Boban Marjanovic, potiva scoperta per gli Spurs (fonte: Darren Abate /Associated Press)

Boban Marjanovic, positiva scoperta per gli Spurs (fonte: Darren Abate /Associated Press)

Eppur qualcosa si muove… Dietro gli (ormai) irraggiungibili San Antonio Spurs, l’ottimo momento di forma di Memphis consente ai Grizzlies di agganciare al quinto posto della Western Conference la diretta rivale di Division Dallas. Sembrava pronta al riaggancio anche Houston, sulle ali di 5 vittorie consecutive, ma gli ultimi balbettii la lasciano ancora un passo indietro. Risale anche New Orleans, che abbandona il penultimo posto ad Ovest lasciandosi alle spalle Phoenix e Minnesota.

SAN ANTONIO SPURS (31W-6L) Rischiamo di diventare monotoni parlando degli Spurs. Sempre solidamente in vetta alla Division, forti della miglior difesa della NBA (e di una spanna sulle altre), hanno inanellato 2 settimane perfette con 6 vittorie e 0 sconfitte, che porta a 12 il computo delle W consecutive (non perdono da Natale) e continuano ad avere risposte positive da tutti i componenti del roster, anche dai meno utilizzati che quando vengono chiamati in causa rispondono presente. Avevamo già citato Simmons e Marjanovic (che si confermano), ora è il turno di Ray McCallum che al debutto in quintetto per sostituire Parker nella trasferta di Phoenix ha chiuso con 11 punti con 5/10 al tiro e +15 nel plus/minus. Neanche la Cleveland di LeBron James è riuscita a fermare gli Spurs (sconfitta 99-95 per i Cavs all’AT&T Center). Ci sono andati molto più vicini i Knicks, che hanno sbagliato con Calderon la tripla della vittoria cedendo 100-99 in Texas. Per il resto solo gare dominate (106-76 a Brooklyn, 109-99 a Detroit, 112-83 contro Dallas e 117-89 a Phoenix). Settimana prossima San Antonio è attesa alla Oracle Arena per il primo scontro diretto stagionale contro Golden State. E’ “solo” regular season (e per coach Popovich conta il giusto) ma siamo sicuri che nessuna delle due franchigie vorrà perdere.

MEMPHIS GRIZZLIES (25W-19L) Come accennavamo nell’introduzione, l’ottimo momento di Memphis ha prodotto una striscia aperta di 4 vittorie consecutive e 6 nelle ultime 7 (unica sconfitta, quella casalinga contro Houston per 91-107). I Grizzlies hanno sfruttato al meglio la serie di gare casalinghe (6) che il calendario proponeva loro, portando il record al FedEx Forum sul 16-7 ed agganciando col record complessivo di 25W e 19L i Dallas Mavs. Inoltre si sono lasciati alle spalle anche alcune polemiche interne che avevano visto alcuni compagni (Tony Allen e Zach Randolph su tutti, sembra) criticare l’atteggiamento in campo di Jeff Green, che infatti ha perso il posto in quintetto. Nonostante ciò i Grizzlies si sono lasciati alle spalle Denver (91-84), Boston (101-98) Detroit (103-101), New York (103-95), New Orleans (101-99) e, sulle ali dell’entusiasmo, sono passati faticosamente anche sul campo di Denver 102-101. Memphis è riuscita in questo modo anche ad anestetizzare l’assenza per infortunio di Conley (già rientrato), grazie alle ottime prestazioni del suo sostituto naturale Mario Chalmers. Nel frattempo è tornato in formazione Ryan Hollins, firmato con un decadale.

DALLAS MAVERICKS (25W-19L) Continuano a “vivacchiare” i Mavs che nelle ultime 2 settimane hanno compilato un record di 4 vinte e 4 perse, conquistando gli scalpi di Minnesota (2 volte: 93-87 a Minneapolis e 106-94 dts in casa), Boston (sempre in casa 118-113 dts) e quello prestigioso dello United Center di Chicago per 83-77. Per contro le sconfitte, ad eccezione di quella sul filo di lana a Milwaukee (96-95), sono giunte contro squadre destinate a lottare per il titolo NBA quali Cleveland (vittoriosa 110-107 in overtime all’American Airlines Center), Oklahoma City (fuori casa per 108-89 lasciando a riposo l’intero quintetto base: Williams-Matthews-Parsons-Nowitzki-Pachulia) e San Antonio (sempre in trasferta, per 112-83). Dirk Nowitzki sta accusando qualche piccolo acciacco al ginocchio destro, tantè che nell’ultima gara disputata e vinta faticosamente contro i TWolves il tedesco è rimasto a riposo, egregiamente sostituito, almeno per quanto riguarda la produzione offensiva, di un Chandler Parsons in costante ripresa (30 punti con 13/20 dal campo di cui 3/6 dall’arco). E’ però fondamentale che il rientro a pieno ritmo di Wunderdirk avvenga quanto prima poiché Memphis ha iniziato ad inanellare vittorie, scalzando Dallas da quel quinto posto occupato fin da inizio stagione dai texani.

Josh Smith svolterà la stagione dei Rockets come lo scorso anno? (fonte: Thomas Shea USA Today Sports)

Josh Smith svolterà la stagione dei Rockets come lo scorso anno? (fonte: Thomas Shea USA Today Sports)

HOUSTON ROCKETS (22W-22L) Houston non si schioda dal 50% di vittorie. I Rockets avevano provato a rilanciarsi, arrivando a 5 vittorie consecutive in occasione della gara contro Minnesota (vinta 107-104) nella quale il leader James Harden ha superato i 10.000 punti in carriera (in 492 gare), ma il successivo match contro Cleveland ha aperto una serie negativa di 3 sconfitte in 4 gare (unica vittoria in California contro i derelitti Lakers). Oltre alla sconfitta interna contro i Cavs, dominanti nella città della NASA per 91-77, i texani si sono arresi (140-132 dopo un supplementare) in trasferta a Los Angeles contro i Clippers di un infallibile J.J. Redick (al career-high di 40 punti con 9/12 ai liberi), vanificando la sontuosa doppia doppia di Dwight Howard da 36 punti (11/16 dal campo e 14/18 ai liberi) e 26 rimbalzi. Il “risveglio” del lungo, giunto alla decima doppia doppia consecutiva era la migliore delle notizie per coach Bickerstaff, senonchè nella successiva gara interna contro Detroit Superman si è dovuto arrendere dopo neanche 1 minuto di gioco ad una distorsione alla caviglia. Houston ha così ceduto 123-114 (nonostante Drummond abbia sbagliato la cifra record NBA di 23 liberi, su 36 tirati), non sfruttando la ricca tripla doppia di Harden (33 punti, 17 rimbalzi e 14 assist). I problemi difensivi del texani sono ormai acclamati e neanche le mura amiche riescono ormai a tamponarli, visto che il record interno recita un deludente 13W-11L. Per provare a rinverdire i fasti della scorsa stagione i Rockets si sono mossi sul mercato, riprendendo dai Los Angeles Clippers il lungo Josh Smith (in cambio dei diritti su Maarten Leunen e soldi). Ed intanto, in ottica playoff, i Sacramento Kings (squadra alquanto ingestibile ma pur sempre ricca di talento) si avvicinano al settimo posto al momento occupato dai Rockets.

NEW ORLEANS PELICANS (15W-27L) Non accenna a fermarsi la sfortuna in casa Pelicans. Nel vittorioso match casalingo contro Minnesota (114-99) la guardia Eric Gordon ha riportato la frattura dell’anulare della mano destra. Già operato, salterà dalle 4 alle 6 settimane. E’ invece finita senza neanche iniziare la stagione di Quincy Pondexter, operato per la seconda volta al ginocchio sinistro. Per tamponare queste due assenze la franchigia ha firmato con un contratto decadale Bryce Dejean-Jones, guardia che aveva già disputato la preseason con i Pelicans e che si trovava in NBDL con gli Idaho Stampede. Il posto in quintetto di Gordon è stato preso, per l’ultima partita contro Detroit (vittoria casalinga per 115-99), da Norris Cole, mantenendo Holiday dalla panchina. Dette delle ultime 2 vittorie, scaturite anche dal “risveglio” di Anthony Davis, nelle precedenti gare delle ultime due settimane gli uomini di coach Gentry avevano inanellato 3 sconfitte consecutive con Indiana (86-91) e nel doppio impegno losangelino contro Clippers (114-11 dopo un supplementare) e Lakers (95-91) prima del riscatto a Sacramento (109-97) ed in casa contro Charlotte (109-107 con canestro vincente di Davis in alley oop). Nella trasferta di Memphis è invece arrivata una sconfitta per 101-99.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati