Dal nostro inviato
Non è la prima volta che facciamo questi viaggi alla ricerca dei sapori del basket americano e siamo pienamente consapevoli della fatica del viaggio eppure ci scontriamo sempre con il nostro atavico nemico: il jet lag.
Se infatti Air France ci ha messo nelle condizioni di sopportare l’immensa rottura di zebedei di oltre dieci ore di volo con il meglio che si può offrire in economy fra un pranzo decente, le hostess che non spariscono durante il volo e filmoni enciclopedici come Django Unchained e Lo Hobbit, molto più pesante è stata la fila al controllo passaporti fra rumorose famiglie di provenienza incerta (israeliani?) e latino americani in transito dal Sud America.
Giunti cotti all’albergo abbiamo fatto tutto ciò che si deve per combattere il jet lag, invece di infilarsi a letto guardando la espn, ci siamo trascinati da Malone’s a mangiare una bistecca marinata nel borboun prolungando di un paio di ore l’agonia dei neuroni, poi tornati in camera ecco l’arma segreta mai sperimentata: la melatonina! Questa volta si dorme… Ed in effetti l’inizio è stato incoraggiante…
Sino all’inesorabile risveglio alla una e mezzo di notte…
Ma bando alle tragedie personali, da oggi si entra nella competizione, siamo venuti qui per questo: oggi il programma prevede allenamenti delle squadre al Georgia Dome, i meno nobili ovvero gli Shockers di Wichita State, li hanno piazzati a mezzodì, poi via via Louisville, Syracuse e Michigan con nel mezzo un’apparizione da non perdere, quella di Christian Laettner, seguito da Bill Walton e David Robinson al World Congress Center dove vi sono dei clinic per allenatori e pure gli Harlem Globe Trotters. Poi, per non farci mancare nulla, ci si sposta alla Phillips Arena, lì adiacente, per Atlanta Hawks contro Philadelphia 76ers… insomma parecchia carne sulla brace…