Giugno 2014 anno dei Mondiali… di calcio, Rio, Copacabana e il miracolo tedesco, ma per la nostra Nazionale di calcio una delle peggiori edizioni così da Prandelli siamo passati Conte nuovo CT, dopo l’elezione di Tavecchio come nuovo presidente federale.
Settembre 2014 mese dei Mondiali… di basket, Madrid, Granada, Barcellona, un’edizione al momento eccezionale: il clima, i colori, la musica e soprattutto palazzetti pieni (con qualche eccezione) che si colorano a seconda delle Nazioni che vi partecipano. L’Italia partecipa, purtroppo, solo attraverso Sportitalia, che con le sue dirette ci permette di poter tifare, valutare, studiare lo sport con la più alta percentuale di difficoltà nel decidere quale sarà la squadra che vince e la squadra che perde.
Ai nastri di partenza oltre alle “superfavorite”, USA e Spagna su tutte, tante Nazionali simpatiche e determinate sia per la ricerca continua della vittoria che il denominatore comune che accompagna ogni singola nazione (poter fare riferimento a qualche episodio che ti ha visto partecipe). Dopo una settimana e più di cammino siamo arrivati ai quarti di finale, in cui si sfideranno Slovenia-USA, Lituania-Turchia, Francia-Spagna e Serbia-Brasile.
Chi riuscirà a sconfiggere gli Stati Uniti e soprattutto la Spagna padrona di casa? Quella che appare a tutti gli addetti i lavori una finale annunciata, come Brasile–Argentina nel mese di giugno al Mondiale di calcio, potrebbe non verificarsi. Ma le avversarie dovranno:
– affrontare queste due squadre senza timore reverenziale soprattutto nei minuti iniziali, in cui la maggior parte delle squadre ha sviluppato un gioco troppo perimetrale per non cadere nelle ragnatele di Anthony Davis e dei fratelli Gasol
– cercare di limitare il più possibile quegli atleti-chiave che riescono a essere protagonisti in qualsiasi momento della partita, non fargli prendere quella confidenza mentale con il match che potrebbe distruggere chiunque
– smettere di pensare che la difesa a zona sia l’unica kryptonite che può indebolire le squadre, o che Coach K non abbia mai letto il libro di Aldo Oberto “Gli attacchi delle squadre Campioni in NCAA”, perché cosi come Superman trovava sempre le risorse per riuscire a salvare la vita ai comuni mortali, così i rimbalzi offensivi dal lato debole riescono a rompere l’efficienza della zona
– evitare di provocare l’orgoglio degli spagnoli, che sanno di poter recitare un ruolo fondamentale da qui alla fine della manifestazione e non sentono assolutamente la pressione di giocare in casa (contro il Senegal ci mancava poco che tra un time-out e l’altro si divertissero a suonare anche i bonghi dei senegalesi)
– non cadere nel mito-trabocchetto secondo cui la Nazionale statunitense non gioca tanto tatticamente sia in attacco che in difesa, poiché gli atleti chiamati in causa contestano ogni tiro, anche quello più semplice, e ogni avversario, prima di tirare, spera di non essere inchiodato in diretta mondiale
– sperare che l’autoefficacia spagnola, cioè la fiducia che un atleta ripone nelle proprie capacità di affrontare un compito specifico, possa fare flop da un momento all’altro
– sperare che Deci e Ryan, gli inventori della Self-Detremination Theory (Motivazione Intrinseca, cioè “l’essere umano ha la normale inclinazione nel provare interesse, quindi ogni uomo per natura è motivato ad agire ed automigliorarsi”), non vengano ricordati nei momenti più difficili da queste due grandi squadre
– auspicare che, come accadeva per le prime interrogazioni della scuola elementare dove l’assenza dell’insegnante scrupolosa era una grande festa, una delle due squadre non si presenti alle partite, che svoltano una carriera sportiva, in quanto incapace di gestire la paura o lo stress.
– last but not least: evitare di sognare che, ad un certo punto, Djordjevic, Sabonis e gli altri scendano in campo come vent’anni fa. E’ solo una questione per eroi contemporanei.
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Chi è Giovanni Putignano
Coach professionista con oltre 500 partite (e diverse promozioni) all’attivo tra le serie nazionali B1/DNA e B2/DNB, è reduce dalla salvezza in Adecco Silver del Basket Nord Barese, poi scomparso. Dal 2013 è anche Mental Coach, ovvero specialista di dinamiche mentali applicate allo sport.