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Si è appena conclusa la finale del torneo della Big Ten, una partita di altissimo livello e ricca di emozioni, meritatamente vinta da Michigan State, ma non senza difficoltà contro una Purdue degnissima finalista, andiamo a vedere com’è andata.

La partita inizia con le difese a farla da padrone: Purdue concede solo due canestri dal campo nei primi sei minuti agli Spartans, ma dal canto suo non riesce a fare molto di meglio dato anche l’ottimo lavoro svolto su A.J. Hammons da parte dei lunghi di Izzo, con Matt Costello e Gavin Schilling che fanno la staffetta e lo limitano ad un 1 su 4 iniziale. L’entrata di Isaac Haas sembra creare più problemi alla difesa avversaria, ma non è in grado di far svoltare la squadra e la partita prosegue sui binari dell’equilibrio con sette cambi di fronte nei primi tredici minuti. Il vero punto di svolta del primo tempo è a favore di MSU che chiude la prima frazione con un parziale di 20 a 7 negli ultimi otto minuti andando così negli spogliatoi sul risultato di 36 a 26: il parziale è frutto in difesa in primis dell’eccezionale lavoro di Schilling su Hammons ed in generale della difesa interna della squadra, mentre, in attacco, della capacità degli Spartans di instaurare la propria presenza in pitturato -che non è più il luogo proibito dei primi minuti- e di colpire i Boilermakers in transizione. Per dare un’idea del lavoro fatto su Hammons basti pensare ai 19 punti messi a segno nel primo tempo della semifinale e ai sei con 2 su 7 dal campo della prima frazione contro MSU. Messa di fronte ad uno svantaggio che non aveva ancora conosciuto in stagione a questo punto di una partita, Purdue prova a ripartire nel secondo tempo con uno spirito diverso: inizialmente Michigan State tiene botta e anzi nei primi cinque minuti sembra rafforzare la propria posizione toccando il +13; tuttavia nel momento di maggiore difficoltà Purdue ritrova la forza in una difesa dalle perfette rotazioni e che forza una manciata di perse agli Spartans, nonché in un attacco rinvigorito dai canestri di Swanigan e Edwards che guidano un parziale di 8-0 che riapre la partita. Dopo aver galleggiato per un po’ intorno ai cinque punti di svantaggio la squadra di Painter trova un Hammons finalmente dominante in difesa e in grado di tornare sul tabellino dei marcatori dando ai suoi il -1, a cui risponde però subito dopo un rimbalzo d’attacco di Valentine (rimbalzi offensivi fondamentali nell’economia della partita) che serve Bryn Forbes il quale ritrova il tiro da tre dopo quattro errori consecutivi. Purdue per diversi minuti sembra essere ad un passo dal completare definitivamente la rimonta, ma Michigan State ogni volta la ricaccia indietro: per quanto possa essere marcato competentemente Valentine trova sempre la soluzione giusta e come ormai da abitudine MSU manda i suoi soliti dieci giocatori a segno (anzi, pardon, undici oggi); Matt Costello aumenta di minuto in minuto la sua intensità su entrambi i lati del campo e insieme ai compagni di reparto (menzione d’onore per Colby Wollenman) non consente seconde opportunità agli avversari: a cinque minuti dal termine sono undici i rimbalzi offensivi per gli Spartans, solo quattro per Purdue. Con i suoi sotto di due Raphael Davis va in lunetta, ma sbaglia il secondo libero e quando nell’azione successiva i Boilermakers falliscono il sorpasso nonostante una rarissima seconda occasione, gli dei del basket sembrano aver ormai preso la loro decisione e l’ennesima conferma pare arrivare con il successivo, incredibile, jumper del +3 del solito Denzel Valentine. Con un minuto sul cronometro e il risultato sul 64-62 per gli Izzos, Swanigan tira un mattone dalla lunga distanza; Costello mandato in lunetta fallisce l’ 1+1, ma nuovamente Purdue non ne approfitta con Hill che cerca una conclusione al ferro troppo affrettata e che viene stoppata proprio dallo stesso, infaticabile, Costello. Con 9” sul cronometro viene mandato in lunetta Forbes e questa volta è 2 su 2 e più quattro Spartans che possono poi finalmente festeggiare dopo l’errore finale di Edwards, 66-62 il risultato finale.

Per Michigan St. solito Valentine che flirta con la tripla doppia (15+ 10 rimbalzi + 9 assist) e oorta giustamente a casa il trofeo di MVP del torneo, anche se oggi ci sentiamo di dare un piccolo titolo di MVP anche a Matt Costello che, nonostante gli errori e i numerosi limiti, è stato l’anima di questa squadre, che in ogni caso fa del gruppo e della perfetta esecuzione le sue armi migliori, andando oltre le individualità. Per Purdue top scorer Edwards con 19 punti, mentre Hammons, perfettamente marcato, finisce con un mediocre 4 su 10 al tiro per undici punti.

Conquistato il titolo della Big Ten Izzo e i suoi aspettano nei prossimi minuti l’annuncio del loro seed per il Torneo NCAA, con una numero 1 che sembra decisamente poter finire tra le loro mani. Purdue avrà un seed meno nobile, ma comunque esce da questo torneo di conference sicuramente rinvigorita e dovesse riuscire a trovare maggiore continuità nell’esecuzione del proprio gioco potrebbe anche fare più strada del previsto.