In una NBA come quella attuale, in cui i cestisti europei riescono a ritagliarsi uno spazio sempre più importante all’interno della Lega, Marco Belinelli e Danilo Gallinari rappresentano al meglio ciò che il basket del Vecchio Continente è in grado di offrire. I due italiani, rispettivamente con le canotte dei San Antonio Spurs e dei Los Angeles Clippers, numeri a parte, si sono resi e si stanno rendendo tuttora protagonisti di una delle migliori stagioni della loro carriera. Sia per la loro presenza emotiva in campo e fuori che per l’utilità che rivestono all’interno delle due franchigie militanti nella Western Conference, hanno avuto la forza di attestarsi come leader delle proprie squadre e si sono calati in modo perfetto all’interno degli schemi di coach Popovich e Rivers. A gioire di questo ottimo momento di forma, e di maturità cestistica che sia Belinelli che Gallinari stanno attraversando, c’è senza ombra di dubbio anche coach Meo Sacchetti che potrà fare affidamento su entrambi per la prossima spedizione mondiale. Le polemiche di qualche mese fa sono ormai acqua passata e chissà che il Gallo e Marco non possano riuscire, in compagnia di Melli e Datome, a far compiere il definitivo salto di qualità alla nazionale azzurra che nonostante le ottime potenzialità, sino ad oggi, non è mai riuscita ad esprimersi ad alti livelli.

Danilo Gallinari, il fulcro dei Clippers

Come rimarcato anche da coach Doc Rivers nel discorso diventato subito virale sul web e dedicato ai suoi ragazzi negli spogliatoi subito dopo la qualificazione ai playoff, ad inizio stagione erano in pochi, se non nessuno, a credere nell’accesso dei Clippers alla Post Season. Dopo che il progetto sportivo fondato su Paul, Griffin e Jordan è stato letteralmente smantellato nelle passate stagioni, per la squadra californiana questa doveva essere la stagione giusta per far crescere i giovani in ottica futura. Grazie a delle trade estremamente favorevoli, come quella che ha portato praticamente a costo zero Zubac dai Lakers ai Clippers, nonché grazie all’esplosione dei tanti talenti ancora inesplorati in roster, la squadra di Doc Rivers è riuscita nell’impresa di conquistare i playoff. Il leader tecnico ed emotivo di questi nuovi Clippers è Danilo Gallinari, che oltre a far registrare quasi 20 punti di media a partita, ha preso per mano la squadra innalzandone a dismisura il livello di gioco e di concentrazione in quella che per distacco si sta rivelando la sua miglior stagione in carriera come ci ricorda anche Sky Sport. Danilo si appresta così a giocare da protagonista i playoff a ben otto anni di distanza dalla sua prima apparizione, dopo che nella sua esperienza a Denver il sogno Post Season era stato infranto solo dal terribile infortunio al ginocchio intercorso nella seconda parte di stagione. Riprendersi da quello choc non è stato facile ma, con tanto sudore, lavoro e convinzione nei propri mezzi, il talento italiano è riuscito a modificare il proprio modo di giocare. Se è vero che, dando un’occhiata alle scommesse sul basket, al 10 di aprile la quota su Betway per la vittoria del titolo da parte dei Clippers è di 81 e dunque fortemente improbabile, è altrettanto vero che nella prossima sessione di mercato la franchigia californiana, grazie all’enorme spazio salariale a disposizione, potrà puntare su almeno due top player, tra cui spiccano i nomi di Durant, Leonard, Irving, Thompson e Buttler. Il percorso verso il sogno del titolo per i Los Angeles Clippers è appena iniziato ma con un Danilo Gallinari così e con la possibilità di accaparrarsi dei fenomeni assoluti, a partire già dall’anno prossimo, coach Doc Rivers ha serie possibilità di dar vita ad un ciclo vincente.


Marco Belinelli sembra essere nato per il sistema Spurs

Marco Belinelli, già capace di laurearsi campione NBA proprio con i San Antonio Spurs e primo italiano nella storia del gioco a riuscire nell’impresa, nonché vincitore della gara del tiro da tre punti disputatasi nell’edizione dell’All Star Game del 2014, si sta ritagliando un ruolo sempre più importante nella squadra texana. Dopo la sua esperienza a Philadelphia, conclusasi tra alti e bassi, Marco ha deciso di ritornare alla corte di coach Popovich che, da sempre, reputa l’italiano perfetto per il sistema di gioco dei suoi Spurs. Gli Spurs, come noto a tutti gli appassionati di basket, non sono una franchigia come tutte le altre e, all’interno del sistema NBA, continuano a sottolineare la propria differenza. A testimonianza di ciò, si erge l’inequivocabile circostanza che ha visto gli Spurs, sotto la guida di Popovich, conquistare la propria ventiduesima partecipazione consecutiva ai playoff, impresa mai riuscita a nessun’altra franchigia nella storia del gioco. Coach Pop, con il suo immenso talento e con le sue intuizioni geniali, è riuscito a farsi beffe di un sistema come quello della NBA, pensato e costruito per distribuire successi e, soprattutto, fallimenti tra tutte le franchigie nel corso del tempo. Gli Spurs, invece, sembrano non conoscere il significato della parola fallimento e, dopo aver archiviato il ciclo Duncan-Parker-Ginobili, si apprestano a scrivere nuove pagine di questo magnifico sport sempre sotto la guida del profeta Popovich. Belinelli, ad ogni modo, nel sistema Spurs riesce a dare il meglio di sé e, oltre ad essere diventato uno dei tiratori da tre più temuti di tutta le Lega, sta innalzando il proprio livello di gioco sia in fase difensiva che in fase di penetrazione a canestro.


La stagione della NBA si accinge finalmente ad entrare nel vivo: le squadre iniziano a fare sul serio e, da italiani, non possiamo fare altro che augurare ai nostri Gallinari e Belinelli di arrivare il più in fondo possibile.