Incredibile prestazione per Anthony Davis, leader dei New Orleans Pelicans

Incredibile prestazione per Anthony Davis, leader dei New Orleans Pelicans

Posizioni ormai cristallizzate nella classifica della Southwest Division, con San Antonio sempre più leader, Memphis che sembra non accusare troppo l’ifortunio a Gasol (merito anche delle azzeccate mosse di mercato), Dallas a ruota anche se un po’ altalenante, Houston in lotta con Portland ed Utah per gli ultimi 2 posti ai playoff e New Orleans già proiettata alla prossima stagione, coccolandosi la propria stella Anthony Davis.

SAN ANTONIO SPURS (52W-9L) Superato il “Rodeo trip” (la serie di trasferte consecutive a cui la squadra è costretta a febbraio per via dei rodei che si svolgono all’AT&T Center) con un ottimo record di 7 vinte e 1 persa, gli Spurs hanno proseguito con il loro trend da rullo compressore anche dopo la pausa dell’All Star Game: 7 W consecutive e percentuale di vittorie salita all’85,2%. Eravamo abituati a vedere San Antonio “cambiare marcia” da marzo in poi, ma quest anno la Popovich-band non ha mai alzato il piede dall’acceleratore e se non ci fossero i Warriors staremmo ampiamente parlando del miglior team della Lega. Dopo aver espugnato i campi di Lakers (113-119), Suns (111-118), Kings (92-108), Jazz (78-96) e Rockets (94-104), i neroargento hanno vinto al ritorno a casa contro Detroit (97-81, conquistando così matematicamente la qualificazione ai playoff) e sconfitto a domicilio New Orleans (86-94). Nel frattempo, nella gara di Houston, Tim Duncan ha aggiunto altre due milestone alla sua carriera, diventando il sesto miglior rimbalzista nella storia dell’NBA ed entrando nel ristretto novero dei giocatori con almeno 3.000 stoppate in carriera (come lui solo Olajuwon, Mutombo, Abdul-Jabbar e Eaton). Sul versante del roster, infine, gli Spurs hanno aggiunto esperienza in cabina di regia, firmando Andrè Miller, appena rilasciato da Minnesota. Per fargli posto è stato tagliato Ray McCallum.

MEMPHIS GRIZZLIES (36W-24L) Nonostante l’assenza di Gasol (nel frattempo operato al piede), i Grizzlies si confermano al 5° posto momentaneo della griglia playoff ad Ovest, forti di un bilancio, nelle ultime 2 settimane, di 5 vittorie e 2 sconfitte. Il calendario ha aiutato, visto che l’unica squadra dal record positivo affrontata in questo lasso di tempo è stata Toronto (con relativa sconfitta in Canada per 98-85), anche se Memphis è pure incappata in un’inopinata sconfitta a Phoenix (111-106), contro una delle peggiori squadre della Lega. Sconfitta che probabilmente ha convinto coach Joerger a tornare ad un assetto più classico (rispetto a quello con Randolph da centro, adottado subito dopo l’infortunio di Gasol) con l’inserimento in quintetto di Chris “Birdman” Andersen. Da lì in poi sono arrivate 2 vittorie (a Denver 96-103 e contro Sacramento, 104-98), ma si attendono banchi di prova più “interessanti” per capire quanto saranno affidabili questi Grizzlies con questo assetto in ottica playoff. Sul fronte roster è stato tagliato James Ennis (arrivato via trade da Miami) ed è stato firmato per il resto della stagione Ryan Hollins.

DALLAS MAVERICKS (33W-29L) Dallas ha ripreso un trend positivo in ottica playoff, anche se l’inopinata sconfitta casalinga (101-104) contro i talentuosi ma indisciplinati Sacramento Kings di giovedì notte ha rappresentato un brusco stop. Il calendario, fin lì, aveva dato una mano, visto che l’unica avversaria di rango è stata Oklahoma City (con cui puntualmente è arrivata una sconfitta 103-116), ma le vittorie casalinghe contro Philadelphia (129-103 con Dirk Nowitzki a superare quota 29.000 punti in carriera, 6° giocatore di sempre a riuscirci), Denver (122-116 dts), Minnesota (128-101) e la rivincita contro Orlando (121-108, dopo aver perso in Florida 110-104 dts) sono stati un buon viatico per riprendere la difficile rincorsa verso il 5° posto in ottica playoff che dista al momento 4 gare. Contro i Thunder, oltretutto, ha debuttato David Lee, apparso subito ben inserito nei meccanismi di coach Carlisle (doppia doppia da 14+14 già alla seconda gara). La dirigenza rimane tuttavia ancora vigile sul mercato, visto l’interessamento per Kevin Martin (sulle cui tracce ci sarebbe però anche San Antonio).

Per Donatas Motiejunas un viaggio Houston-Detroit con ritorno

Per Donatas Motiejunas un viaggio Houston-Detroit con ritorno

HOUSTON ROCKETS (30W-31L) La travagliata stagione dei Rockets si arricchisce di un ulteriore capitolo, anzi due. Avevamo riferito nell’ultimo articolo della trade che aveva spedito Motiejunas e Thornton a Detroit in cambio di Joel Anthony (poi a sua volta impacchettato con destinazione Philadelphia). I Pistrons hanno invalidato l’affare riscontrando problemi fisici alla schiena del lituano (che nelle ultime 2 annate ha saltato molte partite per questo motivo). Thornton è stato quindi tagliato mentre Motiejunas è rimasto in roster e chissà che non ripercorra le orme di un suo celebre pariruolo, che nel 1994 fu virtualmente ceduto a Detroit in cambio di Sean Elliot il quale però non superò le visite mediche invalidando la trade. Quel giocatore esplose poi nei Rockets bicampioni di Olajuwon e vinse altri 5 anelli tra Los Angeles e San Antonio. Se non l’avete ancora capito parliamo di Robert Horry. Il secondo capitolo riguarda Ty Lawson, la scommessa estiva che doveva formare una coppia delle meraviglie con Harden. Il play, per nulla integratosi nel sistema di Houston è stato tagliato ed è ora free agent (potrebbe finire in Indiana). Per rimpolpare il roster sono vicine le firme di Andrew Goudelock e Michael Beasley, reduci dal campionato cinese. Probabilmente due arrivi che non cambieranno molto nella stagione dei texani… In tutto questo si è anche giocato, con i Rockets che nelle ultime due settimane hanno portato a casa 3 vittorie (a Phoenix 100-116, a Portland 105-119 recuperando 21 punti di scarto accumulati nel terzo periodo e con New Orleans 100-95) e 3 sconfitte (a Salt Lake City 117-114 dts, con San Antonio 94-104 e a Milwaukee 182-121).

 

NEW ORLEANS PELICANS (23W-37L) 59 punti, conditi da 20 rimbalzi tirando 24/34 dal campo (2/2 da 3) e 9/10 ai liberi. Sono queste le cifre con cui Anthony Davis ha stabilito il proprio record carriera e ritoccato il record franchigia nella vittoriosa trasferta di Detroit (106-111). Rimarrà probabilmente la perla di una stagione da dimenticare, tormentata dagli infortuni (per un Eric Gordon rientrato, si è fatto male l’ultimo arrivato, e fresco di rinnovo triennale, Bryce Dejean-Jones che si è rotto il polso, è già stato operato e rimarrà fuori per il resto della stagione) e con l’obbiettivo playoff già abbandonato prima di metà stagione. Il trend delle ultime due settimane (3W e 4L) non si discosta infatti da quello precedente, nonostante la brillante vittoria ottenuta a discapito di Oklahoma City (123-119) stia a dimostrare che del potenziale, a New Orleans, c’è. Sarà importante ritrovare la salute, correggere i difetti (soprattutto difensivi) e saper attorniare la stella Davis con i giusti comprimari.


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