Russel Westbrook, sempre decisivo per i Thunder

Russel Westbrook, sempre decisivo per i Thunder

Golden State Warriors (1) – Oklahoma City Thunder (3) 102-108 (serie 0-1)

Partono col botto le finali di Western Conference, con Oklahoma City che espugna il campo dei Warriors, finora imbattuto nei playoff (e violato solo 2 volte in stagione regolare), emergendo nel secondo tempo. La prima parte della gara è stata infatti controllata con discreta autorità da Golden State, trascinata dal solito infallibile Klay Thompson (19 punti, chiuderà con 25 e 11/25 dal campo) e culminata dal buzzer beater dall’arco di Steph Curry (26 punti, 10 rimbalzi e 7 assist) per il 60-47 dell’intervallo lungo. La reazione dei Thunder però non tarda ad arrivare e porta ben chiara la firma di Russell Westbrook. Il play, fermo a 3 punti (1/8 al tiro ma con 8 assist) nel 1° tempo, firma 19 punti nel solo terzo periodo (di cui 15 consecutivi) per riportare i suoi ad un solo possesso di distanza (88-85) all’ultima pausa. Il merito non è solo suo (anche se 27 punti, 12 assist, 6 rimbalzi e 7 palle recuperate sono un bel bottino) ma è tutta la squadra a mostrare qualcosa di più rispetto ai Warriors. In primis nella lotta a rimbalzo, dove i dati del terzo quarto riportano un 14-7 in favore degli ospiti, allargato a 30-19 nell’intero secondo tempo per un 52-44 complessivo. Ma poi anche nelle palle perse (14 per i Warriors e 11 per i Thunder, ma solo 1 nella ripresa) e nelle percentuali dall’arco, dove OKC può vantare un ottimo 47,1% (8/17) contro il 36,7% (11/30) di Curry e soci. E’ proprio dall’arco che nell’ultimo periodo i padroni di casa non sono riusciti a tenere la testa avanti. Nonostante il 4/9 di Curry (6/14 complessivo e 45a gara consecutiva di playoff con almeno una tripla a segno, nuovo record NBA, superato Reggie Miller), sono mancate le stoccate dei compagni che ripetutamente hanno avuto i palloni per

Questa volta l'MVP Steph Curry non è bastato ai Warriors (fonte: Christian Petersen/Getty Images North America)

Questa volta l’MVP Steph Curry non è bastato ai Warriors (fonte: Christian Petersen/Getty Images North America)

spingere al successo Golden State (0/2 Barnes, 0/3 sia Green che Thompson nel solo ultimo quarto). Oklahoma City, infatti, dopo aver impattato e superato in apertura di quarta frazione con i canestri di Durant e Waiters, allunga fino al +8 (93-101) ma, complice gli errori dello stesso Durant (ad un certo punto 6 tiri falliti consecutivamente), consente il rientro dei Warriors fino al -1 (100-101) a 2’01” dal termine. Qui sono 2 tiri liberi di Adams (ottima gara la sua, con una doppia doppia da 16 punti e 12 rimbalzi) ed un jumper dello stesso Durant (26 punti con un rivedibile 10/30 al tiro e 10 rimbalzi) a siglare l’allungo decisivo. Dopo il canestro di Iguodala, c’è tempo anche per l’ennesima svista arbitrale di questi playoff, con una evidente infrazione di passi di Westbrook non fischiata. Il play si rifugia in un timeout e chiude definitivamente i conti con 3 tiri liberi, inframezzati dall’errore da 3 di Curry. Da segnalare anche il diverso apporto delle panchine, con quella spesso criticata dei Thunder capace di contribuire con 21 punti nonostante i soli 3 giocatori utilizzati (10 Waiters, 8 Kanter e 3 Foye) contro i 16 (su 5 elementi) di quella dei Warriors.


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