +8  Spagna (46-38). Quando la Spagna ha la possibilità di dilagare, Juancho decide d’inchiodarsi al ferro e Gallinari ci riporta a -4, poi Della Valle ci tiene in vita con due lay-up: 46-42.  La Spagna torna a +6, risponde una tripla di Hacket e un libero di Brooks ci porta a -2: 50-48.

All’inizio dell’ultimo quarto Della Valle ha i tiri dell’aggancio, ma li sbaglia. Dall’altra parte la Spagna fa anche peggio. Belinelli segna da terra per il 50 pari: sembra che il vento spiri dalla nostra parte. Solo che dalla lunetta facciamo sempre 1/2: chiuderemo con un migliorabile 75%. Il festival degli errori, da una parte e dall’altra, viene interrotto da una tripla di Gallinari, a cui segue una stoppata di Datome su Rubio: è il prologo del successo. Tutt’altro. Torna “il tempo di Belinelli”: dalla prima forzatura da lontano, finita sul ferro, nasce il pareggio della Spagna; dal secondo – finito ai margine del tabellone – il canestro in contropiede del 58-56. Due minuti alla fine, non riusciamo a combinare un’azione d’attacco e sul rimbalzo mandiamo in lunetta Rubio, che fa 2/2. Un fischio discutibile spinge la Roja sul più 6 (Gasol), ed è finita. Questa Nazionale – o meglio questa generazione – stasera ha fatto davvero poco per renderci orgogliosi.

BOXSCORE

Nicola Accardo