Damian Lillard posa con tutti i partecipanti al torneo

Damian Lillard posa con tutti i partecipanti al torneo

Si è chiusa nel tardo pomeriggio di domenica la seconda edizione della NBA Schools Cup, che dopo aver toccato Trieste nel Giugno 2012 si è andata a posare nella splendida cornice di Piazza Matteotti a Udine. Una due giorni senza sosta, che a dispetto del meteo assai poco clemente delle ultime settimane, è stata capace di richiamare un numero notevole di tifosi, addetti ai lavori e semplici appassionati della palla a spicchi.

Parte del merito, va detto, è da attribuire alla presenza per tutto l’arco della manifestazione di Damian Lillard, il Rookie of the Year 2013, point guard dei Portland Trail Blazers uscita la scorsa estate dal piccolo college di Weber State.

La fase finale del torneo, iniziato una manciata di settimane fa in 14 città italiane (Bergamo, Bologna, Como, Firenze, Gorizia, Milano, Pesaro, Roma, Torino, Trieste, Udine, Varese, Verona e Vicenza), ha visto calcare le quattro metà campo a disposizione da 48 squadre, maschili e femminili, provenienti da altrettanti istituti superiori italiani. L’intensità e la qualità del gioco sono andati in crescendo con l’assottigliarsi del bracket, e anche la temperatura del tifo si è fatta più calorosa.

Il tutto davanti agli occhi compiaciuti di Dame.

Particolarmente apprezzata è stata la fase conclusiva del torneo femminile, che rispetto al suo equivalente maschile ha messo in mostra meno fisicità ed un maggior ricorso alla tattica ed al dialogo corale, con notevoli capacità di adattamento al gioco su metà campo. La finalissima ha quindi premiato il Liceo Brocchi di Bassano del Grappa, vincitore sul quartetto di ragazze provenienti dal Liceo Carducci di Trieste.

Il torneo dei ragazzi, poi, ha avuto la peculiarità di presentare in finale le due stesse squadre che si erano date battaglie in Piazza Unità d’Italia nel Giugno del 2012, ovvero l’Istituto Tecnico Scarabelli-Ghini di Imola (BO) e l’Istituto Tecnico Falcone di Palazzolo sull’Oglio (BS), con gli emiliani che, a differenza dello scorso anno, sono riusciti ad avere la meglio sugli avversari.

Il contorno? Apprezzabile, senza dubbio.

NBA Italia e Friuli Venezia Giulia si sono spesi molto per fare in modo che sul palcoscenico principale ci fosse sempre qualcosa ad attirare l’attenzione dei fan, dando loro un motivo per restare. Il programma ha potuto quindi svariare da uno spettacolo delle Dragon Ladies, cheerleaders dell’Olimpija Ljubljana conosciute (a ragione) come le più preparate d’Europa, ad uno skills challenge che ricalcasse in tutto e per tutto quello che lo scorso Febbraio, all’All-Star Game di Houston, aveva premiato proprio Lillard.

La manifestazione si chiude sicuramente con un bilancio positivo e la piacevole constatazione che, a dispetto del clamoroso ritardo del nostro paese nel rinnovare l’impiantistica indoor, eventi di questo tenore stanno diventando una piacevole costante nel calendario primaverile ed estivo degli appassionati tricolori di pallacanestro. E che sempre maggiore è l’accuratezza con cui vengono pianificati.