Coach K da piccolo Courtesy Duke University

Michael William Krzyzewski nasce a Chicago il 13 febbraio del ’47, figlio di due immigrati polacchi originari di Keisterville, Pennsylvania. Il padre William per paura di discriminazioni razziali si fa chiamare Bill Kross e fa l’operatore dell’ascensore della Willoughby Tower sulla Michigan Avenue e porta su e giù uomini d’affari e distinte signore della Windy City mentre la mamma Emily Pituch fa la donne delle pulizie al Chicago Athletic Club ma anche la cameriera in un ristorante alla sera, una famiglia povera ma decorosa in cui Mike ed il fratello maggiore Bill vengono cresciuti secondo i dettami del cattolicesimo e della buona educazione, tanto che alle elementari il piccolo Mick, così lo chiamano gli amici di infanzia, vuole diventare prete, ed ogni estate vengono spediti dai nonni in Pennsylvania. Quando poi cresce cambia, come ogni pre-adolescente che si rispetti, anche il suo futuro mestiere: prima vuol fare il cantante dei Temptations e poi il wrestler professionista.

giovane play di Army con Bob Knight

giovane play di Army con Bob Knight

Vivono nell’Ukranian Village sulla West Cortez Street nel West Side ed a nord ovest del The Loop, un quartiere abitato da polacchi e slovacchi oltre agli Ucraini rifugiati politici dopo la Prima Guerra Mondiale. Va al liceo alla Archbishop Weber, una scuola cattolica per soli maschi dove si mette in luce come buon giocatore di basket ed ottimo studente,  la scuola è dura e rigida tanto che le punizioni corporali sono piuttosto comuni ma al giovane Mike, abituato alla disciplina ed a non mollare mai, non importa troppo. Anche quando il suo coach gli urla in faccia non fa una piega e cerca di eseguire i suoi ordini, durante una lega estiva incappa in un 25enne coach, super intenso, di nome Bobby Knight che cerca giocatori in grado di eseguire il suo gioco e che lo invita in un bar a mangiare un sandwich chiedendogli di andare a giocare per lui ad Army a West Point, in serata poi Knight lo raggiunge a casa per parlare coi genitori ma Mike decide di rifiutare la sua proposta. Vorrebbe infatti giocare per una squadra per la Big Ten, ma non ha nessuna offerta da quei college, e davanti ad Army mette decisamente Creighton ed inoltre la carriera militare, ricordiamoci che Mike è un giovane che cresce negli anni del Vietnam, non lo attira troppo. Il padre si infuria. Un Krzyzewski ha finalmente la chance di studiare in una delle istituzioni più prestigiose degli Stati Uniti e fare un salto sociale e Mike dice di no?! Non esiste… Dopo due settimane in cui il padre lo definisce ogni santissima sera “Stupid Mike” ed una chiacchierata col suo insegnante di geometria il giovane capitola ed accetta la proposta per andare a West Point.

allenatore ad Army

allenatore ad Army

L’impatto all’accademia militare non è facile e durante il primo anno spesso Krzyzewski pensa di mollare ma il basket lo aiuta. Nei suoi tre anni di varsity Mike non eccelle mai statisticamente, chiude a 6.7 punti a partita da senior, ma è il l’estensione di Knight in campo e dal suo coach impara la ricerca dell’eccellenza, la necessità di vincere ed il dolore della sconfitta. Nel suo ultimo anno coi Black Knights vince 18 partite ed Army viene invitata al NIT dove raggiunge le semifinali ma soprattutto durante la sua carriera di giocatore non perde mai contro l’acerrima rivale Navy e dopo la sua ultima sfida in carriera contro i Midshipmen gli viene regalato il pallone della gara, poche ore dopo riceve una telefonata da Chicago: sua padre William è appena morto per un ictus cerebrale così coach Knight lo accompagna a casa restando con lui per tre giorni, semplicemente standogli vicino. Nel frattempo Mike si era fidanzato con una bella hostess della United Airlines di nome Carol Marsh detta Mickey che era rimasta affascinata da quel ragazzo dalla voce nasale e dallo sguardo sincero. A dire il vero l’inizio non era stato promettente quando il bel cadetto che l’aveva invitata ad uscire aveva esordito dicendole che era la numero tre nel suo carnet di pretendenti ad uscire con lui. Non un grande modo per impressionare una ragazza ma Mike si fa perdonare pochi giorni dopo mandandole nove rose gialle ed ottenendo una decisiva seconda chance.

il giorno del matrimonio con Mickey  Courtesy Duke University

il giorno del matrimonio con Mickey
Courtesy Duke University

Nel giugno del ’69 Krzyzewski si laurea in scienze ed ottiene il grado di tenente… oltre ad un anello nuziale. Si laurea a mezzogiorno e si sposa con Mickey nella cappella di West Point alle cinque. Per cinque anni Mike serve la patria e nel 1974 si dimette, col grado di capitano, per raggiungere il suo mentore Bobby Knight ad Indiana come viceallenatore. Nel frattempo a West Point coach Dan Dougherty viaggia a 3 vinte e 22 perse sino a perdere il lavoro e Krzyzewski viene richiamato dalla sua Alma Mater a prenderne il posto come head coach. Nella sua prima stagione da head coach ne vince 11 con 14 sconfitte, nei due anni successivi saranno 20 e 19 vittorie con un invito al NIT ma quando tutto sembra andar per il meglio arrivano due stagioni negative, nel 1980 la sua carriera sembra ad un punto morto.

presentato alla stampa come coach di Duke

presentato alla stampa come coach di Duke

Anche a Duke le cose si sono fatte difficili. Coach Bill Foster che aveva portato i Blue Devils due anni prima alla finale NCAA persa con Kentucky ha deciso di lasciare l’ateneo di Durham ed accettare l’offerta di South Carolina portando i fans ed i media locali sull’orlo della disperazione. L’athletic director Tom Butters è alla ricerca del nuovo head coach e ne vuole uno bravo nell’insegnare la difesa. Sulla sua lista ci sono Bob Weltlich di Mississippi, l’assistente di Foster Bob Wenzel , Paul Webb di Old Dominion e Mike Krzyzewski, raccomandato dall’ex stella dei Blue Devils Steve Vacendak, ma che era reduce da una stagione di sole 9 vittorie a West Point.

Butters allora chiama Bob Knight, in quel momento il coach numero uno in America.

Bob cerchiamo un nuovo coach… cosa mi dici di questo Krzyzewski?”

“Butters, tu hai sempre apprezzato il mio modo di allenare… Mike è un uomo che ha tutte le mie qualità e nessuno dei miei difetti!” Knight però teme che la pressione di allenare a Duke sia eccessiva per il suo giovane allievo e spinge per fargli avere il posto di coach ad Iowa State ma con la sua solità onestà non poteva non raccomandarlo a Butters che così chiama a casa Krzyzewski dove risponde una sorpresa Mickey… si incontrano una prima volta ma Butters non presenta un’offerta a Krzyzewski…così come dopo un secondo colloquio, qualche settimana dopo lo richiama e gli chiede di presentarsi per un terzo colloquio “Qui ci sono 40 centimetri di neve ma vedrò di arrivare…” gli risponde Mike che ne approfitta per portare Mickey a visitare Durham.

Marito e moglie si presentano e rispondono alle domande della mini commissione di Duke prima di salutarsi. Ancora senza offerte di lavoro.

Dopo il colloquio Butters, Vacendak, il vice presidente della scuola Chuck Huestis ed il cancelliere Ken Pye decidono che uno della lista dei cinque coach va preso.

Butters non ha dubbi e dice a Vacendak “Vai a prenderlo all’aeroporto… non farlo salire sull’aereo”

“Dio mio… non vorrai intervistarlo ancora!?”

“No. Voglio assumerlo”

con un bimbo (foto blueplanet.com)

con un bimbo (foto dukeblueplanet.com)

Mickey che era partita con un volo prima di Mike verso Washington per trovare dei parenti, quando arriva chiama subito a casa ma il marito non risponde al telefono. Comincia a preoccuparsi. Molto.

Verso mezzanotte le arriva una telefonata. “Dove sei? Mi sono spaventata!”

“Mi hanno preso poco prima di salire sull’aereo… quelli di Duke dovevano farmi ancora una domanda…”

“Ancora? E cosa dovevano chiederti dopo tutte queste interviste? Non ne hanno abbastanza?!”

“Volevano chiedermi se volevo accettare il lavoro di head coach alla Duke University”

“E quanto ti pagano?”

Silenzio.

“Mike… QUANTO TI PAGANO?!”

“Ehm… non lo so… non l’ho chiesto…” alla fine il salario si scopre essere di 40.000$ ma il giovane coach aveva temuto di perdere il posto chiedendone l’entità.

Inizia ufficialmente la sua storia con Duke e la storia del basket sta per cambiare con un nuovo grande capitolo.

Il 18 Marzo 1980 viene presentato alla stampa locale, un anchorman locale lo chiama Mike Prishevski e lo scetticismo considerando che le vicine UNC ed NC State hanno il grande Dean Smith e l’esplosivo Jim Valvano divampa… dinanzi ai cronisti il coach esordisce così: “Il mio nome è Krzyzewski… K R Z Y Z E W S K I e se pensate sia difficile avreste dovuto leggerlo prima di cambiarlo!”

Per fare in fretta allora i giornalisti decidono di chiamarlo Coach K.

k dukeCoach K che peraltro eredita da Foster una signora squadra con una stella come Gene Banks e l’ala Kenny Dennard abbastanza per una stagione da 17-13 ed un invito al NIT ma purtroppo per lui i rivali Tar Heels, nonostante siano stati sconfitti al Cameron Indoor Stadium, vanno sino alla finale NCAA persa contro Indiana e l’anno successivo guidati da Michael Jordan vanno a vincerla regalando il primo titolo a Dean Smith mentre Duke finisce la stagione con un mediocre 10-17.  Non va meglio il suo terzo anno con 11-17 e gli altri rivali, quelli di State, a festeggiare il titolo NCAA con Valvano impazzito di gioia.

In tre anni a Duke Krzyzewski ha come risultati nessun invito al Torneo, un pessimo 1-6 contro North Carolina e l’ufficio di Butters ripieno di lettere che chiedono il suo licenziamento. Ma né Butters né Krzyzewski hanno intenzione di arrendersi visto che l’anno successivo coach K ha reclutato alla grande: stanno per arrivare al campus Johnny Dawkins, Jay Bilas, David Henderson e Mark Alarie. Le cose stanno per cambiare.

Definitivamente.

Ricorda il californiano Jay Bilas “Quando Coach K iniziò a reclutarmi pensavo che il coach di Duke fosse ancora Foster ed io sognavo comunque di andare a UCLA tanto che quando veniva a vedermi giocare alla high school nessuno sapeva chi fosse. Ma piano piano conquistò la mia fiducia…” e Johnny Dawkins, guardia mancina di enorme talento di Washington “C’era molta pressione per farmi restare vicino a casa ma fu amore a prima vista col coach e con l’Università, dopo aver visitato il campus non avevo più dubbi…”

Butters perciò lo convoca in ufficio “Mike… abbiamo un grande problema. Abbiamo un pubblico che non sa quanto sei bravo e si lamenta. Una stampa che ci sta addosso chiedendo la tua testa. Ed abbiamo un coach che non sa di essere così bravo. Dobbiamo risolvere questo problema per cui firma questo contratto di cinque anni e mettiamo le cose in chiaro”

Krzizewski stenta a crederci e si commuove “Tom non devi farlo…”

No Mike, io devo farlo. E devo farlo ORA

La stagione successiva coi nuovi freshmen Duke chiude con 24 vittorie e 10 sconfitte e l’agognato invito al Torneo. La Dinastia dei Blue Devils ha inizio.

con Dean Smith

con Dean Smith

Nel 1985 Duke vince a Chapel Hill contro gli aricirivali Tar Heels rompendo una maledizione che li vedeva sempre sconfitti in casa dei rivali sin dal 1967, Dawkins gioca tutti e quaranta minuti segnando 34 punti. Anche con Dean Smith comincia a montare una certa rivalità: tanto misurato, battista osservante, quasi mistico è il santone di North Carolina quanto intenso, spesso intento a lavorarsi gli arbitri, è Mike Krzyzewski che per di più ha l’aggravante di… dire le parolacce durante la partita, cosa gravissima nel conservatore Sud degli Stati Uniti. Ma ai tifosi ed agli studenti di Duke, che spesso arrivano dalle grandi città del Nord Est, questo piace tanto che nel 1986 nasce Krzyzewskiville.

Narra la leggenda che un gruppo di studenti per avere i biglietti destinati al corpo studentesco per primi decidono di campeggiare nel piazzale al di fuori del Cameron Indoor Stadium , l’idea viene copiata ben presto da altri studenti, nasce una tendopoli spontanea che negli anni successivi viene regolamentata con tutta una serie di regole che gli studenti devono seguire osservati da dei line monitors che controllano se le tende sono abitate e se gli studenti sono assenti per motivi scolastici, l’unica giustificazione accettata a meno di malattie accertate da regolare visita medica. Una tendopoli organizzatissima, sia chiaro, con tanto di linea wi-fi e parecchia goliardia. Goliardia che poi sfocia nella follia dei Cameron Crazies, il corpo studentesco più pittoresco ed esplosivo nonché astuto di tutto il college basketball in grado di operazioni di intelligence nei confronti dei giocatori avversari per poi colpirli direttamente dove duole. Epico fu quando scoprirono che Jeff McInnis, play dei Tar Heels, aveva una storia con Traci la focosa moglie dell’assistente di Smith Phil Ford: quando il play di Carolina venne presentato una pioggia di profilattici cadde sul parquet coi Crazies che cantavano “Hey Jeff, have you driven a Ford lately?”

Nel ’86 Duke raggiunge anche la prima final four della carriera di Coach K perdendo in finale contro Louisville con una zona “Diamond and One” che Denny Crum nel secondo tempo ordina per fermare Johnny Dawkins e coi Cardinals che rimontano e sorpassano nella ripresa nonostante gli sforzi del freshman Danny Ferry, la nuova stella reclutata da Krzyzewski.

the Shot

the Shot

L’anno successivo Coach K perde tutta la sua classe di senior, che lo aveva portato fuori dalle critiche e dallo scetticismo dei media, e comincia a ricostruire quella che sarà una dinastia. Il primo tassello è un’ala forte dal talento proporzionale al suo Ego, viene da Buffalo e si chiama Christian Laettner, sembra destinato a North Carolina ma vede in Duke il posto giusto per soddisfare la sue enorme voglia di vincere e primeggiare “Se vuoi giocare a basket lo puoi fare ovunque ma se vuoi essere il miglior giocatore possibili, un leader ed una persona migliore devi giocare per Coach K”.

Quando arriva a Durham trova Ferry come stella della squadra e da subito inizia a sgomitare per rivaleggiare in leadership… nella squadra che perde in semifinale nel Torneo NCAA del 1989 contro la Kansas di Danny Manning, Laettner esce dalla panchina dietro a Ferry ed Alaa Abdelnaby ma l’anno successivo è il finalmente leader di un team che ha aggiunto Brian Davis, Thomas Hill, Bill McCaffrey e soprattutto Bobby Hurley piccolo playmaker, figlio di un grande allenatore, dotato di grande fosforo. Fra Laettner e Hurley, dai caratteri totalmente diversi, nasce un rapporto di odio-amore mentre su campo i Blue Devils raggiungono di nuovo la finale del Torneo dove, con Hurley piegato in due da una gastroenterite, vengono massacrati da UNLV di Larry Johnson e Jerry Tarkanian.

Ecco una nuova sconfitta… quando conta. Duke in questo momento è la fidanzata d’America con giocatori bravi ed ottimi studenti, un’istituzione prestigiosa ma che perde sempre quando si arriva al dunque.

Per finalmente vincere manca un giocatore. Esplosivo, talentuoso, intelligente, figlio di un ex giocatore dei Dallas Cowboys laureato a Yale, dotato di enorme classe. Pure lui è destinato, con convinzione, a North Carolina da Dean Smith tanto che quando viene invitato a visitare il campus di Duke ci va solo per educazione convinto di essere un futuro Tar Heel. Si chiama Grant Hill “Quello che mi impressionò di Coach K era la sua onestà, mi resi conto che avrei imparato molto dall’essere vicino ad un uomo di quello spessore e quando dovetti scegliere fra lui e Dean Smith mi resi conto che mi trovavo meglio con Coach K e lui mi ha insegnato principi e valori che mi sono portato appresso per tutta la vita”.

krzyzewski e gli arbitriCon il talento multidimensionale aggiunto da Grant e l’enorme desiderio di rivalsa di Laettner e Hurley i Blue Devils si prendono la rivincita sull’invincibile UNLV, in semifinale battendola 79-77 con una gara ai limiti della perfezione e battono Kansas 72-65 per vincere il primo titolo NCAA della storia di Duke.

Ma non finisce qui perché nel 1992 dopo aver superato l’ostacolo di Pitino e dei suoi Wildcats, in quella che è la più bella partita di sempre, con il famoso tiro alla sirena di Laettner volano alle final four per distruggere la Michigan dei Fab Five 71-51 in finale per il primo back to back dai tempi della UCLA di John Wooden con Bobby Knight che dalla poltrona di casa fa il tifo per il suo ex allievo, superando il rancore per un rapporto che negli anni si era deteriorato. Il primo tassello per un’amicizia che sta per rinascere.

Della squadra del 1992 Krzyzewski dice oggi “Non posso dire che quella squadra avrebbe battuto tutte le più grandi squadre della storia del college basketball ma di certo è una delle più grandi squadre di tutti i tempi…” 

Vincere però ora attira gelosie ed antipatie e cresce il Duke Hating una bizzarra teoria secondo cui Mike Krzyzewski ha il favore degli arbitri ed essere ottimi studenti e bravi ragazzi non è più di moda mentre impazzano i Bad Boys e lo Street Style

Nel 1994 Duke con Grant Hill e Cherokee Parks come migliori giocatori torna sino alla finale NCAA dove perde con Arkansas ma durante l’estate Mike Krzyzewski deve farsi operare alla schiena per un’ernia discale, torna il più presto possibile, troppo presto, al lavoro ma le cose peggiorano sempre di più. Lavorare, andare in palestra diventa una tortura, lui non si arrende, testardo come un polacco ed allenato dai suoi genitori e dall’esercito a non mollare mai ma la moglie si accorge che qualcosa non va. Per la prima volta nella loro storia matrimoniale gli dà un ultimatum “Tu domani vai a farti vedere dal medico e salti gli allenamenti… non voglio sentire ragioni”.

a passeggio nei boschi

a passeggio nei boschi

Krzyzewski asseconda la moglie e deve obbedire pure ai medici che lo obbligano a fermarsi. Per la prima volta in vita sua Mike deve abbandonare la squadra, affidata al suo vice Paul Gaudet, e pensare alla sua salute. Mentre la squadra va a picco con 4 vittore e 15 sconfitte Mike Krzyzewski deve fare fisioterapia, lavoro fisico, rilassarsi, pensare alla sua salute ed alla famiglia.

Quando ritorna è un uomo diverso, decide di ritagliare del tempo per la sua salute fisica e mentale e comincia a creare attorno a sé un team di assistenti allenatori, tutti suoi ex giocatori, e di managers a cui lascia parte del lavoro. Il concetto di Five Fingers ovvero che cinque dita unite formano un pugno in grado di fare più danni all’avversario rispetto ad un dito solo viene esteso dalla squadra anche al coaching staff.

con Mickey

con Mickey

I Blue Devils tornano alle Final Four nel 1999 sospinti da una grande campagna di recruitment che porta a Durham Elton Brand, William Avery, Corey, Maggette, Shane Battier e Chris Burgess considerati il top in quel momento ma perdono in finale contro UConn. Nei giorni successivi Brand lascia il team per la NBA, ed era preventivato, ma lo seguono Avery, Maggette e Burgess che chiede il transfer per Utah, un brutto colpo per Coach K che per anni non andrà più a provare a reclutare one and dones sino ai più recenti Kyrie Irving, Jabari Parker e Jahlil Okafor quando con un cambio di strategia ha deciso di adattarsi allo stile dei vari Calipari, Sean Miller o Roy Williams mantenendo però uno standard accademico ben superiore sul piano scolastico.

con Shane Battier (foto dukeblueplanet.com)

con Shane Battier (foto dukeblueplanet.com)

Ma nel 2000 riparte da Shane Battier, Chris Carrawell e Nate James a cui si aggiungono Jason Williams, Mike Dunleavy Jr e Carlos Boozer, con questo gruppo Duke duella nella ACC con la formidabile Maryland di Gary Williams e Juan Dixon battendola pure con una clamorosa rimonta da meno 23 in semifinale del Torneo per poi andare a vincere il terzo titolo di Coach K contro Arizona grazie ad una serie di triple di Dunleavy nel secondo tempo che allontanano Arizona sino al 82-72 finale.

Negli anni seguenti l’odio per Duke impazza sino a creare un clima negativo nei confronti della squadra che nel 2004 viene scippata da UConn a causa di un arbitraggio scandalosamente contro i Blue Devils, i tifosi di Duke invece impazziscono per un tiratore bianco. Ha l’aria strafottente ed un raggio di tiro infinito caratteristiche che lo fanno divenire il bersaglio preferito di tutte le arene avversarie. Lui se ne frega, anzi si carica a mille. Il suo nome è JJ Redick. Sono anche anni in cui Duke domina nella ACC duellando contro UNC ma che non va mai molto profonda al Torneo.

ai mondiali con Irving e Plumlee (AP Photo)

ai mondiali con Irving e Plumlee (AP Photo)

Nel 2005 viene affidata a Coach K la panchina di Team USA, in aperta crisi di risultati e di immagine, e con lui gli Stati Uniti vincono due medaglie d’oro olimpiche nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra, due titoli mondiali nel 2010 e 2014 ed un Fiba Americas nel 2007 confermandosi grande gestore anche di stelle NBA che imparano ad apprezzarlo ed in effetti per due volte Mike Kryzewski vacilla di fronte alle offerte prestigiose e remunerative dei Boston Celtics prima e dei Los Angeles Lakers poi decidendo però alla fine di restare fedele alla sua Duke University.

Vince il suo quarto titolo NCAA nel 2010 con una squadra operaia su cui lavora intensamente per un quadriennio. Sono Jon Scheyer, ora suo assistente, Nolan Smith, Kyle Singler, Lance Thomas e Brian Zoubek i protagonisti della vittoria thriller su Butler ad Indianapolis.

Arriviamo così ai giorni nostri con un nuovo super gruppo di freshmen capeggiato da Jahlil Okafor, Tyus Jones e Justice Winslow alla ricerca del quinto titolo NCAA e che intanto, battendo il 25 gennaio Saint John’s al Madison Square Garden con il punteggio di 77-68 grazie ai 22 punti di Tyus Jones e 17 di Jahlil Okafor e Quinn Cook, ha regalato a Mike Krzyzewski la sua millesima vittoria in carriera in Division I, primo coach a riuscirci, con il secondo Jim Joeheim che insegue ad una quarantina di vittorie di distanza. Un’impresa leggendaria per un coach leggendario, un uomo onesto, un buon padre, una persona coinvolta in numerose fondazioni caritatevoli, un esempio da seguire.

Ma per tutti è semplicemente Coach K.

il tabellone del MSG (foto K.Dennard)

il tabellone del MSG (foto K.Dennard)

“La cosa più importante è seguire il cuore dei tuoi giocatori. Di solito ciò vi porta al punto giusto, se siete in grado di fare questo con una squadra intera questo sarà una chiave per una stagione speciale. I giocatori vogliono essere allenati e, ancor più importante, vogliono essere condotti. Conduceteli con il vostro cuore e ne verrà fuori un grande inizio…”

“Segnare canestri conta ma non quanto la persona che li segna”

“La realtà è che molti mettono delle regole solo per non prendere delle decisioni… Non ci vuole coraggio solo a prendere decisioni ma soprattutto a vivere poi con quelle scelte”

“Il lavoro di squadra inizia e finisce con la Comunicazione”

Se vuoi essere il migliore devi essere diverso. Devi fare quello che nessun’altro sta facendo”

Mike Krzyzewski