Houston contro Golden State non è stata una normale partita di regular season, ma un confronto tra due squadre che potrebbero ritrovarsi nella prossima finale della Western conference. Nonostante la calma degli Warriors che a detta di Kevin Durant non si interessano minimamente di quello che sta facendo Houston, questa partita ha un valore. Daryl Morey, General Manager dei Rockets, a differenza di KD, dice di essere ossessionato dagli Warriors e di pensare ogni notte a come batterli. Dichiarazioni di assoluta tranquillità da una parte, mentre dall’altra la voglia di arrivare a vincere contro i più forti.

La partita sul campo è stata vinta dai Rockets per 116  a 108 capaci anche di andare sul +17, salvo poi farsi rimontare e farci godere di un quarto quarto molto combattuto. La notizia sarebbe già questa: infatti Houston non vinceva al Toyota Center contro gli Warriors da ben 7 anni. Ma cosa possiamo estrapolare da questa sfida, cha a detta di tanti addetti ai lavori NBA sarà la finale a Ovest? Quando le due squadre giocano ad alto ritmo (Golden State terza e Houston ottava per Pace nella lega) e si affrontano a viso aperto c’è equilibrio; se Houston non snaturerà questa sua tendenza “D’Antoniana” ai playoff potrebbe mettere in difficoltà Golden State più del dovuto, anche se la squadra di Curry rimane ancora favorita.

Favorita perchè Harden e Paul hanno la tendenza a fermare troppo la palla, senza farla mai vedere ai compagni, palleggiando per molti secondi sul posto e sfidando uno contro uno il proprio avversario. Nella rimonta di Golden State, che si era portata anche a + 4 nei minuti finali, si è visto come la difesa dei campioni in carica sia in grado di fermare queste azioni senza troppe difficoltà togliendo certezze all’attacco di Houston. Vero è che James Harden nelle situazioni di isolamento è il migliore di tutta la lega (11.8 punti di media, il secondo è James con 6.2), e la sua efficacia è oggettiva, ma se vorrà mettere in difficoltà gli Warriors nei momenti che contano dovrà ridurre il volume di questi possessi a favore del gioco di squadra, o comunque attaccare in modo diverso muovendo la difesa. Ad ogni modo i Rockets escono da questa partita più convinti del proprio valore. Golden State sa di essere favorita (Curry e Thompson difficilmente chiuderanno ancora con 9 su 31 dal campo) e di avere nella difesa una grande certezza, che come sappiamo nella post season si alzerà ancora più di livello, ma dopo questa partita sa anche di dover giocare al massimo e senza distrazioni perché Houston sembra davvero pericolosa e con la voglia di stupire il mondo.