Mason Plumlee, capace di dominare a rimbalzo e di creare per i compagni. E' stato un fattore chiave della serie (Foto: i.dailymail.co.uk)

Mason Plumlee, capace di dominare a rimbalzo e di creare per i compagni. E’ stato un fattore chiave della serie (Foto: i.dailymail.co.uk)

(4) Los Angeles Clippers – (5) Portland Trail Blazers 2-4

Vantaggio sul 3-2 e gara-6 in casa contro dei Clippers privi di Chris Paul e Blake Griffin: l’occasione della vita per Portland, capace di approfittare della situazione per raggiungere una storica semifinale. Onore ai losangelini, che hanno combattuto fino alla fine senza due giocatori a dir poco determinanti; quando gli infortuni segnano in questa maniera una serie, purtroppo, diventa superfluo parlare di aspetti tecnici o tattici. I ragazzi di coach Doc Rivers al completo erano di gran lunga superiori e lo hanno dimostrato nelle prime due uscite, ma questo è lo sport e questi sono i Playoffs. I Trail Blazers a fine Ottobre erano già dati per spacciati dopo gli smantellamenti del mercato estivo; poi è arrivato il quinto posto a Ovest ed ora un inaspettato secondo turno in postseason, frutto di un mix tra fortuna e bravura. Il match di ieri notte è stato teso e deciso dai singoli episodi. I 22 punti di Jamal Crawford hanno tenuto a galla i Clippers nel primo tempo e nel terzo quarto i padroni di casa hanno iniziato a scatenarsi dall’arco (14-32 da 3 dopo 48 minuti contro il 4-16 dei californiani), senza però acquisire vantaggi confortanti. Alla fine è andata in scena una battaglia degna di essere raccontata nel dettaglio: “bomba” dall’angolo di McCollum per il +6 a 2’16’’ dalla fine, Redick e Crawford che riportano l’inerzia dalla parte dei Clippers (103 pari a 32’’ dalla sirena), fallo di Green su Plumlee a rimbalzo (2/2 per l’ex Duke), canestro di Crawford sbagliato con 1.5’’ sul cronometro e giochi ormai chiusi (1/2 di Plumlee in seguito e tiro disperato per gli ospiti). Lillard (28 punti, 7 assist e 5 rimbalzi) e McCollum (20 punti e 4 assist) hanno confermato, per l’ennesima volta, di formare uno dei backourt più letali della Lega; ma il 4-2 è arrivato anche perché i protagonisti della franchigia dell’Oregon sono stati tanti e una buona fetta del merito va assegnata a Mason Plumlee (8.0 punti, 13.2 rimbalzi, 5.7 assist, 1 stoppata e 1 recupero di media nei PO), Al-Farouq Aminu e Maurice Harkless (12.7 punti ad allacciata di scarpe contro i 6.4 stagionali). Menzione speciale per Austin Rivers, che è rientrato in campo con 11 punti cuciti attorno ad un occhio semichiuso dopo una violenta (ma involontaria) gomitata ricevuta nel primo quarto: per lui 21 punti, 8 assist, 6 rimbalzi e una terza frazione da urlo.

 

Le semifinali:

(1) Golden State Warriors – (5) Portland Trail Blazers: gara-1 domani sera alle 21.30 italiane 

Portland viene da una serie lunga e stancante fisicamente. Golden State non avrà Stephen Curry (la sua distorsione al ginocchio verrà rivalutata tra circa dieci giorni), ma contro Houston ha sempre mostrato reazioni degne di una squadra unita, concentrata ed estremamente profonda in ogni reparto. Portland, che in stagione regolare ha fatto lo scherzetto alla truppa di coach Kerr, ha un grande cuore, sa imporsi a rimbalzo e nei quarti di finale ha potuto contare su Aminu, Plumlee e Harkless. L’attacco, però, è concentrato eccessivamente attorno a Lillard e McCollum e i problemi in difesa della truppa di coach Stotts potrebbero rendere la vita dei campioni in carica decisamente facile. C’è troppo divario tra le due compagini, ma l’errore più grande dei californiani sarebbe sottovalutare un avversario che non ha nulla da perdere. Soprattutto nella RIP City…

Leonard vs Durant: due ali piccole per una sfida scintillante (Foto: ww3.hdnux.com)

Leonard vs Durant: due ali piccole per una sfida scintillante (Foto: ww3.hdnux.com)

(2) San Antonio Spurs – (3) Oklahoma City Thunder: gara-1 stanotte alle 2.30 italiane

Una semifinale che sembra tutta dalla parte degli Spurs e che invece potrebbe rivelarsi equilibrata. La miglior difesa della Lega contro uno dei primi attacchi (in termini di produzione, non di organizzazione e fluidità), il sistema offensivo perfettamente sincronizzato contro l’anarchia del frizzante duo Westbrook-Durant. I ragazzi di coach Donovan sono atletici e bravi a cavalcare il flusso delle partite, ma molto dipenderà dalla point guard col numero 0: se dovesse lasciare a freno gli impulsi e giocare con intelligenza quando la palla scotta, allora OKC potrebbe non andare in vacanza tra 4 o 5 gare. A decidere la serie saranno le difese e le panchine. Il fortino nero-argento ha soffocato Memphis a 81 punti di media durante i quarti e coach Popovich ha l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda le rotazioni; i Thunder, invece, concedono abitualmente più di 100 punti e hanno un organico per nulla profondo. L’eccezione va fatta per un Enes Kanter in formissima (21 punti e 8 rimbalzi in gara-3 e 28 in gara-4). Entrambi i team sono sani fisicamente e San Antonio, salvo sorprese, non dovrebbe avere particolari problemi. La sfida Leonard vs Durant promette scintille e momenti di pallacanestro celestiali.


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