I Buccaneers dopo aver dato l'addio a New Orleans divennero i Memphis Pros e questo era il loro logo.

I Buccaneers dopo aver dato l’addio a New Orleans divennero i Memphis Pros e questo era il loro logo.

“La storia dei Buccaneers”: 1^ parte

Sfortunatamente l’avventura a New Orleans era giunta al capolinea dopo appena 3 anni, troppe le perdite di denaro e in netto calo anche l’interesse del pubblico, così durante l’estate del 1970 la proprietà vagliò alcune ipotesi: si pensò di rendere la franchigia “regional” cambiandone il nome in Louisiana Buccaneers per farla giocare anche a Lafayette, Baton Rouge, Monroe e Shreveport, ma quando a fine agosto vi fu il cambio dei vertici proprietari, si fece largo l’idea di spostare la franchigia a Memphis, nel Tennessee, una città che non aveva mai avuto team professionistici ma che aveva già ospitato alcune partite ABA raccogliendo buon seguito. L’idea divenne una certezza e fu così che nacquero i Memphis Pros, nome scelto in quanto le divise erano già state realizzate con il logo Bucs e per risparmiare sui costi di ristampa ne serviva uno analogo di sole 4 lettere. Come arena fu selezionato il Mid-South Coliseum, la casa dei Tigers, che però ovviamente era prenotato per molte partite e questo costrinse la dirigenza a spostare alcune gare interne in città limitrofe. La squadra riuscì a tenere i Jones boys, Gerald Govan e coach McCarthy, e con questo nucleo i Pros rimasero ai piani alti della Western Division per molti mesi spingendosi ad un record di 32W-23L nel mese di gennaio. Sugli scudi anche il rookie Wendell Ladner, un lottatore soprattutto in area che chiuse la prima stagione con 17 punti e 11 rimbalzi arrivando 3° nella classifica dei rookie dell’anno alle spalle di Issel e Scott. Nonostante questo, la regular season si concluse con appena 9W-20L da fine gennaio in poi, con il record sotto il 50% per la prima volta nella storia della franchigia, ma comunque sufficiente per un posto ai playoff, anche se per un 1° turno impossibile contro i Pacers, la miglior squadra della lega. Ma i Pros lottarono per tutta la serie, persero gara-2 a Indianapolis con due liberi allo scadere di Lewis e lo stesso successe anche per gara-3 e gara-4 davanti a oltre 4000 fan in quel di Memphis, con i Pacers che si imposero con due vittorie al cardiopalma per lo sweep finale.

i Memphis Pros del 1970-71. Da sinistra Steve Jones (23), Gerald Govan (25), Wendall Ladner (33), Jimmy Jones (15, Harley Swift (24) e coach McMahon.

i Memphis Pros del 1970-71. Da sinistra Steve Jones (23), Gerald Govan (25), Wendall Ladner (33), Jimmy Jones (15, Harley Swift (24) e coach McMahon.

Durante l’estate del 1971 il proprietario Blake abbandonò per le perdite avute nella gestione di appena un anno, lasciando il team in mano alla ABA che cercò in ogni modo di non far fallire la squadra in attesa di nuovi compratori. Fu aperta anche una campagna Save our Pros” in cui migliaia di cittadini comprarono piccole azioni del team: non si raccolsero esattamente i soldi richiesti, ma per la lega fu sufficiente il vedere una partecipazione della cittadinanza e la vendita di azioni venne identificata come il “miracolo di Memphis”. Per ripianare debiti pregressi la squadra venne smantellata: Steve Jones uscì dal contratto accasandosi ai Chaparrals, Jimmy Jones partì in direzione Utah, visto che i Pros sorprendentemente non esercitarono la team option, e senza i due migliori realizzatori degli ultimi 3 anni la squadra fu data in mano alla promettente guardia Johnny Neumann, junior da Ole Miss che con 40 punti segnati di media era stato il miglior realizzatore dell’ultima annata collegiale. Con McCarthy ancora alla guida dei Pros, la squadra rimase alla soglia del 50% nei primi due mesi di regular season, sfruttando il gioco in area, il vero punto di forza di Memphis: Gerald Govan e Wil Jones dominavano i tabelloni rendendo i Pros la miglior squadra a rimbalzo della lega con quasi 58 di media a partita (14.2 per Govan, 10.4 per Jones).

“La storia dei Buccaneers” continua martedì 30 dicembre, ore 10:00


Indice “DailyBasket Focus – ABA History”
Puntata 1 – La nascita e i primi passi
Puntata 2 – Tra difficoltà economiche e la fine delle ostilità
Puntata 3 – Pipers, dal successo all’anonimato (1^parte)
Puntata 4  – Pipers, dal successo all’anonimato (2^parte)
Puntata 5  – Buccaneers, i primi anni positivi a New Orleans (1^parte)


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