Foto Matteo Marchi

Marco Belinelli, tra i migliori contro l’Angola (Foto Matteo Marchi)

Dal nostro inviato

Italia-Angola 92-61

FOSHAN – Dopo la bandiera bianca alzata dalle Filippine alla palla a due, anche l’Angola non oppone una resistenza degna di questo nome e gli Azzurri festeggiano così (la certezza ci sarà dopo Serbia-Filippine) il raggiungimento dei primi due obiettivi del Mondiale: il passaggio del turno e il biglietto per il Preolimpico della prossima estate.

Gli africani, a dire il vero, iniziano meglio: un illusorio 0-4 subito ribaltato da Hackett e Gallinari. La partita, sostanzialmente, dura fino all’8-8 siglato da una bella tripla di Gerson Domingos, dopodiché il primo 8-0 azzurro scava un solco che va ampliandosi fino al 44-21 dell’intervallo, già una sentenza. A metà terzo quarto arriva anche il primo +31 firmato Datome, poi rimane spazio solo per qualche bella giocata individuale e di squadra a deliziare l’occhio neutrale (e tutt’altro che tecnico) del pubblico locale. Alla fine il nostro top-scorer è Belinelli con 17 punti, ma ben 10 azzurri sporcano il tabellino tenendo al contempo gli angolani ad appena 61 punti. Da rilevare in particolare le prestazioni incoraggianti di Brooks (11, 11 rimbalzi e 2 stoppate) e Tessitori (10 punti e alcune giocate di classe), la cui stazza diventerà sempre più utile con l’avanzare del torneo. Tra gli avversari, Yanick Moreira (15) riesce almeno ad arrotondare il bottino personale.

La brillantezza e la precisione viste due giorni fa, a dire il vero, sono state ben altra cosa, e a risultato non ancora acquisito si sono visti evitabili egoismi palla in mano (in particolare di Gentile, che alla fine prende anche un tecnico per un principio di rissa con Leonel Paulo, espulso per doppio tecnico) e diffusi vuoti di concentrazione difensivi. Ma cercare motivi di critica dopo due larghe vittorie (contro due avversarie sulla carta dignitose) rappresenterebbe uno slancio di pessimismo infondato, alla luce di quello che si è visto a Foshan. Certo dopodomani la Serbia non farà sconti (come invece fece la Spagna in una situazione simile, all’Eurobasket 2015, per avere incroci più favorevoli) e darà ai ragazzi di Meo Sacchetti una dimensione più precisa del proprio reale valore in questo Mondiale. Ma le sfide decisive arriveranno dopo, a Wuhan: lì capiremo davvero se questa Italbasket può essere più forte dei (giustificati) dubbi e della sfortuna che la accompagnano dall’inizio della preparazione.