Nella notte si è concretizzato uno scambio molto interessante tra Detroit Pistons e Los Angeles Clippers: Blake Griffin andrà nella città dei motori mentre Avery Bradley e Tobias Harris si accaseranno a Los Angeles.
La trade completa comprende anche la partenza di Willie Reed e Brice Johnson verso Detroit, che ha lasciato sul piatto di questa trade due scelte future: una prima scelta 2018 e una seconda scelta 2019.

Impossibile non analizzare una trade che comprende un giocatore come Blake Griffin, una stella che ha partecipato a 5 All Star Game. Il giocatore, che in estate aveva firmato un rinnovo con i Clippers per 5 anni a 171 milioni di Dollari complessivi, lascia L.A. dopo sette stagioni e la parte iniziale di quella in corso. Griffin sembrava il perno su cui i Clippers volevano ricostruire dopo la partenza di Chris Paul. I movimenti estivi con l’aggiunta di Danilo Gallinari e Milos Teodosic sembravano voler dire si ricostruzione, ma senza smantellare ed avere una squadra quantomeno competitiva. Nonostante gli infortuni di Gallinari, Griffin stesso (che ha saltato 16 partite in stagione) e Patrick Beverly (out for season) la squadra di Doc Rivers si stava giocando un posto ai playoff con un record attuale di 25 vittorie e 24 sconfitte a solo mezza partita di distanza dall’ottavo posto (occupato dai Nuggets). Ma poi è arrivata la trade. Ad una prima analisi l’arrivo di Bradley e Harris potevano dare un’idea di struttura completamente diversa a Los Angeles, ma comunque interessante con due giocatori esperti e da quintetto. Starting five che con Teodosic, Bradley, Harris, Gallinari e DeAndre Jordan può mantenere una discreta competitività. Ma sempre nella notte Adrian Wojnawroski, esperto di mercato NBA, ha twittato che i Clippers sarebbero alla ricerca di una trade sia per DeAndre Jordan che per Lou Williams. Questo segnale, più della trade ufficializzata nella notte, sembra voler dire rifondazione completa. A queste condizioni sarà molto difficile anche la permanenza di Doc Rivers; coach di alto livello che potrebbe cercare alla fine della stagione di accasarsi in qualche realtà più competitiva.
Ma torniamo alla trade. I Clippers ricevono come detto Bradley (ultimo anno di contratto da 8 milioni di Dollari), che in questa annata non sta giocando ai livelli sperati. Con 15 punti e 2.1 assist di media ha numeri più bassi rispetto alla sua stagione passata e la sua esplosione non è mai arrivata, nonostante in Michigan abbia trovato più possessi da sfruttare (usage passato da 19.1 a 24.4 in questa stagione). Tobias Harris (contattto in scadenza la prossima stagione con 14.8 milioni di Dollari) invece ad inizio annata era partito fortissimo (vincendo anche una volta il “titolo” di giocatore della settimana a Est). L’ex Orlando Magic ha avuto un calo fisiologico ma a differenza di Bradley, sta mettendo assieme la sua migliore annata come produzione con 18.1 punti di media. Anche i due contratti dei giocatori appena arrivati fanno presagire la volontà di una ricostruzione. Bradley scadrà a fine anno, mentre il contratto di Harris è appetibile da scambiare per scelte future, in quanto ha all’orizzonte solo la prossima stagione. Se i due non dovessero rimanere ai Clippers il monte ingaggi di questi ultimi si libererebbe di 22 milioni.

Detroit si priva di 2/5 del quintetto ma riceve Griffin che in questa stagione sta viaggiando a 22.6 punti, 7.9 rimbalzi e 5.2 assist di media. Giocatore solido, un veterano che insieme a Andre Drummond andrà a formare un frontcourt di sicuro interesse, soprattutto per la Eastern Conference. Rimane il dubbio di chi andrà a coprire lo spot di shooting guard e di shooting forward; infatti a roster rimangono Luke Kennard (che però è un rookie) e Stanley Johnson (secondo anno nella lega) che sono giocatori interessanti ma che ancora devono crescere molto. Nell’ultima partita giocata e persa dai Pistons contro Cleveland la Shooting Guard titolare è stata Reggie Bullock, giocatore che non è una guardia naturale ed è stato adattato a quel ruolo provvisoriamente. Vedremo quali adattamenti farà coach Stan Van Gundy. Va detto che i Pistons qualcosa sul mercato dovevano fare. Dopo essere partiti molto, bene ed essere stati addirittura anche in cima alla Eastern Conference, nelle ultime quindici partite hanno vinto soltanto tre volte; in pratica da quando Reggie Jackson (nonostante anche lui sia sul mercato a detta di molti addetti ai lavori) è fermo per un problema alla caviglia. Vedremo se i Pistons dopo questa mossa riusciranno a uscire da una crisi che li ha portati dal top a Est ad essere addirittura al nono posto e fuori dai playoff. Due squadre da seguire fino a fine stagione per capire chi avrà guadagnato di più da questa trade.