C’erano una volta i Knicks che vincevano, eccome se vincevano. Sono passati oltre 40 anni e, visti gli insuccessi della drammatica gestione Dolan, le imprese di allora sembrano ancor più ammantate di leggenda. Il tema è tornato di stretta attualità non solo con il ritorno di Phil Jackson a New York ma anche per un film/documentario, “When the Garden was Eden”, presentato lo scorso 26 aprile al Tribeca Film Festival (evento creato da Robert De Niro nel 2002 nell’omonimo quartiere newyorkese che da il nome alla rassegna).
Il lungometraggio girato da Michael Rapaport prende spunto dal libro “When the Garden Was Eden: Clyde, the Captain, Dollar Bill, and the Glory Days of the New York Knicks” del giornalista del NY Times Harvey Araton che ripercorre l’epopea delle uniche due squadre che fecero gioire i tifosi bluarancio. Il racconto parte dalla metà degli anni ’60, New York è stabilmente ancorata nei fondali dell’Atlantic Division sino all’arrivo, prima come scout poi come coach, di Red Holzman. Con il “grande Rosso” New York celebra il miglior momento della storia dei Knicks: dal ’69 al ’73 arrivano tre finals con due successi nel 1970 e nel 1973. E’ Holzman che forgia il gruppo che delizierà i tifosi della Mela per oltre un lustro: è la squadra di Willis Reed, centro dominante e carismatico, di Walt Frazier e, nella seconda edizione, di Earl Monroe, con cui forma una coppia di guardie dal talento straripante, senza dimenticare il compianto Dave DeBusschere, ala grande dal tiro mortifero poi GM proprio dei Knicks (indimenticabile la sua gioia dopo aver “pescato” la chiamata numero 1 nel 1985 che dava a New York la possibilità di scegliere al draft Patrick Ewing). E’ la squadra del, futuro, senatore Bill Bradley, lo stesso che nel 1966 alzava al cielo la prima coppa campioni del Simmenthal. Italia che sarà poi nel futuro di due comprimari di classe sopraffina come John Gianelli, stoppata decisiva su Sylvester nello scudetto 1982 di Milano, e Harthorne Wingo, che trionfa due volte con Cantù in Coppa Coppe nel ‘77 e nel ’78 prima di chiudere la carriera a Mestre. Ma è anche la squadra dei “role players”, straordinari specialisti che si esaltavano nelle battaglie dei playoffs sotto la guida di Holzman.
Un nome su tutti? Tale Phil Jackson. Ed il neo presidente operativo dei bluarancio era presente all’anteprima sul red carpet il 17 aprile. Con lui Earl Monroe, Walt Frazier, Cazzie Russell, Dick Burnett. Unico assente giustificato, causa postumi di un’operazione all’anca, Bill Bradley. Non saranno mancati i momenti di commozione per i grandi protagonisti di quelle stagioni, nei settantacinque minuti di interviste, filmati, storie, che descrivono un periodo, ed un gruppo, forse irripetibili nella storia dei Knicks. Il regista Michael Rapaport cerca di spiegarne lo spirito, l’essenza e l’importanza di quel team per i tifosi della Mela:” Non puoi crescere a NY e parlare, vivere di basket senza ascoltare qualcuno che ti racconti le gesta di quella squadra. Si parla dei pochi minuti di Willis Reed in campo zoppicante che da la carica ai compagni in gara 7 nel 1970, della classe di Frazier e Monroe che regalavano spettacolo, dei movimenti di Bill Bradley, della grinta e del ruolo di Phil Jackson, del carisma di Holzman. Fu una squadra leggendaria non solo perché vinse ma anche perché rappresentò un gruppo davvero speciale, unico”. Per coach “Zen” Jackson un tuffo nel passato ed un ulteriore stimolo per il futuro, per provare a dare una spruzzata di colore, di entusiasmo e, soprattutto, di competenza ad una franchigia che da tanto, troppo, tempo aspetta un nuovo trionfo.