Le semifinali di conference ad Est sono ormai alle porte, e se da un lato abbiamo già il primo accoppiamento tra Cleveland e Atlanta, dall’altro, invece, le restanti due serie di un primo turno più avvincente che mai si decideranno in gara 7.
(2) TORONTO RAPTORS – (7) INDIANA PACERS: 3 – 3. Qualcosa lo avevamo preannunciato, sottolineando come gli incostanti Pacers fossero in realtà da prendere con le molle, per via della loro attitudine a passare da serate disastrose ad altre in cui possono davvero giocarsela con chiunque. Il resto, invece, ce lo ha messo Toronto, offrendo solo a sprazzi il potenziale che l’ha portata a ottenere una seconda piazza storica nella Eastern Conference. Risultato? Tre pari e tutto rimandato a gara 7, in Canada, dove la pressione sarà tutta sulle spalle dei Raptors, chiamati a una riscossa decisiva. In un’emblematica gara 6, infatti, Indiana è riuscita ad avere la meglio grazie al collettivo, ovvero portando cinque uomini in doppia cifra e dimostrando come l’approccio “palla a Paul George e vediamo che succede” sia in realtà meno produttivo. Con Monta Ellis e George Hill finalmente importanti, Mahinmi e Turner a farsi sentire nel pitturato (rispettivamente 12 e 15 punti), è stata “sufficiente” una performance da 21 punti di George, reduce da un mostruoso 39 + 8 rimbalzi in gara 5, dove era però arrivata la sconfitta con il supporting cast tutt’altro che brillante. Di contro, Toronto ha bisogno di avere di più da suoi leader, DeRozan, che ne ha messi 34 in gara 5, ma ha poi steccato completamente gara 6, e soprattutto Kyle Lowry, 12 di media nelle ultime tre gare e fin qui nella serie lontano parente dell’assoluto top player ammirato per tutta la stagione. L’esito dell’ultimo e decisivo incontro tra queste due squadre dipenderà probabilmente da queste chiavi di lettura, con la consapevolezza che, dovessero spuntarla i Pacers, si tratterebbe di un’autentica impresa.
(3) MIAMI HEAT – (6) CHARLOTTE HORNETS: 3 – 3. Mai dare per finito un giocatore che è stato capace di dominare questa lega per anni, mai dare per finito Dwyane Wade, nemmeno quando tutto lascia presagire al peggio per i suoi Heat. Sì, perché gli Hornets avevano avuto la forza non solo di pareggiare la serie, ma addirittura di ribaltarla andando ad espugnare l’American Airlines Arena in gara 5, apparecchiandosi così il match point tra le mura amiche. Ma è stato lì che l’intramontabile e infinito campione da Marquette University ha deciso che non era ancora il momento di mollare, mettendone 5 decisivi (23 totali) nell’ultimo appassionante minuto di gara 6, riportando così Miami a giocarsi l’atto finale nuovamente in Florida. Spoelstra ringrazia ancora una volta la sua fidata bandiera, ben assistita da un Deng ancora chirurgico (21 in gara 6) e da Goran Dragic, ottimo direttore d’orchestra con 14 punti. Charlotte non ha tuttavia molto da rimproverarsi, se non la sfortuna (Batum in campo, ma per soli 14 minuti, ancora condizionato dall’infortunio), e continua a cavalcare l’onda di un Kemba Walker ad oggi tra i primi 5 dell’NBA in quanto a rendimento (i 37 punti di gara 6 sono il secondo trentello di questa serie, aggiunti ai 29 di gara 1) e di un sempre solido Al Jefferson. Se nel match di questa notte la franchigia di MJ dovesse riuscire a ottenere il massimo da tutti gli altri che, a fasi alterne, hanno dato un contributo decisivo (in primis Jeremy Lin, eccellente in gara 3 e 4 con 18 e 21 punti, e Marvin Williams, determinante in gara 5), dovremo attenderci una serata di fuochi e fiamme, in linea con una serie che ci ha sorpreso in positivo, regalandoci intensità ed emozioni degne di Playoffs che si rispettino.