Febbraio da sogno per Portland e Utah, segnali di vita da Denver e vittorie inaspettate per Minnesota. Ma nella Northwest Division è sempre Oklahoma City a guardare tutti dall’alto. Intanto la trade deadline del 18 Febbraio si avvicina.

 


Oklahoma City Thunder (40-14, terzi a Ovest): la morte per un incidente stradale della moglie dell’assistant coach Monty Williams ha scosso l’intera franchigia e dal punto di vista psicologico, dunque, non è un momento positivo per i Thunder. Ad ogni modo, spostandoci sul lato cestistico, sarebbe superficiale pensare che ad Oklahoma City vada tutto bene perché all’All-Star break le vittorie sono già quaranta e il terzo posto nella Western Conference è sempre più consolidato. L’attesissimo match del 6 Febbraio contro Golden State è terminato 116-108 a favore dei campioni in carica, con la truppa di coach Donovan che non ha quasi mai dato la sensazione di poter vincere. In quella serata sono venute fuori tutte le lacune che non fanno di OKC, in questo momento, una squadra da titolo: attacco poco fluido e dominato da eccessivi individualismi, difesa organizzata male e una panchina di bassissimo livello, fatta eccezione per il solito Enes Kanter (11.9 punti e 7.7 rimbalzi). Nonostante ciò stiamo parlando di un ottimo team che in due mesi ha perso solamente sei partite e che segna 110.1 punti a gara; inoltre Kevin Durant sta toccando livelli strepitosi ed è il terzo miglior realizzatore della Lega con 27.7 punti di media, Russell Westbrook (MVP dell’All-Star Game) viaggia a suon di triple doppie e quando questo duo stellare collabora in pochi riescono a scamparla. Ma essere “campioni di statistiche” non è sufficiente per arrivare fino in fondo.

Che sorpresa questi Trail Blazers e che annata per Lillard e McCollum! (Foto: nyloncalculus.com)

Che sorpresa questi Trail Blazers e che annata per Lillard e McCollum! (Foto: nyloncalculus.com)

Portland Trail Blazers (27-27, settimi a Ovest): cuore, orgoglio, spirito di squadra e tanta consistenza. I Trail Blazers hanno perso solamente due volte nelle ultime dieci uscite e stanno vivendo un momento davvero magico, testimoniato dai tre precedenti successi ai danni di Houston (due volte) e Memphis. Nessuno, ma proprio nessuno, si aspettava di vedere Portland settima ad ovest con un record del 50% alla pausa per il fine settimana delle stelle. Damian Lillard (24.3 punti con 7.3 assist in stagione, sesto realizzatore NBA) sta svolgendo alla perfezione il suo ruolo da trascinatore e l’organico, allo stesso tempo, non dipende in maniera eccessiva da lui; il merito va assegnato specialmente all’esterno CJ McCollum, per ora Most Improved Player a mani basse con 20.7 punti ad allacciata di scarpe e una continuità degna di una stella. Tutti stanno mettendo il proprio mattoncino ed è questo l’ingrediente principale dei Blazers, che sono riusciti a spodestare i Rockets dalla loro posizione in classifica abituale. Con qualche aggiustamento in difesa la compagine di coach Stotts può restare su livelli alti e centrare un obiettivo che a fine ottobre, dopo gli smantellamenti del mercato estivo, era impensabile: i Playoffs.

Utah Jazz (26-26, ottavi a Ovest): fino ad una ventina di giorni fa Utah sembrava una squadra stanca, senza risorse e destinata a calare gradualmente nelle settimane successive. Ma Gordon Hayward (19.9 punti a match) e compagni, il 27 Gennaio, hanno inanellato una straordinaria striscia di sette successi consecutivi, interrotta il 10 Febbraio a New Orleans dopo aver vinto, il giorno prima, un’estenuante sfida ai supplementari sul parquet dei Mavericks. Questo momento di grazia è andato di pari passo con il salto di qualità del sophomore Rodney Hood; il 23enne ha tra le mani sempre più responsabilità offensive, contro Dallas il 9 Febbraio si è preso il lusso di tirare 26 volte (suo il canestro per l’overtime) e in questo mese sta realizzando 19.8 punti di media. L’organico di coach Snyder è molto limitato dal punto di vista del talento e l’esplosione della ventitreesima scelta del Draft 2014 si sta rivelando, infatti, il pezzo mancante del puzzle. La vera forza della franchigia di Salt Lake City rimane una difesa d’élite con 96.4 punti concessi a sera (terzi nella Lega).

Mudiay abbraccia Gallinari (Foto: usatoday)

Mudiay abbraccia Gallinari (Foto: usatoday)

Denver Nuggets (22-32, undicesimi a Ovest): Eppure qualcosa si muove nella Mile High City, anche se ormai la zona Playoffs è lontana e possibile da raggiungere solo con una serie positiva di successi. Nelle ultime due settimane sono arrivate delle vittorie inattese a Toronto, contro Chicago e a Detroit, ma l’organico allenato da coach Malone continua a mostrare una preoccupante discontinuità nell’arco dei 48 minuti e una difesa da 4 in pagella. Nel frattempo sta proseguendo lo stellare 2016 di Danilo Gallinari, sempre più leader e faro offensivo: è il miglior ‘Gallo’ di sempre non solo per le cifre (19.7 punti e 5.4 rimbalzi, primo tra gli europei e secondo tra i non-statunitensi), ma anche per la consistenza e la maturità messe sul campo. Tirando le somme i gialloazzurri stanno vivendo un buon Febbraio grazie anche al periodo di forma di Kenneth Faried e ai miglioramenti del rookie Emmanuel Mudiay, decisivo a New York il 7 Febbraio con un quarto periodo memorabile e autore di 30 punti nella sfida dei giovani all’All-Star Weekend. Ma non è escluso che qualcosa, entro la trade deadline (-3), possa cambiare all’interno del roster.

Sabato notte LaVine ha vinto la gara delle schiacciate più appassionante degli ultimi anni (Foto: heavyeditorial.files.wordpress.com)

Sabato notte LaVine ha vinto la gara delle schiacciate più appassionante degli ultimi anni (Foto: heavyeditorial.files.wordpress.com)

Minnesota Timberwolves (17-37, tredicesimi a Ovest): La striscia di cinque sconfitte di fila (due “W” in dieci uscite) è stata interrotta il 3 Febbraio da un’inaspettata vittoria contro i Clippers a Los Angeles, dove gli immaturi e indisciplinati T’Wolves hanno espresso tutto il loro potenziale. Poi nei giorni successivi sono arrivati altri due successi (contro Chicago e Toronto) e la panchina di coach Mitchell, messo in discussione più volte anche dai giocatori, sembra momentaneamente al sicuro. Le ultime voci, però, dicono che la dirigenza abbia già avviato i primi contatti con l’ex allenatore dei Bulls Tom Thibodeaou, che potrebbe firmare in estate per la prossima annata. Di certo dei “rumors” del genere non fanno bene all’ambiente ma questo dimostra come ai piani alti stiano già pensando al futuro, visto che ormai questa stagione ha preso una brutta piega. Passando ai singoli giocatori vanno evidenziati i 24.6 punti ad allacciata di scarpe dell’astro nascente Andrew Wiggins a Febbraio (20.8 totali), mentre Zach LaVine è stato uno dei protagonisti del fine settimana delle stelle con il premio di MVP del Rising Stars Challenge e il trofeo di Re delle schiacciate. 17.1 punti e 10.1 rimbalzi di media per il rookie Karl-Anthony Towns, vincitore dello Skills Challenge all’All-Star Saturday Night: in pochi, nella storia, hanno messo assieme numeri del genere al primo anno. Kevin Martin e Ricky Rubio, parlando di mercato, potrebbero fare i bagagli nel giro di tre giorni.


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