Sette vittorie nelle ultime dieci partite e quarto posto a Est, con soltanto una partita di svantaggio sui Cavs. Questi sono i numeri dei sorprendenti Miami Heat. Stiamo parlando di una squadra che ha saputo ricostruire in fretta dopo i fasti dell’era LeBron James senza passare da quel purgatorio chiamato tanking.

La fine vera e propria dei “vecchi” Heat si è concretizata con l’addio di Wade due estati fa, e ai nastri di partenza del campionato 2016-17 Miami veniva definita come una squadra da ultime posizioni. In realtà non è stato così. Con Goran Dragic come punto fermo e Hassan Whiteside, gli Heat arrivarono ad un passo dai playoff guidati in panchina dal confermatissimo coach Erik Spoelstra. A differenza della scorsa annata, in quella attuale da Miami ci si aspettava un upgrade e l’approdo in zona playoff. Aspettative che fino ad ora sono state mantenute dalla squadra della Florida, e forse i risultati stanno andando anche oltre quest’ultime. Alcuni giocatori sono cresciuti a livello esponenziale ed altri si sono confermati sugli standard dello scorso campionato. Tra le sorprese troviamo tre giocatori su tutti: Tyler Johnson, Josh Richardson e Wayne Ellington. Va detto che tutti e tre hanno trovato più minuti nel corso della stagione a causa dei problemi prolungati alla caviglia di Dion Waiters (costretto poi all’operazione); il giocatore aveva firmato in estate un prolungamento di contratto da 52 Milioni di Dollari in 4 anni ed era al centro del progetto di Miami, ma la sua caviglia lo ha fermato e tornerà solo per l’inizio della stagione 2018-2019.

Johnson sta producendo molto sia quando è utilizzato in quintetto, sia come bocca da fuoco principale della second unit. Con 14.7 punti di media e 1.8 triple a gara sta rendendo meno amara l’assenza di Waiters. Stesso discorso vale per Ellington, lui vero sesto uomo come ruolo, sta dando all’attacco degli Heat ancora più pericolosità. Con la sua grande capacità di tirare da tre punti e di allargare il campo è diventato una pedina fondamentale nello scacchiere di Spoelstra. Nell’ultimo mese le sue medie sono salite fino a 3.7 triple a gara e 14.5 punti di media. Per quanto riguarda Josh Richardson, il discorso è ancora più interessante. Giocatore sempre in quintetto e sempre descritto come specialista difensivo (lo conferma il suo defensive rating di 99.1 che è il migliore della squadra), si è però evoluto anche a livello offensivo viaggiando a 13 punti di media a cui aggiunge 3.7 assist, capace anche di segnare 28 punti (season high) contro i Clippers il 12 Dicembre scorso.

Le conferme arrivano ovviamente da Goran Dragic che rimane il leader della squadra e da Whiteside. Il lungo di casa Heat, che nella scorsa estate aveva firmato un rinnovo contrattuale da 98 Milioni di Dollari in 4 anni dopo un inizio difficoltoso e con qualche infortunio di troppo, si sta riprendendo sia a livello numerico che fisico. Nelle ultime due settimane dopo il suo rientro i punti e i rimbalzi sono tornati sui in linea con la stagione passata (17,5 punti e 12.0 rimbalzi di media), e la sua difesa sotto il ferro ha iniziato a farsi sentire in maniera costante. Le stoppate sono 3 a partita contro le 2 di media della scorsa stagione. L’altro Johnson della squadra, ovvero James, si sta ancora una volta in questa stagione confermando un giocatore all-around che a Miami ha trovato la realtà giusta dove esprimere le sue capacità dopo anni non proprio sfavillanti nella lega. 10 punti, 5 rimbalzi, 4.1 assist, 1 palla rubata e 1 tripla di media a gara fanno di lui una Power Forward molto versatile. Interessante anche parlare di Bam Adebayo. Lungo ex Kentucky che nei momenti di assenza di Whiteside ha messo un mostra le sue grandi doti di rimbalzista ma anche offensive, con una grande prestazione il 9 di Gennaio contro Toronto chiusa con 15 punti e 16 rimbalzi a cui ha aggiunto 5 stoppate. Il suo ruolo “normale” è quello di backup del lungo titolare, ma i suoi numeri rimangono comunque buoni: 8 punti e 5 rimbalzi a gara.

Gli Heat giocano una pallacanestro a basso ritmo, con possessi molto ragionati (ricordano i Jazz della passata stagione) e ricercano l’esecuzione dello schema. Le stats parlano chiaro: 98.4 possessi a gara (ventottesimi in tutta la lega). Di conseguenza a questo si trovano nella stessa posizione per punti segnati di media con 100.9. Bilanciano questi fattori con numeri difensivi interessanti: infatti sono al quarto posto come minor numero di punti subiti a gara (101.8), e hanno la decima miglior difesa per efficienza di tutta la lega. Una squadra che cerca un grande equilibrio in campo e che al momento nella Eastern Conference si sta consolidando in posizioni di alta classifica e può potenzialmente diventare una mina vagante nei prossimi playoff. Bravi a costruire su giocatori che nelle loro precedenti esperienze non avevano convinto, ed affiancarli ai veterani della squadra. Una nota di merito va anche a Erik Spoelstra che ha saputo rendere questo poster competitivo, ed in poco tempo, nonostante lo scetticismo che lo circondava.