Eduardo Lubrano

Eduardo Lubrano

Premessa: mi rendo conto che scegliere le partite del nostro campionato da mandare in onda sulle tre reti nazionali (Rai Sport, La7 e Sportitalia) sia un’operazione complicata e che va fatta con un certo anticipo per una questione di organizzazione logistica. Detto questo, però, la domanda mi rimane in testa: chi sceglie quali partite far vedere “urbi et orbi”? Ma, e questa sarà la domanda ripetuta in tutta questa riflessione, forse sbaglio io.

Scrivo questa riflessione alla vigilia della seconda giornata del girone di ritorno conoscendo quindi anche la programmazione della terza. Scopro, ma non è stato difficile è bastato scorrere con attenzione il calendario della Lega Basket, che a quella data (il 3 febbraio cioè) che Milano sarà andata in onda 11 volte tra Rai Sport e le altre due reti. Al secondo posto Siena e Cantù con 7, seguita dal terzetto Bologna, Roma e Sassari con 6 volte e Varese e Venezia con 5. Seguono Brindisi con 4 passaggi, a 3 Biella e Pesaro, Reggio Emilia, Cremona, Avellino e Caserta con 2 e Montegranaro con una sola trasmissione. E qui sono numeri non sbaglio, giuro.

Per le prime in classifica magari avrei anche poco da dire anche se ad un certo punto forse riequlibrare i passaggi delle varie squadre non sarebbe stata una cosa sbagliata e neanche tanto difficile. Undici volte Milano, delle quali otto delle ultime dieci partite del girone di andata, dalla sesta alla quindicesima l’Emporio Armani ha saltato solo la nona e la tredicesima.  Perché non trasmettere un po’ di più Varese che di partite ne ha perse solo due e Sassari che ne ha perse solo tre visto che tutti abbiamo parlato di loro come delle squadre che giocano la pallacanestro più divertente e forse anche la più nuova? Il blasone è importante per carità, ma lo spettacolo non conta più in un prodotto televisivo? Ma forse sbaglio io.

Per il resto invece avrei parecchio da dire. Anche qui piccola premessa: certo far vedere le squadre che sono in fondo alla classifica forse non è il massimo della vita, ma non hanno in teoria gli stessi diritti delle altre? Non è pallacanestro anche quella? Siamo ancora legati ai vecchi schemi che certe partite sono importanti solo se sono gare che promettono “sangue e botte” come i derby regionali? Caserta è andata in onda in occasione del derby con Avellino. E nella partita con Milano. Spero non in memoria di quando era una partita che contava per lo scudetto… Ma forse sbaglio io.

Perché se il principio ispiratore (oddio la parola è forte per il movimento ma usiamola lo stesso nella speranza che prima o poi qualcuno abbia davvero un’ispirazione) è quello di mandare in onda i grandi classici della nostra pallacanestro a prescindere dal livello, non c’è dubbio che le abbiamo viste tutte: Varese-Milano, Siena-Milano, Milano-Roma, Cantù contro Milano e Varese. Ma allora perché non abbiamo visto Bologna-Milano alla seconda di campionato? All’epoca eravamo bel lontani dal pensare che tutte e due sarebbero state così in difficoltà, e comunque se è un classico lo è a prescindere dalle nostre valutazioni. In quella giornata sono state trasmesse Roma-Cantù e Biella-Pesaro. Va sottolineato che Bologna è andata in onda in tre delle prime quattro giornate per poi sparire fino all’undicesima. Ma forse, a parte i calcoli, sbaglio io.

Il pubblico sutorino si riferiva forse alle tv? (foto L. Leopardi 2012)

Il pubblico sutorino si riferiva forse alle tv? (foto L. Leopardi 2012)

Un altro esempio: Montegranaro non è l’ultima in classifica eppure è stata trasmessa in chiaro al “grande pubblico” del basket, come dicono quelli bravi che plaudono al ritorno del nostro sport sulle televisioni non a pagamento, una sola volta. Perché? Forse che il palazzetto di Ancona non si presta alle riprese televisive? Ho fatto la telecronaca di Sutor-Acea e non mi è parso che ci fossero particolari problemi, ma forse sbaglio io.

Insomma torniamo per l’ennesima volta alla domanda originaria: chi ha in mano il prodotto pallacanestro, sa cosa ha per le mani e sa come venderlo? Sa cosa vuole o procede sulla base del fatto che quello che era buono una volta deve essere buono anche oggi? Le televisioni nazionali a cui è demandato il compito di promuovere la pallacanestro sono coinvolte in qualche modo nelle scelte? Perché ho la sensazione che nessuno sappia cosa fare e che ci si muova un po’ alla ventura? Perché nessuno dalla Lega Basket ha mai risposto alle mie lettere del 19 novembre scorso in cui chiedevo conto di alcune cose? Capisco l’ossessione di cercare di mettere a tacere chi vuole solo spiegazioni, ma non dare nemmeno un cenno di risposta è, a parer mio, segno anche di grande maleducazione. Ma forse sbaglio io.

EDUARDO LUBRANO