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Justise Winslow attacca l’area contro Temple (cbssports.com)

No Jabari Parker, no problem. Justise Winslow è uno dei volti nuovi di Duke e potrebbe anche essere quello più determinante per le sorti dei Blue Devils, al pari del più quotato Jahlil Okafor. Se è vero che fino ad oggi Okafor, futura prima scelta del Draft NBA, non ha affatto deluso le aspettative ed è un giocatore che non si vedeva in quel di Durham dai tempi di Elton Brand (ed il paragone sembra star stretto al freshman di Chicago) è anche vero che si può fare lo stesso discorso per Winslow: un’ala così atletica, fisica ed efficace su ambo i lati del campo è una rarità nella storia del programma guidato da Coach K, andando a costituire un vuoto che nemmeno Jabari era riuscito a colmare col suo gioco più da 4 e una difesa a dir poco rivedibile.

La stagione è appena iniziata per i Blue Devils ma in una squadra strabordante di talento e che punta al titolo nazionale Winslow è l’unico giocatore ad essere nella top 3 della squadra per punti, rimbalzi ed assist, rivelandosi da subito come il giocatore metronomo dei ragazzi di Mike Krzyzewski.

La prima cosa a colpire nel vedere giocare il nativo di Houston (e figlio di Rickie Winslow, giocatore apparso anche a Cantù) è la sua versatilità: abituato a fare in diverse occasioni da portatore di palla al liceo, Justise ha sviluppato un controllo del corpo con la palla tra le mani e doti nel palleggio che lo rendono un giocatore moderno ed in questo singolo aspetto più avanti anche rispetto a talenti cristallini come Wiggins o Parker. Winslow è capace di guidare il contropiede come una guardia sia concludendo in maniera autonoma che leggendo ottimamente le situazioni e scaricando poi per i compagni. Ottimo anche nei pick’n’roll sia come bloccante che come “rollante” quando a portare i blocchi è invece Okafor, Winslow si è dimostrato subito un eccellente atleta come da aspettative, ma al contempo si è anche rivelato capace di colpire da fuori, con una morbida mancina che gli ha concesso finora di tirare con il 39% da tre. E quando un giocatore con le sue doti atletiche e fisiche ti costringe a rispettare il suo tiro è difficile sfuggire ad un abuso cestistico.

Guardiamo i suoi highlight dalla prima partita della stagione contro Presbyterian:

Particolarmente interessante a 1:16 la sua capacità di correre il campo e scaricare subito per Okafor punendo la distratta difesa degli avversari; possiamo notare poi le sue doti atletiche accompagnate però anche da grandi capacità tecniche: così come mostrato anche nella gara contro Michigan State Winslow è particolarmente intelligente e brillante in fondamentali spesso dimenticati come il close-out difensivo o il tagliafuori, che ad esempio nella partita contro gli Spartans gli ha fatto concludere la gara con più rimbalzi catturati di Okafor, dimostrandosi una vera e propria presenza granitica in pitturato, duellando efficacemente in area con Branden Dawson, tra i migliori giocatori della Division I, e permettendosi anche di batterlo con continuità dal palleggio, rendendosi con le sue multiformi abilità il vero uomo in più dei Blue Devils. Se Okafor è considerato a ragione un prodigio di tecnica cestistica, Winslow, almeno all’interno della squadra, è da considerarsi suo immediato vice. Lo stesso Quinn Cook, leader carismatico di questa versione di Duke, sottolinea il ruolo fondamentale di Justise: “è capace di essere complementare sia con me e Tyus [Jones] che con Jahlil. E’ una benedizione averlo in squadra”.

Difensivamente parliamo poi di un giocatore decisivo, considerando anche che per Duke l’anno scorso il problema principale risiedeva proprio nella metà campo in cui non aveva il possesso di palla: se in quest’ambito Okafor dà quella presenza in post che da molti anni aspettavano a Durham, Winslow offre anche qui una capacità di adattamento a dir poco preziosa, molto superiore a quella del difensivamente passivo Parker, essendo capace di marcare tanto le guardie quando i lunghi avversari, nonché di recuperare i contropiedi altrui con la grinta e la velocità di una tigre, come dimostra questa giocata che ormai ha fatto il giro del mondo, seppur vana dato il precedente fallo di Cook:

Se fossimo in un documentario di National Geographic Chasson Randle avrebbe appena interpretato egregiamente il ruolo della gazzella.

Lontano dall’essere un giocatore perfetto e senza volerlo considerare in senso assoluto un giocatore migliore di Jabari Parker, Winslow sembra però essere qualcosa di più di tutto ciò, almeno per Duke: ovvero il giocatore perfetto per questa squadra. In un programma che negli ultimi anni ha presentato forse troppe versioni ricche di giocatori molto talentuosi ma avulsi dalla logica di squadra o eccessivamente accentratori, Justise Winslow è quel collante tuttofare, talentuoso ma capace di sporcarsi le mani, che molto spesso determina il successo di una squadra, specialmente a livello collegiale.

Prima della stagione sarà anche stato “quell’altro oltre a Okafor e Jones”, ma ora che il pallone è tornato a rimbalzare sul parquet le speranze dei Cameron Crazies contano in grande misura su di lui, come se in quei due metri d’uomo si possa rivedere la reincarnazione terrena di Dike, la dea della Giustizia. E allora un grido si leva da parte dei tifosi: Justise for all!