Prova solida ma con qualche errore di troppo per Mike Vukona (Foto: FIBA.com)

Prova solida ma con qualche errore di troppo per Mike Vukona (Foto: FIBA.com)

Nuova Zelanda – Ucraina 73-61 (18-19, 18-11, 17-15, 20-16)
Vince sempre chi più crede. La Nuova Zelanda ci crede, l’Ucraina no: tutta qui la sintesi del match pomeridiano del Gruppo C, che alla luce della vittoria oceanica si complica ulteriormente. Dietro Team USA tutto può accadere, solo uno sciamano potrebbe sapere chi si piazzerà dalla seconda alla quarta piazza utile per la qualificazione agli ottavi. La Nuova Zelanda è più tonica, convinta e dura; gli ucraini spenti, vanesi e imprecisi. Sfiorando il 50% da 2, e dominando a rimbalzo (48 a 25), i neozelandesi legittimano pienamente il loro successo.
L’Ucraina, dopo un inizio balbettante, mette la testa avanti grazie al tiro dalla lunga distanza, ma la Nuova Zelanda non demorde e con la grinta di Casey Frank conclude il primo quarto incollata ai giocatori di Mike Fratello: 19-18 per gli ucraini alla sirena del decimo minuto. Saga degli errori dall’arco e livello estetico del match non proprio esaltante, ma la Nuova Zelanda mette impeto e coraggio. Zaytsev ci mette una pezza dall’arco, Natyazhko si batte come può sotto le plance ma gli oceanici conducono saldamente: due canestri pressoché identici di Fotu (sosia di Shaun Stonerook) dalla media distanza danno l’orticaria a Fratello, e una confusionaria Ucraina – col fromboliere Mishula che se ne sta a lungo in panca – finisce i primi venti minuti sotto di 6: 36-30 per i neozelandesi. Le prevedibili urla di Fratello negli spogliatoi danno la scossa all’Ucraina, che rientra con maggiore determinazione sul parquet e con un efficace Korniyenko e Jeter ritrova prima parità (38-38 al 24’) e poi torna in vantaggio. I neozelandesi non saranno i più eleganti, ma sono volitivi e concreti: due triple di Bartlett scavano un solco di dieci lunghezze e l’Ucraina si spegne definitivamente. Al 30’ è 53-45 per la Nuova Zelanda. L’ex coach degli Atlanta Hawks sbuffa, gli ucraini non ci credono mentre i neozelandesi sì: nell’ultimo quarto la musica non cambia, i Tall Blacks volano sul +15 e mettono in congelatore la partita. Squadre attente, nel finale, solo alla differenza canestri.
Nuova Zelanda: K. Penney 17, E. Bartlett 14, C. Webster 11. Rim (48): I. Fotu 10. Ass (16): C. Frank 4.
Ucraina: M. Korniyenko 15, P. Jeter 14, I. Zaytsev 10. Rim (25): K. Natyazhko 6.  Ass (12): P. Jeter 6.

Samad Nikkhah Bahrami, il "Magic Johnson" dell'Iran (Foto: FIBA.com)

Samad Nikkhah Bahrami, il “Magic Johnson” dell’Iran (Foto: FIBA.com)

Egitto – Iran 73-88 (15-27, 26-21, 15-16, 17-24)
Nella partita probabilmente con meno “appeal” di tutto il Mondiale, l’Iran si sbarazza tutto sommato facilmente dell’Egitto, raggiungendo l’obiettivo di vincere almeno una partita nel torneo. Nikkhah e Haddadi fanno il bello e il cattivo tempo con 16 punti in coppia nel primo quarto, chiuso dall’Iran con 12 punti di vantaggio. Vantaggio che permette ai Campioni d’Asia di vivere di rendita per tutto il resto della gara: dal secondo periodo, infatti, l’Egitto prova a mostrare un po’ d’orgoglio, rientrando fino al -2 con una tripla di Shousha a 1 minuto dall’intervallo, ma la differenza in campo tra le due squadre, pur tra le più deboli dell’intera competizione, è piuttosto evidente, soprattutto sotto canestro, e l’Iran rimane comunque in controllo, ampliando poi nuovamente il divario nel finale.
Egitto: Y. Shousha 15, M. Elsabagh 13, I. Elgammal 10. Rim (32): H. Kamal 5. Ass (11): I. Elgammal e M. Elsabagh 3.
Iran: S. Nikkhah 24, H. Haddadi 23, O. Sahakian 14. Rim (41): H. Haddadi 15. Ass (19): S. Nikkhah 6.

Fabrizio Provera e Davide Moroni