Milos Teodosic. leader della rivoluzione serba che sta invadendo questo Mondiale (fiba.com)

Milos Teodosic. leader della rivoluzione serba che sta invadendo questo Mondiale (fiba.com)

Serbia – Brasile 84-56 (21-17; 16-15; 29-12; 18-12)

Come due pugili pronti a darsi battaglia tra le corde di un ring, salgono sul parquet del Palacio de los Deportes di Madrid la Serbia del mago Djordjevic, reduce dal capolavoro agli ottavi contro la Grecia, e il Brasile che, con sprazzi di buon gioco, arriva galvanizzato dall’ampia vittoria nel derby sudamericano contro l’Argentina. In palio ci sono un posto in semifinale e, di conseguenza, grandi speranze di madaglia, quantomeno di un bronzo, alle spalle di quelle che sembrano essere le finaliste designate, ovvero USA e Spagna.

Djordjevic conferma Kalinic in quintetto e Bogdanovic dalla panchina, mentre per il Brasile inizia in quintetto Varejao, subito autore di quattro punti ed una stoppata, approfittando anche del mismatch con Bjelica, comunque tra i migliori. A giocare meglio però è la Serbia, guidata da un Teodosic ancora decisivo con i punti (otto nei primi 10′) e con la sua visione di gioco: l’attacco serbo infatti gira ottimamente e la difesa riesce ad intasare il pitturato quanto basta per contenere i centimetri dei brasiliani. Il Brasile alterna alcuni buoni possessi difensivi a veri e propri blackout, specialmente per manchevolezze di Splitter, presto sostituito con Nene da Magnano, mentre in attacco vive del talento di Varejao e Marquinhos, coadiuvati da un eccellente Huertas, vero motore dell’attacco verdeoro.

Neto non sembra essere quello della super partita contro l’Argentina, ma a regalare punti dalla panchina (e coprire un Barbosa nullo) ci pensa Alex Garcia, che con due triple consecutive porta davanti un Brasile che con Splitter in panchina e Nene e Varejao sul campo chiude molte maglie in difesa: con i loro cambi e aiuti di altissimo livello guidano un parziale a trazione posteriore di 9-0  che sembra poter girare la partita. I Serbi non mancano però certo di personalità e con 6 punti firmati Bjelica e Teodosic, autore di un primo tempo monumentale, tornano avanti. Al resto pensa il lavoro difensivo degli europei che riescono finalmente a richiudere l’area, costringendo un Brasile più sterile con Huertas in panchina a finire a secco gli ultimi minuti del primo tempo.

La partita gira definitivamente nei primi 3 minuti e mezzo del secondo tempo: la Serbia gioca un eccellente basket corale con Bogdanovic sempre più parte integrante dell’attacco e un Raduljica cercato con continuità e che frutta dividendi. Proprio un fallo subito dal centro serbo porta il Brasile a perdere la testa e prendere un doppio tecnico (Splitter+Marquinhos) che regala 6 liberi più possesso alla Serbia: il solito Teodosic realizza naturalmente i quattro liberi dei tecnici e serve poi perfettamente un Markovic solitario in area, ed in un attimo è +16 Serbia. Il Brasile è barcollante alle corde e Bogdanovic con la solita freddezza non aspetta e mette a segno una tripla che è il chiodo definitivo sulla bara degli avversari. A partita ampiamente finita si ripeterà poi con una tripla tra le più incredibili di questo mondiale per il +29:

Il basket si conferma sport dalla fortissima componente psicologica: i Serbi duri e sempre convinti dei propri mezzi non hanno mai lasciato la partita con la testa, ponendosi nei suoi confronti sempre con l’atteggiamento di chi è in controllo della stessa, anche grazie alla personalità di un leader come Teodosic, il Brasile invece è stato subito abbandonato da giocatori di esperienza come Barbosa e Splitter, sciogliendosi poi alla prima difficoltà e finendo la partita completamente nel pallone.

Aspetta ora la vincente tra Spagna e Francia la Serbia che, con le ultime due partite, si è dimostrata una squadra a dir poco temibile per chiunque, padroni di casa compresi.

Serbia: Teodosic 23; Bogdanovic 15; Raduljica 10 Reb. (37): Bjelica 8 Ast. (19): Bjelica 6

Brasile: Varejao e Marquinhos 12; Garcia 8 Reb. (40): Varejao 9 Ast. (13): Huertas 9