Sergio Llull (credits FIBA)

Spagna-Australia 95-88 d2ts

Dirlo prima della finale è un azzardo, ma tutto indica che questo possa essere il Mondiale della Spagna. Nell’atmosfera soporifera di un Cadillac Center mezzo vuoto (solo i tifosi australiani hanno portato un po’ di rumore e colore), i ragazzi di Scariolo giocano una partita a inseguire e poi, come contro l’Italia, sfruttano la grande esperienza per portarsi a casa una partita che, fino a quarto quarto inoltrato, sembrava avviarsi verso una meritata vittoria degli Aussies.

Ingles sfinito a fine gara (credits FIBA)

La Spagna inizia meglio ma – come spesso le accade – dipende molto dai “momenti” dei suoi giocatori: c’è il momento Rubio, il momento Juancho, il momento Llull (spesso a ridosso di qualche sirena) e così via, ma alle folate iberiche risponde un’Australia quasi sempre controllata, che corre quando può ed esegue quando deve, sfruttando al meglio i suoi diversi costruttori di gioco (da Dellavedova a Bogut passando per Goulding e Ingles) e i preziosi rimbalzi offensivi dell’instancabile Nic Kay.

Patty Mills non è quello visto nei quarti, ma anche quando non segna tiene impegnata mentalmente la difesa spagnola che commette banali errori difensivi, in particolare quando sotto canestro c’è Willy Hernangomez (portato a scuola dal sempre più pachidermico Bogut). Scariolo, allora, fa insistentemente ricorso a Marc Gasol, che riporta a galla la Spagna quando, sul -8 al 33’, le cose sembravano mettersi male. Con i suoi canestri, assist e blocchi granitici propizia il -1 al 39’, approfittando anche del fatto che in casa Boomers – come direbbe Tanjevic – “culo mangia mutande”. Andare punto a punto contro questa Spagna, si sa, è da suicidio, e quando Bogut si fa strappare il rimbalzo da Marc e lo manda in lunetta (concedendosi polemicamente il gesto dei “soldi” rivolto agli arbitri), il copione sembra giungere a compimento. Dall’altra parte, però, Mills prende un discusso fallo da Claver e, facendo 1/2, manda la partita al supplementare.

Mills e Fernandez (credits FIBA)

Nel primo overtime le Furie Rosse sembrano poter prendere il sopravvento ancora con Gasol, ma l’Australia rientra con le fiammate di Mills e le giocate di energia di Kay e negli ultimi minuti la stanchezza impedisce alle due squadre di trovare i guizzi vincenti (o meglio produce una porcheria dietro l’altra in entrambe le metà campo, arbitri compresi), nemmeno il potenziale buzzer-beater di Dellavedova. Nel secondo, però, l’Australia è davvero sulle ginocchia e a nulla servono le rotazioni allungate di Lemanis: mentre i suoi uomini sono impegnati a perdere palloni a ripetizione, Llull e Claver firmano l’allungo decisivo regalando alla Spagna l’ennesima medaglia di questa generazione fenomenale. Grande rammarico per l’Australia, che sembrava avere nelle corde addirittura il gradino più alto del podio e invece – bene che vada – si metterà al collo il bronzo.

Spagna-Australia 95-88 dts (22-21; 10-16; 19-18; 20-16; 9-9; 15-8)

SPA: Gasol 33, Rubio 19, Llull 17. Rim 43 (Rubio 7); Ass 26 (Rubio 12)

AUS: Mills 34, Kay 16, Bogut 12. Rim 57 (Kay 11); Ass 21 (Dellavedova 9)


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