Periodo d'oro per Jeff Green, ala di Memphis.

Periodo d’oro per Jeff Green, ala di Memphis.

San Antonio esce ridimensionata dai due scontri diretti affrontati nelle ultime due settimane ma mantiene saldamente la vetta della Southwest Division ed il secondo posto ad Ovest. Memphis dà segnali di solidità mentre Dallas inizia a scricchiolare anche se Houston pare non volerne approfittare. Sempre in fondo alla graduatoria New Orleans.

SAN ANTONIO SPURS (41W-8L) Ci eravamo lasciati nel precedente report alla vigilia dello scontro al vertice della Western Conference tra San Antonio e Golden State. Dopo il “riscaldamento” vincente contro i Lakers (108-95 a Los Angeles), gli Spurs sono affondati nella Baia sotto la tempesta scatenata da Curry&soci che, dopo aver terminato il primo tempo con un già rassicurante +15, hanno chiuso definitivamente la pratica nel terzo periodo dominato 33-19. Quello che più impressiona sono le medie al tiro tenute dai Warriors (51,8% dal campo e 42,3% da 3), che hanno surclassato in transizione i neroargento, partendo dalla vittoria a rimbalzo (45-38), rifilando ben 120 punti (a 90) alla miglior difesa della NBA (che ne concedeva meno di 90 di media), costringendo inoltre a ben 25 palle perse agli uomini di coach Popovich. L’assenza di Tim Duncan è una scusante che regge poco vista la velocità nettamente superiore mostrata dagli uomini della Baia. Solitamente il basket che si gioca nei playoff è quasi un altro sport, ma già durante la post season 2015 i Warriors hanno dato dimostrazione di reggere certi ritmi e la probabilità che si ripetano aumenta sempre di più. Anche perché San Antonio, dopo il “brodino” contro Houston (130-99 al ritorno a casa), ha dovuto subire un nuovo duro colpo alle aspirazioni da anello visto che nella trasferta di Cleveland, principale (unica?) candidata alla Finale per l’Est, ha rimediato un’altra pesante sconfitta (se non, eccessivamente, nel punteggio – 117-103 – soprattutto in prospettiva) contro il trio James-Love-Irving, per l’occasione oltre i 20 punti a testa. Se non altro i due k.o. sono arrivati in trasferta, così la striscia casalinga di vittorie (27-0 questa stagione) ha potuto proseguire contro Orlando (107-92) e New Orleans (110-97), gara che però ha visto uscire per infortunio Manu Ginobili, che a causa di un colpo fortuito al bassoventre da Ryan Anderson, dovrà rimanere fuori dal parquet per circa 1 mese.

MEMPHIS GRIZZLIES (29W-20L) Brillante momento per Memphis, reduce da 4 vittorie consecutive e 10 sulle ultime 12, che ha permesso loro di consolidare il quinto posto ad ovest recentemente conquistato ai danni di Dallas. Bisogna ammettere che i Grizzlies hanno usufruito di un calendario benevolo, avendo affrontato in questa dozzina di gare solo due squadre dal record vincente (Boston e Houston) e solo 3 trasferte, ma questo ha consentito loro di “fare quadrato” e ritrovare quella solidità, soprattutto difensiva, che era parsa mancare in avvio di stagione. Negli ultimi 15 giorni ha goduto delle luci della ribalta soprattutto Jeff Green il quale ha reagito brillantemente alla retrocessione in panchina con prestazioni decisamente oltre le aspettative: 30 punti nella vittoria al supplementare 108-102 contro Orlando, 21 in quella netta contro Milwaukee (103-83), 29 nella W per 121-117 contro Sacramento ed altri 24 nella vittoriosa trasferta di New Orleans. La formazione di coach Joerger potrebbe non aver ancora terminato la risalita poiché fino alla gara di Cleveland del 7 marzo, le uniche squadre di alto rango che i Grizzlies dovranno affrontare saranno solo Dallas e Toronto.

A Dallas sperano che l'infortunio di Deron Williams sia di poco conto (fonte: Getty Images)

A Dallas sperano che l’infortunio di Deron Williams sia di poco conto (fonte: Getty Images)

DALLAS MAVERICKS (28W-24L) Due settimane molto intense per Dallas (ben 8 gare in 14 giorni), che dopo aver accusato il soprasso in classifica da parte di Memphis, ha visto proseguire il suo periodo di flessione. Le condizioni non ottimali di Nowitzki, l’assenza nelle ultime 2 gare di Williams (out per un colpo al fianco accusato contro gli Hawks) e quella di Pachulia per 3 match non hanno aiutato i texani che sono capitolati contro tutte le squadre dal record vincente che hanno affrontato in questo periodo, a partire dal k.o. casalingo contro Oklahoma City (106-109) per proseguire con quello di Houston (115-104), prima di interrompere la striscia a Los Angeles, sponda Lakers, ma solo grazie al canestro a fil di sirena dell’immenso Dirk Nowitzki. Caduti ad Oakland (127-107, con Golden State che doveva “vendicare” la sconfitta patita in Texas), i Mavs si sono rifatti con la “doppietta” casalinga contro Brooklyn (91-79) e Phoenix (91-78) prima di venir sconfitti ad Atlanta (112-97) e cedere all’AA Center a Miami (90-93). Da segnalare il curioso caso di Zaza Pachulia, che ha “rischiato” di andare all’All Star Game come pivot titolare. Il georgiano ha avuto una decisa spinta nelle votazioni on-line dai suoi compatrioti ed ha mancato il terzo posto tra gli uomini del front court per poco più di 14.000 voti (768.112 contro i 782.339 di Leonard).

HOUSTON ROCKETS (27-25L) I Rockets continuano a “navigare” sull’orlo del 50% di vittorie, non riuscendo a mettere in fila una serie consistente di vittorie che consentirebbe loro di aspirare a qualcosa di meglio dell’attuale (ed ormai “cronico”) settimo posto ad Ovest. Nelle ultime due settimane i texani hanno infilato prima una striscia di 3 vittorie consecutive, contro Milwaukee (102-98), Dallas (115-104 grazie alla tripla doppia di Harden: 23 punti, 15 rimbalzi e 10 assist) e a New Orleans (111-112, con il season high di triple a segno: 19 su 40). Sono però poi arrivate 3 sconfitte in fila. Se quella di San Antonio si poteva mettere in conto, anche se non nelle proporzioni (una “ripassata” da 130-99), e quella di Oklahoma City è arrivata solo nelle battute finali (116-108), la L casalinga contro Washington (122-123) era da evitare vista la crisi di risultati che attanaglia i Wizards di questo periodo. Ma anche a Houston le cose non girano al meglio (da inizio stagione, a dir la verità), come dimostra anche la doppia espulsione subita da Dwight Howard contro Thunder e Wizards, in entrambe i casi per doppio fallo tecnico. Le seguenti vittorie contro Miami (115-102) e a Phoenix (105-111) sono quantomeno servite per rimanere in scia a Dallas (1 gara distante) nella speranza di risalire posizioni in classifica. Coach Bickersaff intanto continua nelle sue sperimentazioni: nelle ultime gare è infatti stato proposto in quintetto Corey Brewer, a discapito di Clint Capela, con Ariza da ala grande tattica ed un gioco maggiormente improntato alla transizione.

NEW ORLEANS PELICANS (18W-31L) Continua la travagliata stagione dei Pelicans che anche negli ultimi 14 giorni ha compilato un record negativo (3W e 4L). Dopo aver stabilito il recod franchigia per triple messe a segno (17/31) nella vittoria per 116-99 contro Milwaukee, New Orleans ha ceduto in casa contro Houston (111-112) prima di riscattarsi contro i discontinui Sacramento Kings (114-105) e sconfiggere i derelitti Brooklyn Nets (105-103). Da qui in poi però sono arrivate solo sconfitte: 95-110 contro Memphis, 110-97 a San Antonio e quella casalinga, inopinata, contro i Los Angeles Lakers di un rinato Kobe Bryant (27 punti e 12 rimbalzi). La franchigia della Louisiana ha intanto confermato con un secondo decadale Bryce Dejean-Jones, in attesa del rientro dell’infortunato Tyreke Evans.


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