Francia – Serbia 85-90 (15-21, 17-25, 14-15, 39-29)

Emotivamente, una semifinale con i fiocchi. La Francia, arrivata qui dopo una prova di grande carattere, testa, scelte azzeccate, contro una Spagna data come vincente da bookmakers ed addetti ai lavori.

Sasha Djordjevic, la marcia in più della Serbia (FIBA.com)

Sasha Djordjevic, la marcia in più della Serbia
(FIBA.com)

La Serbia, allenata divinamente da uno che già in campo dimostrava che in quella testa lì ci sarebbe stato spazio per allenare con un certo successo, dopo un +28 sul Brasile e l’impressione di essere la vera contendente di Team USA per il gradino più alto del podio. Nella prima metà della gara non c’è molta storia, la Serbia ha una marcia in più e, soprattutto, ha il numero 4 che sulla schiena dovrebbe aver scritto “Re Mida” e non Teodosic: tutto quello che tocca diventa oro, non sbaglia praticamente nulla e imbocca il tunnel degli spogliatoi con 18 punti a referto. Potrebbe essere la svolta per lui, dopo essere stato etichettato un po’ come perdente negli ultimi anni, e togliersi qualche sassolino dalla scarpa in una dimensione che gli permette di esprimersi al meglio. C’è da dire che Heurtel sembra il cugino di dodicesimo grado di quello che ha mandato in tilt la Spagna due giorni fa, incapace di arginare il playmaker del CSKA e poco produttivo in attacco. La voglia di rivincita la conosce bene anche Raduljica, da pochi giorni tagliato dai Clippers dopo essere stato coinvolta nella trade che ha portato Jared Dudley ai Bucks, e il centrone serbo ci mette testa, cuore e tanta corsa da un canestro all’altro. Si va al riposo sul 32-46 per gli uomini di Sasha Djordjevic.

Nicolas Batum, 35 punti per lui e 8/12 da tre (FIBA.com)

Nicolas Batum, 35 punti per lui e 8/12 da tre
(FIBA.com)

La terza frazione di gioco lascia pensare che il copione non sia destinato a cambiare, ma saremmo degli stolti se non pensassimo che il bello di questo gioco sta proprio nel fatto che può succedere di tutto, che in pochi minuti la situazione potrebbe essere ribaltata in maniera sorprendente. Ma il terzo quarto serbo, statisticamente un loro punto di forza, finisce 15-14 per Teodosic e compagni e, quindi, con un complessivo + 15. Ma il meglio deve ancora venire. Il quarto periodo è una partita a sé, di una bellezza commovente. Batum è devastante, una macchina da punti, preferibilmente dalla lunga (8/12 da tre) e concluderà con 35 punti e 32 di valutazione. Ma non è l’unico che sale in cattedra, perché dall’altra parte si sveglia Bogdanovic, dando vita ad un botta e risposta frenetico con percentuali al tiro altissime per entrambe le nazionali.

Bogdanovic, decisivo nel quarto finale (FIBA.com)

Bogdanovic, decisivo nel quarto finale
(FIBA.com)

La Francia si rifà sotto diverse volte, facendo capire che quel che si è visto contro la Spagna non è puro caso, ma non basta comunque ad impedire alla Serbia di arrivare in finale contro i ragazzotti di Coach K. Una semifinale che ci sarebbe piaciuto durasse all’infinito, di rara bellezza, di incredibile intensità e di cuore infinito. Come direbbe Al Pacino in Ogni maledetta domenica: “Siamo all’inferno signori miei”. Domenica sera, ore 21, per USA-Serbia.

Francia: N.Batum 35, B.Diaw 13, T.Heurtel 12. Rim (32): B.Diaw 10. Ass (17): T.Heurtel 6.
Serbia: M.Teodosic 24, B.Bogdanovic 13, N.Krstic/M.Raduljica/S.Markovic 11. Rim (28): N.Bjelica 7. Ass (19): N.Bjelica e S.Markovic 5.