Secondo appuntamento con la rubrica che parla di basket NBA e che vi tiene aggiornati su tutto quello che succede. Iniziamo stavolta con un Oscar, si proprio quell’Oscar, quella statuetta tanto inseguita dagli attori di tutto il mondo che stavolta però è stata vinta da un personaggio che ha fatto la storia della NBA: Kobe Bryant. Si proprio Kobe, quello dei Los Angeles Lakers (nessun omonimo arrivato da Hollywood) che grazie al suo Dear Basketball ,(mandato in onda durante la cerimonia del ritiro della maglia allo Staples Center) in cui ha avuto il ruolo di produttore esecutivo, è riuscito appunto a portarsi a casa la statuetta nella categoria “cortometraggi di animazione”. Durante il suo discorso in cui ringrazia tutti quelli che hanno reso possibile questo progetto, Kobe si lascia andare anche ad una parte in italiano dove ringrazia la moglie con un:” Vanessa ti amo con tutto il mio cuore”. Un uomo, che dopo i tanti premi vinti sul campo, sembra riuscire a far diventare oro tutte le cose su cui mette le mani. Quando qualcuno vi chiederà: chi è secondo te un vincente nato? Voi potreste rispondere mettendogli davanti una foto di Kobe.

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Continua la risalita della Western Conference dei Portland Trail Blazers. Dopo essere stati sempre a cavallo del 50% nel rapporto tra vittorie e sconfitte, dal 14 Gennaio in poi la squadra dell’Oregon ha cambiato marcia fino ad arrivare in questo momento addirittura al terzo posto a Ovest, dietro soltanto a chi sta facendo per ora un altro campionato, e cioè Rockets e Warriors. Lillard sta avendo cifre mostruose, ma il collettivo della squadra di Terry Stotts è di altissimo livello. Yusuf Nurkic e C.J. McCollum li conosciamo molto bene tutti, chi sta sorprendendo è il supporting cast formato da Maurice Harkless e Al-Farouq Aminu, tra i tanti che hanno dato anche una dimensione difensivamente valida a questi Blazers: sesto Defensive Rating di tutta la lega.

Impossibile non citare in questo momento della stagione gli Indiana Pacers. Una squadra partita con aspettative molto basse dopo essersi separata dal proprio giocatore più rappresentativo: Paul George. Dopo di lui via anche Jeff Teague e Monta Ellis. Indiana doveva essere squadra da Lottery, invece con un record ben più che positivo ha ormai un posto quasi assicurato nei playoff della Eastern Conference. Grazie ad un Victor Oladipo in versione All-Star, (prima apparizione per lui nella edizione appena andata in scena a Los Angeles) acquisito dagli Oklahoma City Thunder nella trade che ha coinvolto George, con cifre sopra ogni più rosea aspettativa (24.2 punti, 5.4 rimbalzi, 4.2 assist, 2.2 rubate e 2.3 triple di media a gara) sta conducendo Indiana in un cammino molto interessante. Insieme a lui la crescita di Myles Turner, la maturità in playmaking di Darren Collison (che ha in Corey Joseph un ricambio di qualità), in guardia la costanza di Bojan Bogdanovic (14 punti di media col 53% dal campo) fanno dei Pacers una intrigante realtà da vedere nella post-season.

Abbiamo appena parlato di Dirk Nowitzki nella prima puntata della nostra rubrica, ma Dirk affascinato dalle nostre righe ha voluto esserci anche nella seconda uscita; infatti nella partita casalinga persa dai suoi Mavericks contro i New Orleans Pelicans, è balzato all’ottavo posto della classica All-Time NBA per quanto riguarda i tiri messi a segno raggiungendo quota 10980. Questo numero gli ha permesso di superare Elvin Hayes e di mettere nel mirino il settimo posto occupato al momento da Wilt Chamberlain con 12681. Lo scarto non è piccolissimo e Dirk sta andando verso la fine della sua carriera, ma col tedesco mai dire mai.

Dopo lo scandalo che ha coinvolto l’NCAA, fatto di corruzione e soldi dati ai giocatori per vie non legali, sembra che l’NBA stessa voglia mettere le mani sulla lega del college basket per migliorare la situazione ed evitare altri momenti di imbarazzo nazionale. In che modo? La NBA sembra intenzionata a costruire strutture di sviluppo per i giocatori del college, fatte non solo per quanto riguarda il campo da gioco; infatti il progetto sarebbe quello di seguire i migliori prospetti NCAA fuori dal campo, per cercare di farli crescere come uomini. Per evitare poi un altro scandalo come quello scoppiato poco tempo fa in cui è stata coinvolta anche l’FBI per effettuare le indagini, questi giocatori potrebbero avere la possibilità di giocare anche in G-League (una volta maggiorenni) così da poter avere dei compensi per le loro prestazioni e per evitare che tali compensi vengano dati tramite vie non lecite. Tutto alla luce del sole, tutto regolarizzato in chiaro stile NBA. Vedremo se questa rivoluzione sarà applicabile, sicuramente l’idea è molto ben strutturata.

Piccola tegola in casa Los Angeles Lakers, Brandon Ingram dovrà stare fuori almeno per una settimana a causa di uno stiramento all’inguine. L’infortunio è avvenuto durante la partita vinta dai suoi Lakers in casa dei Miami Heat. Ingram in questa stagione sta facendo molto bene e si sta dimostrando un all-around player con numeri molto buoni: 16.4 punti, 5.4 rimbalzi e 3.9 assist di media; il miglioramento rispetto alla sua stagione da rookie è tangibile, infatti nella sua prima annata si era fermato a 9.0 punti, 4.0 rimbalzi e 2.1 assist di media.

DeMar DeRozan è il giocatore della settimana della Eastern Conference con 22 punti di media. I suoi Toronto Raptors che stanno letteralmente volando e sono primi ad Est. Nella Western Conference Anthony Davis ha vinto lo stesso premio. Dopo essere stato eletto giocatore del mese, continua il suo momento magico (41 punti anche questa notte contro i Clippers) e continua il momento positivo anche dei Pelicans che al momento sono quarti a Ovest.

Volano insieme a Pelicans e Blazers nella Western Conference gli Houston Rockets che nella notte, battendo i Thunder a Oklahoma City, hanno inanellato la sedicesima vittoria di fila. L’aggiunta di Chris Paul ha reso questa squadra una macchina offensiva devastante, che sta viaggiando con passo molto spedito e che può mettere davvero in difficoltà i Golden State Warriors. Paul si é adattato in maniera perfetta al gioco di D’Antoni e sta avendo numeri nel tiro da tre punti mai visti in carriera: 2.5 triple a partita. L’attacco dei Rockets: primi per Offensive Rating con 116.69, primi per Net Rating con 8.03, secondi per punti segnati con 114.1 e primi per triple a bersaglio con 980.

Altro richiamo ufficiale della lega sulla ormai delicata questione del tanking. Dopo il messaggio della scorsa settima di Adam Silver, in cui gli occhi sarebbero puntati sulle squadre di bassa classifica per evitare sconfitte volute, e dopo la multa di 600 mila Dollari a Mark Cuban, la NBA sembra voler eliminare o quantomeno ridurre sempre di più questo fenomeno. I protagonisti stavolta sono i Chicago Bulls, che dopo la sosta per l’All-Star Game hanno deciso di mettere fuori dalle rotazioni due veterani come Justin Holiday e Robin Lopez a favore di giocatori più giovani da sviluppare. Questo non é piaciuto alla lega che a inizio settimana ha mandato un richiamo ufficiale ai Bulls. Il comunicato in pratica diceva di non poter far riposare o mettere fuori dalle rotazioni giocatori non infortunati come Holiday e Lopez. A questo messaggio in casa Bulls ha parlato John Paxson: “Dopo l’All-Star Game abbiamo ricevuto questa comunicazione dalla lega; faremo il possibile per seguire questa raccomandazione, ma non possiamo far giocare tutte e 12 i ragazzi nel nostro roster. Nove o dieci é possibile ma non tutti. Poi ci sono giocatori che hanno un ruolo fondamentale per noi che fino ad ora avevano giocato poco e meritavano minuti”. Questione molto intricata questa del tanking, di difficile lettura; vedremo se questi messaggi riusciranno a cambiare qualcosa.